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    Mika Waltari: Chi ha ucciso la signora Skrof?

    • di Silvia Treves
    • Giugno 27, 2017 a 5:36 pm

    «Ma Mika Waltari non è quello che ha scritto Sinuhe l’egiziano?» Anche. Ma, prima e dopo ha scritto un mucchio di altri romanzi e racconti che toccano un po’ tutti i generi: romanzo storico, cronaca sociale, romanzo autobiografico, opere teatrali e, sì, anche gialli. Gialli ibridi, nei quali vaghi echi di Simenon si alternano a un’ossatura alla Agatha Christie con una spruzzata di alta società cittadina alla Rex Tout.

    Questo Kuka murhasi rouva Skrofin (scusatemi se ho colto l’occasione, quando mai potrò scrivere un’altra frase compiuta in finlandese?) ha comunque un tocco personalissimo: tutto costruito sui dialoghi, si svolge in un universo composto di poche stanze, qualche via, qualche cortile, un altro edificio… per chi non vive a Helsinki la città è composta da citazioni tratte da un elenco stradale. Intorno una nebbia non meteorologica ma generata da un disinteresse, solo apparente, per la città e per la sua storia contemporanea: il libro è del 1939, ma sulla tempesta nazista in arrivo, sui prodromi della guerra russo-finlandese combattuta fra il 1939 e il 1940, non c’è una parola.

    L’inizio è degno di Simenon: riti del mattino in una casa popolare: l’inquilina di mezz’età che ciabatta verso la latteria non prima di aver protestato con i portinai sbuffanti, il postino, il figlio dell’avvocato del primo piano che va a scuola… e il pensiero di molti abitanti dello stabile che va alla signorina Skrof, la proprietaria dell’edificio, odiosa, esosa e autoritaria. Ma questo nuovo giorno non sarà come gli altri. Il commissario Palmu, single e vicino ai sessant’anni, chiamato a sbrogliare una matassa che si ingarbuglia sempre più, ha dei punti in comune con Poirot: manie, acume e compiacimento per la propria intelligenza ma, fortunatamente per i lettori, anche una blanda ironia che il detective belga non ha mai potuto ostentare. Il narratore è il giovane poliziotto aiutante di Palmu, ingenuo con studi moderni di criminologia e psicologia che – nemmeno a dirlo – viene bersagliato di critiche ed epiteti dal superiore.

    Mika Waltari nel 1939

    Il contorno di personaggi, giovane figliastra che sarà la futura ereditiera, nipote bello e aviatore, pittore amico di entrambi, legale della vittima, conoscenti vari e capo spirituale di una setta religiosa, sono ben descritti e ben orchestrati. L’indagine vive di dialoghi che inducono Palmu a riflessioni di un certo spessore e non solo poliziesche, fulminei confronti con il giovane sottoposta, sempre indietro di qualche metro, e spostamenti a bordo di comodi taxi, lungo direttrici stradali che per noi restano meri nomi. Finale adeguato, impregnato a suo modo di quella moralità – che non è bigotteria e moralismo – che è una delle anime del giallo.

    Durante la lettura ho continuato a percepire una sorta di aura indefinibile che è un’altra cifra di questo giallo inconsueto. Poi si è fatta la luce: la commedia sofisticata americana, un genere fatto di dialoghi vivaci e frizzanti, ambienti dove la povertà non entra, o perché non è mai stata un problema oppure è elegantemente bohemienne, praticata come un’arte da giovani che poi, si sa, diventeranno ricchi ereditando e/o facendo buoni matrimoni. È in questo mondo, diverso ma fin troppo contiguo a quello dove si è svolto il crimine, che entra Palmu per risolvere il giallo, accompagnato dal suo aiutante – che guarda caso ne proviene – e lo guarda con pacata ironia senza farsi incantare dai paroloni gli inni alla libertà, e all’arte dei giovani personaggi che incontra. Perché , comunque vadano le cose, che tu li abbia o, peggio che tu non li abbia, i soldi sono sempre il problema. La morta, che era avida e ricca, lo sapeva bene.

    Lettura estiva gradevole e anche qualcosa di più.

    I tre casi del commissario Palmu (l’ultimo scritto negli anni Sessanta, a un ventennio di distanza dal secondo), sono stati portati sullo schermo dal regista Matti Kassila. Qui il trailer del primo (per chi mastica un po’ di finlandese…)

    Mika Waltari, Chi ha ucciso la signora Skrof?, Iperborea 2014 (ed.or. 1939), pp. 198, € 14,00, trad. Marja Peltonen, a cura di Giorgia Ferrari

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    Tag: istantaneeMika WaltariNarrativa finlandesePoliziescoRecensioni

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