Il Ministero per il Futuro di Kim Stanley Robinson è un romanzo del quale si è discusso e parlato non poco. Uscito nel 2020 negli USA è stato pubblicato in italiano da Fanucci nel 2022. Da molti presentato come pietra angolare del Solarpunk letterario è la prima presentazione narrativa della grave crisi che sta trasformando il pianeta sotto il nostro sguardo, uno sguardo disattento o, in qualche caso, volutamente negazionista. La «prima presentazione» comunque non è certo la più superficiale o la meno attenta: Robinson presenta i diversi risvolti e i possibili sviluppi della situazione planetaria, sia da un punto di vista ecologico e ambientale, con la continua crescita della temperatura dovuta all’aumento di CO2 nell’atmosfera, che sotto il profilo economico-politico, ipotizzando un faticoso e complesso percorso che arrivi a invertire le tendenze in atto.
Protagonisti della vicenda – che è quantomeno riduttivo definire «romanzo» – sono Frank May, testimone nonché uno dei pochi sopravvissuti a un evento di surriscaldamento avvenuto in una città indiana e che ha condotto alla morte di venti milioni di persone e Mary Murphy, ex-ministro degli esteri irlandese, eletta capo del Ministero del Futuro, l’organismo creato dal coordinamento dei paesi firmatari dell’Accordo di Parigi sotto l’egida dell’Onu, come risposta alla tragedia avvenuta in India.
Chandra Mukajee, il capo della delegazione indiana alla conferenza, così si esprime sulla vicenda:
«il fallimento quasi totale di attenersi ai termini dell’accordo che ogni nazione della Terra aveva firmato. Le riduzioni delle emissioni erano state disattese […] L’Accordo era stato ignorato ed eluso in ogni modo possibile […] E adesso l’India ne aveva pagato il prezzo. In quell’ondata di caldo erano morte più persone che in tutta la Prima guerra mondiale e tutte in una sola settimana e in una singola regione del mondo.»
Il Ministero per il Futuro, nato per la difesa di «tutte le creature viventi presenti e future», ha il compito, estremamente complesso, di invertire le tendenze in atto. Compito di Mary Murphy è coordinare tutti i possibili sforzi per raggiungere tale risultato.
Frank May, profondamente mutato dalla tragedia della quale è stato testimone, finisce col diventare un sostenitore arrabbiato di un programma di eliminazione di qualunque forma di emissione di carbonio e delle organizzazioni terroristiche, a cominciare da «I figli di Kali» – ovviamente nata in India – che passano alle “maniere forti” attuando la distruzione sistematica degli aerei che continuano a scaricare CO2 nell’atmosfera e l’affondamento delle navi portacontainer.
May arriva a sequestrare la Murphy nella sua abitazione affinché il Ministero per il Futuro «faccia sul serio», colpendo senza pietà tutti coloro che sono responsabili della crisi climatica. La donna resiste e riesce a sfuggire a May, ma la sua posizione politica diviene più rigida e il suo rapporto con il superstite, ritrovato in un carcere dove nel frattempo è stato rinchiuso, si fa più complesso e ricco di sfumature.
L’aspetto interessante e forse il più “romanzesco” del libro è proprio il dialogo che, in diversi momenti trascorsi insieme, separa e unisce i protagonisti e che proseguirà per tutto il testo, fornendo una visione più umana e afferrabile del dramma che il pianeta sta vivendo.
Su un piano diverso, più vicino a un saggio divulgativo, gli interventi condotti da Robinson sul piano economico forniscono al lettore le competenze sufficienti per valutare i complessi scenari mondiali e le possibili soluzioni a una situazione in apparenza senza uscita. Altrettanto vicine al saggio, ma sicuramente appassionanti, il racconto delle possibili soluzioni ai problemi nati dal surriscaldamento: le migrazioni climatiche, la necessità di una giustizia sociale reale, la lenta diminuzione del tasso di riproduzione umano e lo scioglimento dei ghiacci polari al quale il progetto Slowdown cerca di offrire una soluzione, non facile ma, come vedremo, fattibile.
Probabilmente, uno dei temi più appassionanti del testo di Robinson è l’inesorabile crisi del capitalismo del XXI secolo, narrata passo dopo passo, con un grado di credibilità davvero difficile da incontrare in un romanzo di fantascienza.
Il Ministero per il Futuro ha il grosso pregio di presentare una Terra dove il livello locale della resistenza al cambiamento climatico – sul modello Solarpunk – è divenuto un elemento centrale della profonda trasformazione della vita sociale ed economica e del riassorbimento della CO2 atmosferica.
«La maggior parte dell’assorbimento era dovuta alla riforestazione, al carbone biologico, all’agrosilvicoltura, alla crescita delle foreste di kelp e altre alghe, all’agricoltura rigenerativa, alla riduzione e al miglioramento dell’allevamento […]»
Nel capitolo 85 Robinson si diverte a citare gli innumerevoli possibili progetti, nati in centinaia di nazioni:
«siamo solo l’uno per cento di tutti i progetti che stanno gia facendo del bene al mondo. E molti altri ancora nasceranno in futuro».
Un libro non facile e sicuramente complesso ma che merita una lettura attenta e partecipe.
Kim Stanley Robinson, Il Ministero per il Futuro, Fanucci 2022 [ed. or. 2020], pp. 554, € 19,00, trad. Francesco Vitellini
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