Uscito nel 1960 con il titolo di Dr. Futurity come ampliamento della novella del 1954 Time Pawn, pubblicata su Thrilling Wonder Stories, Dottor Futuro uscì per la prima volta in italiano nel 1963 per la casa editrice piacentina La Tribuna nella traduzione di Lella Pollini, uno dei tanti pseudonimi di Roberta Rambelli. Il 13 giugno 2023 Dottor Futuro è uscito nella collana Oscar Fantastica Classics della Mondadori con traduzione di Fabio Zucchella.
Dottor Futuro ha avuto la sfortuna di essere uscito lo stesso anno di Vulcano 3, considerato dalla critica uno dei romanzi meno riusciti dello scrittore californiano, anche se nel 2021 è stato annunciato un adattamento cinematografico diretto da Francis Lawrence, regista di Io sono leggenda e Hunger Games. Il biografo ufficiale di Dick, Lawrence Sutin, ha infatti affermato che Vulcano 3 e Dottor Futuro sono «due dei peggiori romanzi SF che Phil abbia mai scritto» (Divine invasioni. La vita di Philip K. Dick, Fanucci, Roma 2001, p. 162), mentre il primo biografo dickiano, Gregg Rickman, ha scritto che «sia Dottor Futuro che Vulcano 3 sono deboli per gli standard di Dick» (To the High Castle. Philip K. Dick: A Life 1928-1962, The Valentine Press, Long Beach 1989, p. 299).
Non c’è dubbio che Dottor Futuro appartenga alla produzione minore di Dick e che non sia un capolavoro come alcuni suoi romanzi successivi, a partire da La svastica sul sole / L’uomo nell’alto castello (1962). Si tratta di un romanzo senza pretese, sulla falsariga di certa science fiction avventurosa, scritto «tanto per tirare avanti» (Divine invasioni, cit., p. 391) e per pagare le bollette, ma questo non significa che non meriti di essere analizzato.
Partiamo dalla trama. Jim Parsons è uno stimato medico del 2012 che a seguito di un incidente automobilistico si ritrova teletrasportato nel 2405 in una società distopica fondata sull’«ethos della morte» (p. 191) in cui vige l’eugenetica, le cure mediche sono illegali, il patrimonio genetico è controllato dallo Stato e le donne non hanno diritti.
Sì, quella società era costruita sulla morte. La morte rappresentava una componente quotidiana delle loro vite. Gli individui morivano e nessuno ne era turbato, nemmeno le vittime. Morivano felici e contenti. Ma era sbagliato, era contro natura. Un uomo avrebbe dovuto difendere la propria vita istintivamente. Anteporla a qualunque altra cosa. Quella società negava un impulso fondamentale comune a tutte le forme di vita. (p. 58)
In un discorso del 1978 Isaac Asimov affermò che ci sono solo due modi per gestire la sovrappopolazione: innalzare il tasso di mortalità fino a renderlo superiore al tasso di natalità o abbassare il tasso di natalità fino a renderlo inferiore al tasso di mortalità. In questa distopia descritta da Dick, la popolazione è divisa in tribù e mantenuta costante: la morte è vista in senso positivo, poiché è solo con la morte di qualcuno che si può avere una nuova nascita.
«Manteniamo costante la popolazione. Due miliardi e settecentocinquanta milioni, più o meno. A ogni morte uno zigote viene automaticamente scongelato e inizia la fase regolare di sviluppo. Per ogni morte c’è una nuova vita istantanea, le due cose sono strettamente intrecciate.»
Dunque la vita proviene dalla morte. La morte è la causa della vita, dal loro punto di vista, pensò Parsons. (pp. 55-56)
Sono molti gli stilemi classici della distopia che ricorrono nella prima parte di Dottor Futuro: il primo è sicuramente il punto di vista. Il protagonista dei romanzi distopici è solitamente un personaggio che entra progressivamente in conflitto con la società in cui vive, cominciando a vederne gli aspetti negativi, ed è attraverso i suoi occhi che viene narrata la storia. In altri casi, il punto di vista viene affidato a un vero e proprio estraneo, che non appartiene alla società distopica e che può quindi identificarsi ancora meglio con il disorientamento del lettore: è questo il caso, per esempio, di Ritorno dall’universo di Stanisław Lem, il cui protagonista è un pilota spaziale che dopo aver viaggiato per anni nel cosmo ritorna sulla Terra e la trova profondamente cambiata. Anche Jim Parsons, il protagonista di Dottor Futuro, è un uomo di un’altra epoca – la nostra epoca – che si ritrova improvvisamente calato in una società lontana nel tempo e dalle sue coordinate etiche e valoriali, una società in cui è un estraneo in tutti i sensi: nelle prime pagine non comprende la lingua, non sa come comportarsi ed è anche fisicamente diverso dal resto della popolazione, che ha la pelle scura e un’età media che si aggira sui quindici anni. Nel seguente passaggio, il dottor Parsons si interroga sui dilemmi del relativismo culturale:
Come può, rifletté, una certa società essere giudicata da un individuo creato da un’altra società? Non esiste un metro di giudizio imparziale. Io sto semplicemente paragonando questo mondo al mio. Non a un altro. (p. 61)
Un altro elemento tipico delle distopie è la descrizione di una società collettivista che soffoca il singolo o, come scrive Dick, un «sistema votato all’estinzione dell’individuo in nome della difesa del futuro» (p. 191). Per proseguire il parallelo con il romanzo di Lem, potremmo paragonare la sterilizzazione forzata cui sono sottoposti tutti gli uomini nella società distopica descritta in Dottor Futuro con la betrizzazione di Ritorno dall’universo, un processo chimico che reprime gli istinti violenti. Il dottor Parsons, non essendo sterilizzato, viene esiliato su una colonia penale marziana, ma qualcosa va storto durante il viaggio e il medico viene riportato sulla Terra.
Nella seconda parte del romanzo entra in gioca l’elemento più affascinante del romanzo, quello dei viaggi nel tempo. Il dottor Parsons viene chiamato a risolvere un delitto dalle conseguenze inaspettate da un gruppo di cospiratori decisi a cambiare il corso della storia. In un susseguirsi di colpi di scena e intricati paradossi temporali Dick riflette su temi a lui cari come quello dell’impostore e della falsificazione della realtà ma anche su questioni come il colonialismo, le colpe degli esploratori e dei conquistadores, il genocidio dei nativi americani, il libero arbitrio, il valore della famiglia e della compassione.
Philip K. Dick, Dottor Futuro, Mondadori 2023, traduzione di Fabio Zucchella, pp. 200, €13,50
Nota: si ringrazia l’Ufficio Stampa Oscar Mondadori per aver gentilmente inviato una copia del libro al recensore.
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