Un mix tra un feuilleton, un thriller, un poliziesco all’italiana, un curioso mistery di ambientazione haitiana, un racconto fantastico con tanto di mostro dell’Opera e via, con altri elementi che via via appaiono, chiamati a sostenere un maxiromanzo (870 pagine…) e cercando di non perdere il ritmo delle scene e delle sorprese che si accumulano, divertendo il lettore, chiamato a girare ancora una pagina per vedere come finisce la scena, anche se la mezzanotte è passata da un po’ e il peso del libro è davvero notevole…
Protagonista indiscussa de La Stazione è la stazione centrale di Milano, una bizzarra e gigantesca costruzione, inaugurata nel 1931, con il suo stile eccessivo e kitsch, definito ironicamente «assiro-milanese» e che, come l’Opera di Parigi, nasconde strani passaggi e incredibili costruzioni sotterranee abbandonate da tempo.
Che il livello ipogeo della stazione di Milano sia in qualche modo famoso è un dato di fatto anche se l’autore, Jacopo De Michelis, aggiunge ai livelli sotterranei del fabbricato (che tra l’altro contengono realmente un cinema…) un ulteriore terzo livello, ripescando le voci che circolavano tra i clochard che hanno popolato per anni i livelli profondi della stazione.
Riccardo Mezzanotte, giovane ispettore con un padre poliziotto leggendario, misteriosamente trucidato e Laura Cordero, studentessa bella e ricca e in possesso di una “dote” naturale che non le è facile sopportare, sono i due personaggi che animano le pagine del libro, dapprima raccontati ognuno nella propria esistenza ma destinati e incontrarsi e a condividere le molte avventure che l’autore organizza nelle pagine del libro.
Buona norma di una recensione è quella di raccontare, sia pure per sommi capi, la vicenda narrata e qui che sorge un grosso problema: raccontare un feuilleton di questo genere è un po’ come voler narrare i Tre Moschettieri di Dumas senza lasciare intuire nulla della trama, impresa evidentemente impossibile, se non rischiando un spoiler continuo. Possiamo dire Mezzanotte è un poliziotto non facile, testardo e insofferente, che lavora per la Polfer (Polizia ferroviaria) dove è stato spostato per punizione e ha un rapporto non facile con i colleghi e il suo diretto superiore – e ci vorranno sei o settecento pagine per capire come mai – e che Cordero, studentessa universitaria e volontaria per un’organizzazione benefica, incontra in più occasioni due bambini che portano con sé un segreto innominabile e che ci vorranno anche in questo caso un numero ragguardevole di pagine per trovare una spiegazione a tali apparizioni. Ovviamente verso il termine del volume i due personaggi, che in diverse occasioni si salvano l’un l’altro la vita, giungeranno a condividere la propria vita. Al centro della vicenda la Stazione, alfa e omega di tutto ciò che il libro racconta.
Efficace e potente nella sua prima parte, dopo una serie di eventi (che non posso raccontare qui, ovviamente) perde un po’ di smalto e pur lasciandosi leggere funziona decisamente meno. Nulla di male, comunque, ho finito il volume senza effetti secondari.
È consigliabile? Se cercate un libro che vi assorba come certi libri letti da giovanissimi può essere la lettura giusta, se viceversa cercate qualcosa di più impegnativo lasciate perdere, anche se non può non sorgere la domanda: «Che cosa avete mai contro il divertimento fine a se stesso?»
Jacopo De Michelis, La Stazione, Giunti 2022, pp, 870, € 19,00
Idem, coll. Le chiocciole 2023, € 15,00
Idem e-book con DRM, € 8,99
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