Al centro del romanzo, condotto con abilità e stile, c’è una comunità della provincia inglese: una stazione balneare ancora vuota in una primavera piovosa. Cottages nascosti nel verde, associazioni benefiche di madri in attesa di recuperare i figli dall’asilo, un pastore giovane, troppo “moderno” e consapevole di non possedere le risposte che il suo gregge, sempre più anziano, indifferente e sparuto, si aspetta da lui. Ci sono poche famiglie ricche, alcuni pensionati piccolo borghesi in fuga da Londra, gli operai delle poche industrie legate alla pesca e al turismo, un paio di emarginati che vivono di una carità abituale e distratta, un po’ di giovani inquieti che smanettano sulle moto, in attesa di sostituire i genitori nella fabbrica del pesce. Dietro la facciata calma, linda, cordiale e un po’ sonnolenta, come accade nei libri di P.D. James e di altri autori, si intrecciano tensioni, si nascondono segreti che nessuno vuole conoscere. Il costante meccanismo di rimozione che, insieme al pettegolezzo, tiene insieme la comunità reggerebbe infinito se Timothy Gedge, quindicenne strambo e privo di doti, ignorato da mamma e sorella, non avesse l’abitudine di girare giorno e notte per le strade, spiando dalle finestre e origliando, e non si fosse messo in testa di vincere la gara annuale “scopri il talento”….
L’autore, recentemente scomparso, conduce saldamente le fila della vicenda, a ritmo pacato ma senza mai perdere colpi, sino ad un finale in sordina che solleva in noi lettori molti interrogativi sulle vite così assurdamente diverse che toccano in sorte ai nostri simili. Giochi da ragazzi non è il titolo originale, ma si presta bene a queste riflessioni: i ragazzi dovrebbero avere in mano carte nuove per giocare, invece hanno quasi sempre in sorte carte logore, già giocate troppe volte dagli adulti. Timothy non può che sfiorare il peggio e, anche quando viene a contatto con qualcosa di meglio, non riesce a riconoscerlo. É una personalità fragile, incapace di difendersi mantenendo un po’ di fiducia, cresciuta intorno all’antagonismo verso quanti – adulti ma anche ragazzi più fortunati di lui – hanno tradito il suo bisogno di attenzioni.
Un libro che affronta pianamente temi sostanziali, suggerendo pensieri che preferiremmo evitare sull’incompatibilità tra sopravvivenza e felicità.
William Trevor, Giochi da ragazzi, Guanda Fenici Tascabili 2003, pp.224, € 7,80, trad. L. Pignatti
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