
E arriviamo così a La vita segreta, tre storie vere dell’era digitale, di Andrew O’Hagan – romanziere scozzese autore di quattro romanzi prevalentemente incentrati sulla situazione attuale della sua patria – , editore Adelphi. Le tre storie raccontate riguardano Julian Assange, individuo che non ho ancora stabilito se mettere nei buoni, nei così-così o nei bastardi, il dark web, ovvero il lato «oscuro» di internet e il presunto (ovvero l’avatar di Craig Wright) Satoshi Nakamoto, “inventore” del Bitcoin.
L’incontro con Julian Assange, iniziato a pagina 21, termina a pagina 92, anche se, personalmente, devo ammettere di aver gettato la spugna intorno a pagina 60. Infatti, una volta stabilito che Assange è un radicale di destra con formidabili tendenze narcisiste, – per le quali non merita nemmeno scomodare Max Stirner e la sua teoria dell’Unico – risulta tutto sommato inutile ripeterle ogni tre pagine, enumerando fatti e discorsi nei quali il nostro amato Assange ripete instancabilmente il mantra della propria fenomenale personalità, della propria missione e del proprio ruolo nel mondo. Oltre a questo, finisce per risultare petulante il narratore che non perde occasione di far notare quanto è stato difficile e tutto sommato inutile inseguire Julian Assange nel tentativo di scriverne una biografia. Non si ha nessuna difficoltà ad ammetterlo e buonanotte: si abbandona la lettura con una sensazione di affaticamento e di sottile nausea, nei confronti di Assange, certo, ma anche del noioso preteso estensore di una biografia inesistente. La sensazione è che O’Hagan abbia puntato sul cavallo sbagliato, continuando ad alzare la posta nel tentativo di raccontarlo, ma dovendo alla fine ammettere di aver sbagliato corridore. In generale, comunque, non sono riuscito a farmi un’idea precisa del nostro Julian Assange – con tutta la scarsa simpatia che provo per la politica estera degli USA – e che, in fondo, non meritasse davvero farsela. Il che sospetto non sia in nessun modo giusto.

Più stimolante la seconda parte del libro, dove O’Hagan racconta della sua incursione nel Dark Web e di come sia riuscito, falsificando, mentendo, dando falsa testimonianza, imbrogliando sui propri dati personali e combinandone di ogni colore ad acquistare farmaci, psicofarmaci, droga, armi e quant’altro vi venga in mente di illegale. Interessante, tutto sommato, ma nulla di davvero sconvolgente: se non siete dei poveri ingenui non scoprirete nulla che non abbiate già sospettato.
Terza parte dedicata a Craig Wright, alla sua entità virtuale Satoshi Nagamoto e al Bitcoin, la sua invenzione. Mi interessava non poco l’argomento, come il fatto che il Bitcoin sia l’unica forma esistente di valuta sganciata dalle banche centrali e dal sistema finanziario internazionale. I problemi fondamentali che il volume pone sono due: il primo è che qualunque testo in forma di libro sull’argomento rischia un inevitabile ritardo sulla realtà. Il libro è del 2017 e nel 2021, tanto per dire, un soggetto di nome Elon Musk ha investito una quantità considerevole di denaro in bitcoin (poi cedendoli) e i pareri in proposito – oltre alle reazioni del mercato – sono stati quantomai diversi e constrastanti. Il secondo limite è nell’autore del libro, ovvero un narratore e non un giornalista, quindi perfettamente in grado di raccontare le sfumatura di pensiero e di comportamento di Craig Wright ma sostanzialmente incapace di fornire una spiegazione utilizzabile per chi voglia informarsi sul Bitcoin, sulla sua funzione e scopo. In sostanza, tormentato da e-mail che mi invitano a investire sui Bitcoin, sono rimasto ignorante tanto quanto, pur continuando a pensare che, dal momento che non esistono pranzi gratis – detto popolare ma con evidenti legami alla termodinamica – faccio bene a NON investire in Bitcoin, nonostante le stravaganti e/o mostruosi aumenti e cadute del suo valore. Non sono un broker né mi sento di studiare per diventarlo.

Il problema fondamentale non è probabilmente del libro in sé, che immagino si possa leggere come un gossip book con qualche divertimento, ma del mio atteggiamento sbagliato nell’accostarmi ad esso. Cercavo notizie e ho avuto farfalle. Avessi cercato farfalle sarei rimasto contento.
Andrew O’Hagan, La vita segreta, tre storie vere dell’era digitale, Adelphi, collana dei casi 122, 2017, pp. 222, € 22,00, trad. Svevo D’Onofrio
Idem ed. in e-book, € 15,99

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