
L’antologia, pubblicata da Frassinelli nel 2019, raccoglie otto racconti di Ted Chiang, e Respiro, è il titolo di uno dei racconti. Premetto che alcuni dei testi qui pubblicati (Il ciclo di vita degli oggetti-software, pubblicato da Delos nel 2011, Cosa ci si aspetta da noi, pubblicato da CS_libri in ALIA Anglostorie nel 2008, per la traduzione di Davide Mana), sono già apparsi in Italia ma con una distribuzione (ahimé) insufficiente e/o limitata al pubblico abituale della fantascienza. La presenza in questa antologia costituisce per molti lettori il primo modo – o il secondo dopo Storia della tua vita – per conoscere Chiang.

Il racconto che apre l’antologia, Il mercante e il portale dell’alchimista, affronta un tema abituale per la sf e per il paradosso dei viaggi nel tempo, ovvero se è possibile, modificando il passato, che tale cambiamento possa cambiare la realtà contemporanea. Chiang affronta il tema a suo modo, ambientando la narrazione nell’Arabia delle Mille e una Notte e dimostrando che cambiare il presente mutando il passato è un’impossibilità pratica e che combattere per farlo è un incubo senza uscita.
Respiro è un delicato gioiello. Raccontato con il consueto distacco trasognato tipico di Chiang, narra della scoperta da parte di un appartenente a una specie altamente civilizzata della fine imminente della sua gente, condannata dal lento crescere dell’entropia negativa. Il fatto che sia il respiro l’elemento fondamentale della loro sopravvivenza e della loro fine è un dato che riesce a rendere ancor più raffinatamente struggente il racconto.
Cosa ci si aspetta da noi è un racconto brevissimo che affronta il tema del libero arbitrio, con conclusioni disperanti, mentre Il brevetto della Tata Automatica di Dacey è una storia dell’incontro tra intelligenza umana e macchine, con esiti comicamente drammatici (o drammaticamente comici). Il ciclo di vita degli oggetti software è stato recensito qui, e mi sembra poco serio ri-recensirlo. Omphalos e Il grande silenzio sono due ottimi racconti, il primo incentrato sul «tradimento» perpetrato dall’Altissimo nei confronti del genere umano e lo stupore disperato di chi ha davvero creduto il Lui, il secondo sull’esistenza di una seconda razza intelligente sul nostro pianeta, condannata all’estinzione per semplice «distrazione» della nostra specie. La verità del fatto, la verità della sensazione è basato su un tema a ben pensarci diabolico: l’impossibilità di dimenticare mentre L’angoscia è la vertigine della libertà parte dalla possibilità di vivere “in differita” la vita di un altro sé in una Terra alternativa, con i confronti, le delusioni e le speranze nate da questa facoltà. Un racconto forse un po’ dispersivo, soprattutto in rapporto alla consueta stringata asciuttezza di Chiang, anche se comunque meritevole di lettura.

Ted Chiang non è uno scrittore che racconta di un futuro più o meno lontano e più o meno verosimile – anche se non vi è assolutamente nulla di sbagliato, riprovevole o volgare in questo – quanto piuttosto un autore che sceglie di occuparsi di temi non facili, come tutti quelli che riguardano profondamente il nostro essere-nel-mondo, temi come la fede, la comunicazione, le emozioni, la solitudine, la comprensione, il ricordo, l’ansia per il futuro o la sua accettazione, il rimorso, il dolore. Uno scrittore impossibile da incasellare in un ben preciso genere, il che, lasciatemelo dire, è una rara e felice facoltà.
Segnalo, in calce al testo, una breve raccolta di note scritte da Chiang a commento, presentazione e ricordo personale sulla nascita dei singoli racconti.

Ted Chiang, Respiro, Frassinelli 2019 [ed.or. 2019], pp.339, € 18,50, trad. Christian Pastore
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