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Diversamente dal solito, il fisico quantistico ed eclettico divulgatore scientifico Jim Al-Khalili in Sunfall si cimenta con la narrativa, senza però rinunciare alla scienza.
Ambientato intorno al 2040, Sunfall mette in scena una inquietante e plausibile apocalisse che potrebbe aspettarci proprio dietro l’angolo. La storia comincia in sordina, con strani avvenimenti che al momento paiono solo piccole stranezze: un grande gruppo di farfalle Monarca si prepara alla stagione fredda migrando verso l’Artico anziché verso Sud; Mark, scienziato incasinatissimo, in Nuova Zelanda assiste, dopo aver libato a Bacco, a una spettacolare aurora polare orientata verso Nord… Poi gli indizi si fanno più consistenti e preoccupanti, le comunicazioni satellitari vengono pesantemente colpite, gli aerei subiscono incidenti inspiegabili, super tempeste devastano vaste aree del pianeta, e a poche pagine dall’inizio, Sarah, una giovane studiosa di Scienze Solari, lancia l’allarme: una espulsione solare di massa coronale ha colpito il pianeta. Ma c’è la magnetosfera a proteggerci, giusto? No, non più come prima.
… il campo magnetico terrestre, che per miliardi di anni aveva protetto la fragile biosfera del pianeta dalle pericolose radiazioni provenienti dallo spazio, non era pià all’altezza del compito.
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Vabbé, Terra si starà avvicinando a una inversione dei poli, succede da sempre con ritmi di alcune centinaia di migliaia di anni. È un fenomeno già accaduto molte altre volte, prima o poi, probabilmente con un tempo valutabile in secoli o migliaia di anni, si riassesterà.
Poi Shireen, giovane e brillante cyber-haker iraniana, divulga l’insospettabile…
Sarah, Mark, Shireen e un pugno di altri scienziati vengono convocati d’urgenza all’ONU per chiarire la situazione. E questa ONU è un po’ diversa da quella attuale, già indebolita dai veti dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. Nel giro di una ventina d’anni, l’ONU del futuro ha ormai accettato fra i suoi seggi i rappresentanti di multinazionali che ogni anno fatturano quanto il PIL di un Paese e che così possono condizionare direttamente la politica mondiale (un dettaglio niente male, che fa rabbrividire chi legge). Gli scienziati si ritrovano quindi a fronteggiare politici maneggioni e presidenti di multinazionali che, vedendo poco al di là del loro naso (e della loro carriera) si preoccupano soltanto delle conseguenze a breve termine (danneggiamento delle reti elettriche e perturbazioni dei segnali radio) ma della esposizione diretta di un bella fetta di pianeta e della sua biosfera (noi compresi) alle radiazioni cosmiche. A tutto l’autore aggiunge una setta di millenaristi che considerano l’umanità una malattia: prima sparirà e meglio sarà per la Terra. Chissà forse la sopravvivenza della Terra potrebbe davvero, in un vicino futuro essere nelle mani di un pugno di scienziati entusiasti, alcuni super hacker e delle Menti, le IA che guidano i centri di ricerca, a cominciare da una soave «creatura non biologica» che guida il CERN e che ha l’aspetto e la saggezza di Fabiola Gianotti.
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Al-Khalili condisce la sua storia di dettagli e tecnologie che potrebbero essere abituali fra un paio di decenni, fa salire la tensione e maneggia bene il suo thriller. La prosa è funzionale e nulla di ciò che l’autore ci dice è poco accurato o campato per aria, a cominciare dall’indebolimento del campo magnetico terrestre: il processo è in atto da un paio di secoli e attualmente monitorato, la spiegazione ancora di là da venire. Le ipotesi sull’uso della materia oscura sono quantomeno possibili e il lettore è trascinato a continuare la lettura per vedere come andrà a finire.
Quando ho comprato il romanzo mi attendevo molta scienza e molta ne ho avuta, non mi aspettavo certo narrativa sperimentale o grande approfondimento dei personaggi, quindi affezionarmi a qualcuno di loro è stata una sorpresa gradita.
E l’infodump, vi chiederete? Be’, Sunfall è scritto da un divulgatore scientifico. C’è molta informazione, che non diventa mai «spazzatura» ma che, talvolta, permea i dialoghi. Il romanzo è denso di tecnologia e di fisica, ma considerato l’argomento, l’informazione gioca a favore della narrazione, altrimenti noi non-fisici non capiremmo niente. Ci sono poi alcune trovate interessanti, come l’incontro in realtà aumentata fra Shireen e una Mente molto brillante e molto, molto caparbia. E c’è anche un vero cattivo.
Lettori e recensori si sono divisi fra critiche e apprezzamenti: «troppa scienza» (ma cosa potevamo aspettarci?), «storia d’amore non necessaria» (ma togliendogli umanità il romanzo sarebbe stato letto solo dalle Menti, forse). Sono stati fatti i nomi di Arthur Clarke (plausibile) e quello di Dan Brown (mah…). Ma il commento migliore è quello di un recensore che ha paragonato il cattivo ai vilain delle storie di James Bond. Non posso dirvi perché, per non fare spoiler. È un dettaglio secondario, ma forse salterà all’occhio anche a voi.
Nella postfazione, l’autore dice che aver scritto un libro di narrativa lo ha fatto vivere in modo diverso, dandogli la possibilità di tornare appena poteva al suo mondo immaginario. Si è divertito anche lui, insomma:
Per tre anni […] un giorno qua, un fine settimana là, lunghi viaggi – mi sono immerso in un mondo elettrizzante che avevo creato io stesso.
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Si è anche affezionato ai suoi personaggi, e qua e là il lettore se ne rende conto e apprezza. Spero che non ne scriva subito un altro, ma se lo farà tra un po’ di tempo gli darò una seconda possibilità.
Jim Al-Khalili, Sunfall, Bollati Boringhieri 2019 (ed. or. 2019), pp. 413, trad. Carlo Prosperi, € 18,60
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