…Negli Stati Uniti la serie «The Year’s Best Science Fiction» è già arrivata al 14° volume…
Facendo due conti e calcolando che questo L’altra faccia della realtà è uscito come volume riassuntivo dei racconti pubblicati nel 2005, ne concludiamo che dopo questo 11° volume sono usciti altri tre volumi relativi, rispettivamente, al 2006, 2007 e 2008. Se a questo dato aggiungiamo che questa antologia è soltanto una delle antologie americane in uscita negli States nel 2009 – senza contare quelle uscite in Canada o in Gran Bretagna nello stesso periodo – ci rendiamo conto che parlare di crisi della fantascienza come si fa ormai da tempo in Italia è quantomeno un po’ esagerato.
Alle centinaia di antologie di short stories di fantascienza pubblicate in lingua inglese, in Italia rispondiamo con pochissime antologie, per il 2009 finora… 3 (tre), delle quali una è stata – ALIA Anglostorie – pubblicata da noi. Probabile che esistano altre antologie in italiano che non è facile rintracciare, ma il loro numero e la loro diffusione è naturalmente molto bassa.
Se la sf è in crisi, perché gli americani si ostinano a scriverne e a pubblicarne? Non solo, come mai negli States (come in Gran Bretagna e in Canada) esistono numerosi autori in grado di scrivere sf ma anche horror, fantasy e o mainstream? La sf non è più un ghetto? Si può scrivere la mattina di mostri alieni e il pomeriggio di alienazione della vita urbana quotidiana?
Adesso smetto con le domande, va bene, ma non è facilissimo.
Ritorniamo al libro.
L’altra faccia della realtà, un volume di 474 pagine pubblicato come Urania Millemondi. Trentuno racconti e trentuno autori per la maggior parte americani ma con nove inglesi, due scozzesi, due canadesi e un finlandese. La qualità media dei racconti pubblicati è molto alta e sono presenti sia autori noti in Italia (MacLeod, McIntyre, Rucker, Sterling, MacAuley, Chiang, Swanwick, Baxter, Bear, Benford, Haldemann e Doctorow) che altri poco o per niente noti (in Italia, naturalmente), ma evidentemente dotati per il genere.
La traduzione… non è sempre di ottima qualità (come non lo è la correzione bozze, dove gli erori non mancanio) ma nella maggior parte dei casi è tollerabile.
Il (sotto)genere dei racconti è davvero molto vario, a dimostrare come la sf sia cambiata e si sia modificata in questi anni. Per il lettore curioso non mancano le possibilità di incontrare temi e spunti nati o derivati dai decenni di storia del genere. Dal cyberpunk al mistico, alla space opera, alla distopia, alla military sf, all’apologo, al nonsenso, all’urban sf, all’hard science fiction, una varietà di registri che non è per nulla usuale né facile incontrare in altri generi letterari.
Naturalmente anch’io, come tutte e tutti, ho i miei gusti e le mie passioni.
Volendo quindi suggerire la lettura dell’antologia suggerirò di partire da alcuni autori e alcuni racconti.
Comincerò con Quando arrivò il grande giorno di Gardner R. Dozois, cronaca della nascita della specie che sostituirà gli umani sul nostro pianeta. Una storia breve, raccontata dal punto di vista di uno degli esponenti della nuova specie. Finisce male, per il protagonista, ma benissimo per la sua razza.
Seconda persona, tempo presente di Daryl Gregory è il racconto del tentativo di recupero dall’overdose di nuovo genere di droga. Un tentativo non riuscito, per il momento, con la «drogata», una diciassettenne apparentemente perfettamente guarita ma che non può più riconoscersi nella sua vita precedente.
La loro figlia si chiamava Therese. È morta di overdose quasi due anni fa […] Mitch e Alice […] desiderano disperatamente che io sia la loro figlia.
I topi di Mason di Neal Asher si presenta come una semplice storia di disinfestazione ma con un finale molto diverso dal prevedibile… mentre in Guadalupe e Hieronymus Bosch di Rudy Rucker possiamo assistere a un’esempio piuttosto inconsueto di viaggio nel tempo, concluso con una frettolosa e spassosa marcia indietro per rimettere le cose al loro posto. Forse.
In Ragazze e ragazzi uscite a giocare di Michael Swanwick fauni, ninfe e divinità dell’antichità classica rivivono grazie a una bioteconologia avanzatissima, con risultati decisamente curiosi.
Laghi di luce di Stephen Baxter e Stella rosso vivo di Bud Sparhawk sono due esempi magistrali di moderna space opera, malinconico il primo e feroce il secondo. Sulla brana di Gregory Benford racconta la possibile storia di una seconda Terra – Contro-Terra – dove l’uomo non esiste né è mai esistito ma dove imprevedibili forme di vita possono insegnarci qualcosa di molto importante per il nostro futuro.
«Leggero» ma divertente Aumento di ossigeno di R. Garcia y Robertson, sempre ammesso di trovare sufficientemente «divertente» certe fissazioni fondamentaliste di alcuni gruppi umani (e non sto parlando della Lega, preciso). Da sf d’epoca E futuro re… di Adam Roberts con un canonico esperimento sociale guidato da un tipico scienziato «pazzo» proverbialmente di origine teutonica. Di evidente matrice «Dickiana» Oltre lo sguardo di aquila di Alaistar Reynolds e come molti dei racconti di Dick capace di creare interrogativi senza risposta. Gli ultimi tre racconti, Angelo di luce di Joe Haldeman, Ikiryoh di Liz Williams e Io, Robot di Cory Doctorow meritano una citazione ciascuno perchè davvero spassoso il primo, inquietante il secondo e sorprendente il terzo.
Con ciò ho presentato una buona parte dei racconti pubblicati, quelli che personalmente ho apprezzato di più, ma sono dispostissima a credere che i racconti non citati avrebbero meritato la stessa, se non un’addirittura maggiore, attenzione. D’altro canto i gusti sono del tutto personali e mi sembra che segnalare la metà dei racconti pubblicati sia un ottimo risultato per un’antologia. Voi cosa ne pensate?
Hartwell G. David e Cramer Kathryn
L’altra faccia della realtà
Arnoldo Mondadori, Urania Millemondi, 2009
€ 5,50
trad. P. Anselmi
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.