Non si tratta esattamente di una biografia, troppo noiosa, bensì di un saggio romanzato di cui la vita dell’attore Bela Blasko, nato a Lugos, Ungheria, nel 1882 (come mio nonno) è lo spunto iniziale.
Bela (che diventò Lugosi in America per ricordare il paesello natio) è stato il più famoso interprete di DRACULA, al punto che il personaggio diventò il suo alter ego, la sua seconda identità, la sua sola identità…. Franzosini, infatti, sostiene che Bela spirò pronunciando la frase «io sono il conte Dracula, io sono il re dei vampiri, io sono immortale» e che l’ultimo visitatore del cadavere vide un gigantesco pipistrello volteggiare nel corridoio dell’ospedale per poi fuggire verso il tramonto attraverso una porta a vetri.
Franzosini, abile narratore, riesce ad interessare fin da subito con molte notizie sparse di costume e di corridoio sull’ambiente hollywoodiano del periodo (è il 1923 quando Lugosi vi arriva). Lugosi recitò con Mirna Loy, Lon Chaney Jr, Boris Karloff, Lionel Atwin, Basil Rathbone, John Carradine, Greta Garbo ma, prendendo spunto dal Diderot del Paradosso sull’attore, ci si può chiedere se, a causa della troppa sensibilità non fu un attore mediocre:
«L’estrema sensibilità fa gli attori mediocri; la sensibilità mediocre fa la moltitudine dei cattivi attori, ma la mancanza assoluta di sensibilità predestina gli attori sublimi».
Lugosi, insomma, non possedeva la tête froide, come del resto non la possedevano Emil Jaynings o Eleonora Duse o l’attore russo Scepkin: dobbiamo dedurre che furono tutti attori mediocri? Secondo Diderot non vale la pena di discuterne.
Lo stile di recitazione di Lugosi è quello di «una vitalità ingenua che spesso culmina nell’esasperazione del gesto (ricordiamo le braccia sollevate con le mani contratte e le dita a simulare artigli inesistenti)», non vi è traccia di ironia, piuttosto un desiderio di credibilità totale che giunge all’identificazione tra personaggio e attore. Tutto il contrario di Franzosini, che mantiene per tutta la trattazione una velata ironia che forse è davvero la cifra migliore per questo saggio (romanzato?).
Molto interessanti le note al testo. Ne cito una per tutte:
«L’attore Peter Lorre, di Rosenbergh, Ungheria, 1904, sembra si fosse presentato davanti alla salma di Lugosi con l’intenzione (in fondo pietosa) di piantargli nel petto una picca di legno. Boris Karloff che lo accompagnava lo dissuase. I due furono visti allontanarsi avvinghiati l’uno all’altro (…) Se si esclude la sua partecipazione al film Plan 9 from outerspace di Ed Wood Jr del 1959, una volta sepolto Lugosi non ha più dato segni di vita».
Edgardo Franzosini, Bela Lugosi: Biografia di una metamorfosi, Adelphi Piccola Biblioteca (1998), pp. 156, 5 ill. in b/n , € 14,00
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