Mutazioni di P.K.Dick, editore Feltrinelli è una raccolta di scritti inediti autobiografici, letterari o di tema mistico/filosofico. Consta di ben 397 pagine per un prezzo di copertina che nel momento dell’uscita fu di 50.000 Lit.: un prezzo non esagerato ma sicuramente impegnativo e comunque inferiore a quello (99,00 €) con il quale viene posto in vendita in forma di usato.
Veniamo ora alla Domanda, che poi sarebbero due.
1) Il lettore appassionato di Dick farebbe bene ad acquistarlo?
2) Il lettore che poco o per nulla conosce Dick farebbe bene eccetera?
La risposta, temo, è no ad entrambe le domande. Una volta detto e ribadito che Feltrinelli ha fatto assai bene a pubblicare qualcosa di Dick (sia pure in colpevole ritardo rispetto ad altri editori di cultura, tipo Sellerio) debbo constatare che:
– La raccolta è singolarmente povera di apparato critico. C’è una presentazione non esaltante a cura di Lawrence Sutin, suo biografo e curatore di In Pursuit of Valis: Selections from the Exegenesis, brevi appunti di presentazione alle sei sottosezioni (scritti autobiografici, scritti sulla sf, scritti riguardanti The Man in the High Castle, trame e proposte di sceneggiature, saggi e discorsi e brani dall’Esegesi) dopodiché il lettore viene buttato ignaro e incredulo nel calderone delirante del pensiero di P.K.Dick, con esiti che non oso immaginare. «Ma deve essere un lettore avvertito, per spendere 50 carte per ‘sto malloppo» Dice una vocina. Bene, allora, se la vocina ha ragione la domanda due cessa di esistere. Continuo, tenendo ben presente che, a questo punto, i lettori possibili sono solo del primo tipo.
– Diversi brani che appaiono non sono inediti in Italia. Nella sezione Saggi e Discorsi i due saggi brevi: «Se questo mondo vi sembra brutto…» e «Come costruire un universo che non cada a pezzi…» sono già stati pubblicati rispettivamente da E/O e dalla ormai defunta Nord. Oltre a questo i due capitoli inediti della progettata continuazione de La Svastica sul Sole (The Man in the High Castle) sono stati pubblicati nell’edizione economica del romanzo a suo tempo ristampata da Fanucci. Se si tiene conto che queste tre cose sono probabilmente le meglio articolate e le più interessanti della raccolta…
– Sono troppi i brani di scarso valore saggistico ed estetico. I brani di tema cosmogonico e cosmologico e (a maggior ragione) quelli tratti dall’Esegesi (ovvero un diario personale) sono praticamente illeggibili: Dick li ha scritti senza porsi il problema di un’eventuale pubblicazione. Chiunque abbia letto qualcosa della sua biografia e dei suoi romanzi sa quanto egli fosse dominato da alcune caratteristiche fissazioni (che non a caso formano il nocciolo della sua ispirazione) e come intorno ad esse organizzasse le nozioni che la sua curiosità onnivora scovava. P.K.Dick ha scritto numerosi romanzi basati sul tema dell’ambiguità / irrealtà / inafferrabilità dell’universo ovvero sull’esistenza di universi ulteriori, sottesi a quello – apparente – nel quale viviamo. Sono convinto che il tema narrativo che gli era caro sia alla base del suo interesse per la dottrina gnostica e per le filosofie medievali, nonché per la fisica quantistica, la cibernetica ecc. Ovvero che il tema narrativo sia venuto prima della sua organizzazione in pensiero (più o meno) coerente. A volerlo presentare come un filosofo – sia pure dilettante – si rischia, sic et simpliciter, il ridicolo.
P.K.Dick è un grande scrittore (lo ripeto, perché leggendo questo Mutazioni mi sono venuti talvolta deprimenti dubbi), probabilmente uno dei pochissimi grandi scrittori giunti alla fama in questi ultimi cinquant’anni. In più è anche morto e quindi assente, come dice Paolo Conte. Che si cavalchi il suo successo postumo non è sorprendente, bisognerebbe essere candidi fino alla stupidità per scandalizzarsene, ma anche l’amore – sia pur sviscerato – per un autore non dovrebbe funzionare da paraocchi. E il fatto è che Mutazioni aggiunge pochissimo al bagaglio di conoscenze su Dick e non aggiunge proprio nulla in termini di riflessione storico- letteraria sulla sua opera. Si avvicina forse più al libro di culto, ovvero alla reliquia ed è quindi adatto ai collezionisti di reliquie. Questo ne spiega anche, in ultima analisi, il prezzo.

Philip K. Dick
Ultimissima nota, del tutto personale: non ho mai nutrito un particolare interesse per le biografie degli scrittori, soprattutto per quelli che mi piacciono particolarmente. Questo può forse spiegare una certa intolleranza per libri come questo. Mi scuso quindi per la mia amarezza [dolore misto a contrarietà e talora a lieve rancore] – spiega la Treccani, ma non sono disposto a cambiare idea.
P.K.Dick, Mutazioni, Scritti inediti, filosofici, autobiografici e letterari, Feltrinelli Interzona (1997), pp. 397, trad. Gianni Pannofino, curatore Lawrence Sutin.
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