Un testo difficile da presentare (e da trovare, ma ancora reperibile), che suo tempo mi è piaciuto perché offre molti piani di lettura e sta metà tra il saggio storico e la fantasia più ambigua: Haakman, che è al contempo anche uno dei personaggi della narrazione – e soprattutto il lettore, se decide di assecondarlo – si invischia deliberatamente nella propria opera sino a non separare più l’invenzione dal vero. Soggetto del saggio, ma anche vero protagonista di uno dei molti livelli su cui si snoda la vicenda, è il gesuita tedesco Athanasius Kircher (1602-1680) erudito eclettico e di grandi ambizioni, inventore di macchinari per creare illusioni, costruttore di lanterne magiche, microbiologo ante litteram, autore di centinaia di saggi su tutte le branche del sapere della propria epoca: geografia, geologia, acustica, ottica e magnetismo nonché di un testo [Iter extaticum] il cui protagonista viaggia nello spazio e visita il mondo sotterraneo.
Kircher fu un sostenitore accanito della controriforma ma anche uno scienziato e dovette barcamenarsi nei confronti di una Chiesa che aveva condannato le dottrine di Copernico e Galilei, pur intuendone la portata rivoluzionaria. Abilissimo agente di se stesso, Kircher seppe valorizzarsi acquistando gran fama in vita, ma venne ben presto tacciato di mistificazione avendo sostenuto a torto di saper interpretare i geroglifici; così cadde nell’oblio.
Tre secoli dopo la morte di Athanasius il narratore, affascinato da questa figura di«scienziato imbroglione», intende scrivere un libro su di lui, quindi si mette in contatto con i pochi ma entusiasti studiosi di Kircher. Viene così coinvolto nelle attività ai margini dell’illegalità del Commendatore dell’ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme Arno Beck, editore dalle mire grandiose e folli dell’opera quasi infinita del gesuita. I preziosi libri, però, vedranno la luce solo sotto forma di menabò incompleti. Ma Arno avrà nel frattempo spillato una quantità spaventosa di quattrini a filantropi di orientamento cattolico.
Lo scrittore passa attraverso tutte le fasi del dubbio – Kircher fu un sapiente o un imbroglione? È mai esistito Kircher? L’uomo chiamato Arno Beck, oggi interessato all’opera effimera di Kircher, è uno studioso ingenuo o un abile millantatore e truffatore? Esiste un uomo di nome Arno Beck? – E approda alla fine a incertezze ambigue e inspiegabili come le inquietanti somiglianze esistenti fra Beck e Kircher o la rete di simboli cosmici che talvolta percepisce oltre la quotidianità, esattamente come Athanasius:
«Ogni cosa è un segno. Un segno della Grande Congiura della Natura, ordita da Dio stesso. Il mondo è un grande insieme di cose che non sono mai semplicemente quel che sono».
Suggestiva e intrigante, la narrazione ritorna su se stessa a spirali sempre più larghe, partendo da uno spunto limitato per sfiorare l’infinito in un gioco di rimandi. L’opera di Haakman mi è piaciuta nonostante alcune lungaggini iniziali dovute, probabilmente, alla necessità di attirare il lettore in un marchingegno narrativo estremamente complesso. La consiglio a lettori pazienti e amanti dei labirinti narrativi che approdano in luoghi non riconoscibili.
Nel 1974 Pieter Verhoeff e Anton Haakman produssero un breve documentario su Kircher.
Interessante biografia di A.Kircher qui: https://www.thenation.com/article/kirchers-cosmos-athanasius-kircher/
Anton Haakman, Il mondo sotterraneo di Athanasius Kircher, Garzanti, pp. 241, trad. Fulvio Ferrari
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