Episodi incendiari assortiti di David Means (2000, minimum fax 2003, trad. Matteo Colombo e Simonetta Russo), una raccolta sfaccettata e sorprendente, la cui intima essenza è, mi pare, la concentrazione sui gesti più minuti di gente qualsiasi, che, illuminati dalla sensibilità dell’autore, si rivelano i più significativi, la sintesi di una vita. Molte delle vite raccontate da Means spesso sono banali: una vedova non più giovane divisa tra scrupoli di fedeltà postuma e la speranza, forse mal riposta di un nuovo amore (Il travaglio della vedova), un uomo benestante e colto va a spasso di sera lungo la vecchia ferrovia (Incidente ferroviario, agosto 1995), un marito borghese di mezza età in ansia alla prospettiva del trasloco del vicino (La reazione), gli invitati a un rinfresco di matrimonio prevedibilmente noioso (L’interruzione), persino la propria morte diventa inevitabilmente ovvia (Tahorah), se osservata dalla pietà impassibile di Means. Oppure si tratta di vite misere, che paiono prive di scopo e di dignità: barboni che vivono davvero «ai margini» della società, alla ricerca difficile di cibo e riparo (L’interruzione), homeless per i quali il treno, la notte, si riduce al punto di contatto tra la loro mano e il vagone al quale sono aggrappati (La presa), il ragazzino segnato dalla sorte, figlio di un padre indifferente, che non ha niente con cui valga la pena giocare: «giusto una base spaziale Matt Mason, la stessa che chiunque aveva ricevuto l’anno prima» (Il lamento di Sleeping Bear).
A riscattare questa gente sono la sensibilità di Means, la sua scrittura attentamente sorvegliata e capace di evocare spazi e natura e forze naturali, il suo amore per i dettagli che reggono le nostre vite, la sua curiosità e la sua passione civile che gli permette di intrecciare senza forzature le vicende personali e quelle collettive. Mossi da queste forze, i personaggi di Means vanno incontro a destini sorprendenti: sposi apparentemente soddisfatti non reggono, sulla distanza, all’impatto tra la miseria del barbone e la rabbia di un loro invitato, il ricordo di un vecchio compagno di scuola sfigato può illuminare retrospettivamente le scelte di un giovane, una banale allergia denuncia la fragilità di una esistenza, il video casalingo di un incontro erotico lontanissimo diventa un ponte fragile e toccante fra due possibili amanti. Nemmeno di questa antologia potrei indicare un racconto «migliore» di altri, la vena di Means è molteplice, i toni e gli stili variati, l’ispirazione mescola armonicamente la fiction e gli spunti reali (Episodi incendiari assortiti, Quello che fecero). So per certo che non riuscirò a dimenticare Incidente ferroviario, agosto 1995, ricerca pacata e forse non consapevole di un contrappasso, di un’espiazione in contrasto stridente con un’esistenza saggiamente amministrata e una quotidianità ordinata ed elegante.
David Means, Episodi incendiari assortiti, Minimum Fax 2003, pp. 163, € 11,50, trad. Matteo Colombo, Simonetta Russo
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