Tecnobarocco, Einaudi editore, è stato scritto da Mario Tozzi, ricercatore presso il CNR e conduttore di programmi televisivi dedicati all’attuale situazione ambientale. Sottotitolo del libro è Tecnologie inutili e altri disastri e la micropresentazione riportata in copertina recita: «…un saggio per fare a meno del superfluo, ritrovando il senso autentico del progresso culturale e scientifico»
Tutto vero? Sì, penso di sì. Curioso come Tozzi riprenda temi a suo tempo approfonditi da Rifkin, Diamond, Viale, Tiezzi ed altri e faccia involontariamente riferimento proprio a I Signori del Silicio di Morozov che ho recensito qui. Il tema fondamentale di Tozzi è che
«il condizionamento pubblicitario, la globalizzazione e gli interessi economico – politici non consentono alcun margine di intervento dal basso: a decidere è soltanto il mercato».
La necessità di “innovare” a ogni costo è evidentemente figlia di una concezione commerciale del progresso tecnologico, grazie al quale vorrai gettare il prodotto tuttora efficiente per procurarti il modello più recente dello stesso genere di prodotto. È il caso di ricordare le varie generazioni di i-phones e prodotti similari nati per renderci tutti, volenti o nolenti, perennemente connessi? O le TV cambiate ogni due o tre anni? E la titanica produzione di plastica che, una volta scaricata in mare, gira eternamente e ogni anno uccide un milione di uccelli marini…
Ecco l’inganno tecnologico rivelato in tutto il suo portato devastante nel caso delle plastiche: la tecnologia apparentemente ti semplifica la vita, ti tira persino via dalla povertà e non ci sono conseguenze personali, nell’immediato, da pagare. Peccato che […] il prezzo lo paghi l’intero pianeta e, in ultima analisi, l’umanità stessa.
Letteralmente non si salva nulla nella requisitoria di Tozzi, dall’uso debordante dei social network fino a tutti i possibili Ponti sullo Stretto. A pagina 83 propone di «scardinare la globalizzazione» e a pagina 85 scrive che «la tecnologia barocca distrugge la sfera personale e la vende sul libero mercato». Un libro quantomeno molto interessante, che paragona, secondo criteri non banali e finalmente complessivi, il dirigibile con l’aeroplano, la bicicletta con l’autovettura, l’auto ibrida con l’auto a benzina, persino la carta riciclata con la carta igienica, giungendo sempre a dimostrare come le abitudini più diffuse sono anche le più pericolose per il pianeta.

Mario Tozzi
Principale difetto del libro è da un lato una certa confusione dovuta alla quantità di temi affrontati, dall’altra una inevitabile difficoltà per giungere ad articolare proposte alternative, tanto più tenendo conto del peso e della onnipresenza del Capitale.
Il capitalismo sfruttatore dell’ambiente non crollerà sotto il peso delle sue eventuali contraddizioni interne, ma a causa del prezzo che sta facendo pagare a tutti.
Cosa aggiungere? Non molto credo, anche se non è affatto facile cominciare a ragionare sulla catastrofe che matematicamente ci aspetta nell’immediato futuro.
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Mario Tozzi, Tecnobarocco. Tecnologia inutili e altri disastri, Einaudi Passaggi 2015, pp. IV+194, € 18,00
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