Le presenze che strisciano nella vita di Teddy Daniel in L’isola della paura di Dennis Lehane, non sono affatto gentili. Portano morte, dolore, rimpianti. Rimorsi, forse. Perché quando la Dolores è morta, nell’incendio appiccato da un piromane, Teddy non c’era. Si erano conosciuti prima della partenza di lui per la guerra, e lei lo aveva aspettato. Poi, Laeddis gliel’ha ammazzata. Ma Teddy non può vendicarsi, perché è un poliziotto e deve rispettare le regole. Poi, il destino sceglie per lui: una paziente è fuggita dall’Ashecliffe Hospital, l’ospedale specializzato nella detenzione e cura di criminali psicopatici. La donna è un’assassina pericolosa e, a quanto pare, si è volatilizzata. E Teddy, inviato a cercarla insieme al compagno Chuck, sa che all’Aschecliffe Hospital è rinchiuso anche Laeddis.
L’ambientazione claustrofobica (l’ospedale si trova sull’isola di Shutter, poche miglia al largo di Boston), la minaccia di una terribile tempesta in arrivo, l’impossibilità di lasciare l’isola, l’atteggiamento evasivo del personale, l’apparente disaccordo tra il direttore sanitario e quello carcerario, le cure d’avanguardia sperimentate nel carcere… tutto concorre a creare un’atmosfera alienante, a spingere Teddy, ossessionato dalla morte di Dolores e dal desiderio di trovarsi a tu per tu con il suo assassino, a diffidare di tutti, a cominciare da Chuck, il collega cordiale e capace di simpatizzare con la gente, di dire la cosa giusta al momento giusto.
È solo che ho notato che la gente, su quest’isola, ah un modo tutto particolare di cerarsi la sua verità. Pensano che, se la ripetono abbastanza a lungo, allora dev’essere così.

Dennis Lehane
Per l’attenta costruzione, lo stile asciutto, la capacità di evocare atmosfere allucinate da cinema espressionista, la sapiente descrizione dell’alienazione progressiva che inghiotte Teddy, fino a farlo dubitare della propria sanità mentale, il romanzo di Lehane va ben oltre la letteratura di genere, o meglio è un buon esempio di quanto la «gabbia» delle convenzioni di genere possa arricchire la storia e offrire soluzioni narrative di notevole impatto. Le esplorazioni notturne dei due poliziotti alla ricerca della fuggitiva, i loro strani incontri, il paesaggio scabro illuminato dalla luna, la voce del mare e la presenza incombente della grande tempesta restano nella mente di chi legge, preparandolo allo scioglimento che è ben lontano da quello di un semplice thriller.
Particolarmente accattivante è il tema dei conflitti in atto nella psichiatria degli anni Cinquanta e Sessanta, in bilico precario tra elettroshock, pesanti trattamenti farmacologici a base di tofranil e clorpromazina e le promesse della psicoanalisi e della psicoterapia.
Ti prego di capire che le cose stanno cambiando. La psichiatria sta cambiando. Ha combattuto la sua battaglia per qualche tempo, e adesso noi stiamo perdendo […] Uomini che credono che il modo per raggiungere la mente umana non sino punte di ghiaccio nel cervello o dosaggi elevati di farmaci pericolosi, ma un onesto riconoscimento del sé.
Dennis Lehane, L’isola della paura, Piemme 2004, 2013, pp. 375, ed, cartonata € 14,00, trad. C. Belliti
idem, ed. brossura, € 9,90
idem Ebook, € 6,99
Qui il trailer del film Shutter Island, diretto da Martin Scorsese nel 2010, protagonista Leonardo Di Caprio.
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