La storia di Torno presto è una vicenda tragica e banale: Olwen Hughes, ragazza della provincia gallese del periodo intorno alla Seconda Guerra mondiale viene sedotta, messa incinta e uccisa da Boy, dongiovanni da strapazzo. La differenza tra questo bel libro e un qualsiasi articolo di cronaca nera o una telenovela sta, oltre che nella capacità evocativa dell’autore, nello sguardo molteplice che Barlow offre al lettore: la storia viene infatti vissuta prima dal punto di vista di lei, poi da quello di lui e infine da quello di McIndoe, il poliziotto che deve far luce sul crimine. Intorno ai protagonisti si muovono personagi di secondo piano , tutti significativi e delineati con attenzione e talento: i genitori di Olwen, la sua datrice di lavoro, le sue amiche, la moglie di Boy, i collaboratori di Mc Indoe.
L’autore disegna con rispetto la figura della ragazza che a anche, ma non soltanto, una giovane ingenua e di poca esperienza, disperatamente decisa a credere alle menzogne dell’amante, per il quale, poco a poco, rinuncia ai propri scrupoli religiosi e alla solidarietà istintiva verso la moglie di lui; Olwen, però, è anche una ragazza allegra e determinata, che per anni ha fatto l’infermiera vedendo dolore e sofferenza senza mai farci l’abitudine e venir meno alla propria umanità. Lui, il cattivo, è sicuramente una carogna che approfitta dell’amore di Olwen, ma è anche un uomo infantile e solo che, autoreferenziale com’è, individua a colpo sicuro moventi, debolezze degli altri. I due insieme riflettono immagini del mondo limitate e complementari e se noi preferiamo quella di lei, non possiamo negare la realtà e la parziale verità di quella di lui.

John Barlow
Al poliziotto spetta il compito non facile di riducire i due punti di vista e di osservare i tanti personaggi di sfondo con uno sguardo compassionevole, nonostante quello che ogni giorno viene a sapere dei suoi simili. Non si può vivere a contatto con le miserie altrui senza prendere posizione: c’è chi si indurisce e si rifiuta di farsi coinvolgere e chi invece si sforza di farlo, e talvolta, come McIndoe riesce a raggiungere una sorta di tolleranza che non rinuncia a scegliere e a giudicare ma con la consapevolezza che gli altri sono creature fragili, e che, nonostante le tante differenze, sono fatti della nostra stessa pasta. Ecco ciò che scrive della proprietaria del salone di bellezza dove Olwen ha lavorato negli ultimi anni.
Per un momento, quel volto tirato, truccato, cedette: le sue innumerevoli rughe si amoribidirono e mostrò una nuvoa espressione: generosità, dolore sbalordimento. Ma cercè di resistere alla commozione. Abbandonarsi ad essa, avrebbe significato soffrire . Era meglio stare attaccati alla sicurezza, al vapore e ai bigodini, al registratore di cassa e ai numeri di Vogue. Non era forte abbastanza per arrendersi.
John Barlow, Torno presto, Sellerio La Memoria 318 6, 1994, pp. 432, € 14,00, trad. Maria Altieri
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