Perdido Street Station di China Mieville è il primo di una trilogia di opere denominata Bas-Lag che, partendo da Perdido Street Station (ed. or. 2000), passando per La Città delle navi (2002), giunge fino a Il treno degli Dei (2005). Di New Crobuzon, la città da lui creata e del suo ciclo, Mieville scrive:
basically a secondary world fantasy with Victorian era technology. So rather than being a feudal world, it’s an early industrial capitalist world of a fairly grubby, police statey kind!
[in linea di massima un mondo fantastico secondario, con una tecnologia dell’era Vittoriana. Così piuttosto che rappresentare un mondo feudale, si tratta di un mondo capitalista ai primordi, un lussuoso, sporco, sistema poliziesco. (trad.personale)]
Perdido Street Station è la porta d’ingresso alla serie, quella che, in un modo o nell’altro, presenta il luogo, i rapporti, le divisioni interne alla società e il conflitto di interessi necessariamente ad essi sotteso. Ma Mieville non si limita al conflitto interspecifico, ovvero tra le diverse classi sociali umane, ma – sul modello di una Londra insieme onirica e materiale – inserisce un ulteriore elemento di attrito sociale con la presenza di creature non-umane di diverse razze (Garuda, Khepri, Cactacee, Vodyanoi e i «Rifatti»*) che in qualche caso collaborano con gli umani, in altri si mantengono separati da essi.
Protagonista è Isaac Dan der Gremnbulin, scienziato ossessionato dalla ricerca sull’«energia di crisi» e fuggito dall’Università per intolleranza verso i suoi stanchi riti. Isaac convive, anzi vive more uxorio con una Khepri, ovvero una creatura sostanzialmente simile a una blatta kafkiana, vivace, intelligente, curiosa, simpatica, geniale e incredibilmente sexy. Una prova, se ce ne fosse bisogno, della situazione psichicamente compromessa del nostro Mieville.
Un garuda, ovvero una creatura volante, si presenta nel suo laboratorio chiedendogli un modo per riuscire a recuperare la proprie ali, amputate per un reato grave commesso tra la propria gente. Isaac si immerge nel lavoro, mentre intorno a lui la situazione della città diviene critica. Uno sciopero di umani e vodyanoi, per cominciare, brutalmente represso dalle autorità cittadine, il tentativo di mettere a tacere i giornali d’opposizione, la minaccia proveniente da creature multidimensionali e i problemi creati dalla creatura chiamata a combatterle, la nascita dell’intelligenza artificiale in una delle discariche cittadine e via discorrendo. A ogni buon conto i governanti di New Crobuzon si dimostrano in ogni occasione inferiori all’impegno richiesto rivelando costantemente di essere autoritari, egotici, corrotti, rabbiosi, invidiosi l’uno dell’altro, ambiziosi, meschini e sostanzialmente incapaci. Non so se avete presente l’Italia…
Finale al fulmicotone, com’è giusto, a chiudere (provvisoriamente) una narrazione che è anche Storia di un mondo inesistente ma, curiosamente, estremamente a noi vicino.
Il romanzo si snoda per la bellezza di 744 pagine senza un momento di noia, un risultato più che notevole di questi tempi magri. Ancora un paio di note che vien voglia di fare a Mieville, sperando di non spoilerare, ovvero di non rivelare fuori contesto fatti avvenuti nel corso del romanzo. Nel caso lo temiate saltate le righe che seguono.
…
Perché mai i moti di piazza, i tumulti, la giusta lotta del proletariato vessato e sfruttato vanno sempre a finire male? È un domanda alla quale mi piacerebbe ricevere una risposta da Mieville. Probabilmente perché l’eventuale vittoria delle avanguardie finirebbe per creare problemi imprevisti, sul modello della Rivoluzione d’Ottobre. Ma qui siamo in narrativa, per la miseria, potremmo anche far finta di nulla…
La seconda domanda è perché diavolo la deliziosa Khepri scompare a metà del libro ricomparendo soltanto nelle ultime pagine? Ovviamente non discuto la liceità dell’autore di fare ciò che desidera di personaggi e vicende, tuttavia un po’ di disappunto è appena normale esprimerlo.
…
Fine della spoiler possibile. Posso aggiungere che al termine del libro non ho potuto nascondere un moto di delusione, un po’ come quando si arriva al termine di una grossa, enorme torta che all’inizio sembrava infinita ma che a un certo punto finisce. Maledetto Mieville…
China Mieville, Perdido Street Station, Fanucci Coll. Imm. Solaria 2003, pp. 744, trad. E. Villa, disp. in Outlet c/o IBS o usato in rete. Disp. anche in formato elettronico c/o Amazon.it o in formato .pdf sia in italiano che in inglese.
* The Remade are usually, but not always, the victims of the criminal justice system. Rather than imprisoning criminals, the city of New Crobuzon will send them to punishment factories, where “bio-thaumaturges” warp and twist their bodies in a variety of ways.
[I Rifatti sono in genere, ma non sempre, le vittime di un sistema giuridico criminale. Piuttosto che imprigionare i criminali la città di New Crobuzon li invia a stabilimenti di punizione, dove Biotaumaturghi deformano e distorcono il loro corpo in una varietà di modi (trad.personale)]
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