Alla fine del XVI secolo il dittatore Hideyoshi bandì i missionari cristiani dal Giappone. Non tutti obbedirono, e alcuni affrontarono il martirio. Autore di Il Maestro del Tè, Monteverde nel suo romanzo si inventa la storia di un gesuita veneziano, missionario clandestino che riesce nell’impresa (in cui aveva fallito Francesco Saverio in precedenza) di entrare alla corte del dittatore come consigliere. Così facendo, stringe amicizia con il Maestro del Tè, Sendai: storicamente un tale personaggio è esistito, anche se nella realtà si chiamava Rikyu, un monaco zen divenuto famoso per avere compiuto seppuku (suicidio rituale mediante sventramento) davanti a Hideyoshi, per motivi mai chiariti. Nel periodo di permanenza a corte il gesuita si confronta con lo stile di vita e l’ideologia giapponese, assiste alla prima, sfortunata, invasione nipponica della Corea, si innamora di una donna giapponese e sfugge al martirio ritornando nella clandestinità. Che dire? A parte certe imprecisioni (per esempio, dittatore si definisce kampaku, e non, come scrive l’autore, bakufu, che indica l’esercizio della dittatura…) e il finale decisamente assurdo, il romanzo si lascia leggere, ma senza particolari entusiasmi. Meglio sarebbe stato approfondire la complessità dei rapporti tra Sendai/Rikyu e Hideyoshi, che non dilungarsi sulla fellatio praticata da una volenterosa fanciulla al poco granitico gesuita nel mezzo di una battaglia.
Per gli appassionati cultori del Giappone dell’epoca, consiglio invece il godibilissimo libro dell’inglese Giles Milton, intitolato Il samurai che venne dall’Europa (Rizzoli), la vera storia di William Adams, marinaio inglese giunto fortunosamente nel 1600 sulle coste giapponesi, ed entrato successivamente nelle grazie del successore di Hideyoshi, lo shogun Ieyasu Tokugawa, fino a ricevere la nomina a samurai. Milton, specializzato in storia delle esplorazioni, qui come in opere precedenti si dimostra un affascinante narratore. Per chi volesse sapere di più circa la famosa casta militare del Giappone, consiglio la lettura di Samurai (Oscar Mondadori) di Leonardo Vittorio Arena. Infine, per conoscere la drammatica degenerazione che le virtù militari dei samurai hanno subíto nella Seconda guerra mondiale, leggete I cavalieri del bushido (Newton & Compton), una storia dei crimini di guerra giapponesi scritta da Lord Russell di Liverpool, già autore del famoso Il flagello della svastica (storia dei crimini di guerra nazisti).
Carlos Leon Monteverde, Il maestro del té
Piemme 2004, pp. 368, € 17,90
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