Tra le tante peculiarità della narrativa di genere dell’ultimo Novecento forse andrebbe segnalata la numerosa schiera di medievisti – professionisti e dilettanti – che hanno messo le loro competenze al servizio del «giallo», affidando enigmi e indagini a investigatori di vaglia come il Fratello Cadfael di Ellis Peters, il Guglielmo da Baskerville di Umberto Eco, l’Owen Archer di Candace Robb e molti altri. Anche Fred Vargas è medievista e archeologa, ma in Parti in fretta e non tornare, invece di trasportare i lettori nel Medioevo, porta il Medioevo tra noi, resuscitando un fantasma che più nero non si può: la peste. In Europa la pestis atra è una conoscenza molto antica che, ormai confinata nei testi specialistici, compie occasionali sortite sui manuali di storia delle superiori. A suo modo e alla dovuta distanza è un soggetto affascinante e alcuni studiosi le hanno dedicato la vita: un «pestologo» potrebbe intrattenervi sull’argomento per ore, citando a memoria cronache d’epoca e saggi successivi, rimedi, amuleti, superstizioni. Uno di loro potrebbe anche dirvi che, in realtà, la peste ha visitato l’Europa molto più spesso di quanto non si creda, tornando un’ultima volta nel 1920; alle prese con un difficile dopoguerra, le autorità francesi preferirono chiamarla pudicamente «malattia n° 9». Partita dall’India dove fece strage, n° 9 in Europa combinò pochi disastri e in Francia mieté un magro raccolto: solo qualche centinaio di vittime che non fecero notizia perché erano tutti poveracci (del resto la peste ha una vera passione per la gente denutrita che vive in condizioni igieniche terribili)… Ma se Peste ricomparisse oggi, magari in una metropoli, diciamo a Parigi? Brutto affare, soprattutto se a precederla fossero messaggi strampalati che alludono a morte e malattie, affidati da un misterioso grafomane a un ignaro bretone, un ex marinaio dalla voce possente che si è reinventato l’onorevole professione di famiglia del Banditore. Il commissario Adamsberg, investigatore sui generis che diffida delle deduzioni e lavora affidandosi a barlumi di intuito e illuminazioni che lo folgorano mentre cammina furiosamente per le vie del quartiere, ha proprio poco su cui contare: il Banditore e i suoi strani amici, un vice che – per contrasto – professa una fede incrollabile nei verbali, nei file, nelle «prove», un pestologo che per campare fa il domestico a ore, un vecchio letterato e un esperto di pulci…
Lettura raccomandabile, Parti in fretta e non tornare vi strapperà qualche risata e vi richiederà la pazienza di seguire un meccanismo lento a partire ma di sicuro effetto, non vi costringerà a prendere le misure all’ennesimo poliziotto amareggiato e «contro il sistema», e vi darà le massime soddisfazioni in un pomeriggio di pioggia, seduti comodi sul divano, magari con il gatto sulle ginocchia o il cane accucciato vicino. Ah, state tranquilli se i vostri compagni pelosi non sono di abitudini strettamente casalinghe: le loro pulci sono delle incompetenti, niente a che vedere con la meravigliosa Nosopsyllus fasciatus, l’unica vera esperta di peste. Se invece l’amichetto vostro fosse un ratto… ho un unico consiglio da darvi: Partite in fretta e non tornate!
Fred Varga, Parti in fretta e non tornare
Einaudi Stile libero Noir, 2006, ed. or. 2003, pp. 334, € 13,00, Trad. di M. Balmelli e M. Botto
Idem, Einaudi Super ET 2010, pp. 368, € 12,00
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