LN | librinuovi.net

    Quello che vale la pena leggere. E qualcosa che no.

    • Home
    • In primo piano
    • Articoli
      • Recensioni
      • Interviste
      • Speciali
        • Retrofuturo
        • Alia Evo 5.0
    • Archivio
    • Chi siamo
    • LN Bookstore
    • Home
    • In primo piano
    • Articoli
      • Recensioni
      • Interviste
      • Speciali
        • Retrofuturo
        • Alia Evo 5.0
    • Archivio
    • Chi siamo
    • LN Bookstore

    0

    TerraNova

    Theodor Sturgeon: due parole sui racconti

    • di Silvia Treves
    • Febbraio 7, 2014 a 12:31 pm

    sturgeon_t_venusplusx_1970_1

    La recensione che presento di seguito è di un libro a suo tempo pubblicato da Mondadori nella collana «I massimi della fantascienza», un primo volume al quale non fece seguito il secondo né altri. Ovviamente il libro è attualmente esaurito e temo molto difficilmente recuperabile. Più in generale la recensione parla anche dei racconti pubblicati su vari e sperduti numeri di «Urania» che si possono ritrovare avendo tempo, pazienza e fortuna. In ogni caso mi è sembrato giusto nei confronti dell’autore pubblicare ugualmente la recensione a suo tempo scritta. Giusto perché non si dimentichi un grande autore come Sturgeon. Spero di cuore che riusciata comunque a ritrovare qualcuno dei suoi racconti…

    Theodore Hamilton Sturgeon è nato nel 1918 a New York ed è morto a Eugene nel 1985. É stato marinaio, e ha svolto diversi lavori per vivere, sopravvivendo spesso soltanto grazie ai racconti settimanali che riusciva a vendere alle fanzine (riviste specializzate in narrativa fantastica). Ha avuto una vita non facile, segnata da alti e bassi economici, esistenziali, sentimentali. Credevo di aver letto quasi tutto di Theodore Sturgeon, invece, grazie al primo volume di racconti edito da Mondadori, ho scoperto centinaia di pagine di narrazioni brevi, oblique, che hanno molto più a che fare con la vita che con la fantascienza. Come ha osservato un critico, infatti, Sturgeon è divenuto uno scrittore di fantascienza perché le fanzine erano le uniche riviste disponibili a stampare i suoi strani racconti che non appartenevano ad alcun genere, che emanavano qualcosa di insolito e indefinibile, un’aura, uno charme, ma anche una vaga ombra. Da dove cominciare a parlare di questo strano scrittore? Forse da una sua poesia del 1940, quasi uno scherzo:

    Ciascun qui vive in una meraviglia

    io vedo rosso quel che vedi blu.

    Vedo un color che al verde rassomiglia.

    Ma mi domando cosa vedi tu?

    sturgeonQuesto è un tipico esempio di domanda alla Sturgeon (DAS): viviamo entrambi nel medesimo mondo, non importa quale e dove, ma non vediamo nello stesso modo. COSA vedi, tu, quando io vedo verde? E COME ti senti? «É meraviglioso trovare dei racconti che sono stati scritti usufruendo non solo del grosso e circonvoluto organo che sta dietro gli occhi, ma anche (e soprattutto) degli umili e indaffarati ospiti della cavità peritoneale» dice Bradbury, confessando, nella prima prefazione al volume la sua gelosia giovanile per il coetaneo Sturgeon, per come pensa e sente, per come ci fa pensare e (miracolosamente) ci fa sentire. Per come sa commuovere, divertire, toccare e far toccare l’Umanità, nelle sue infinite varianti commoventi e detestabili. E se….? Le ipotesi sono la specialità di Teddy Sturgeon. I suoi E Se…? non sono domandine ma interrogativi complessi che, partendo da un’ipotesi strana, spiazzante, a cui la fantascienza garantisce di essere estrema, raggiungono le nostre esperienze di esseri umani: identità, amore, responsabilità, maturità, dignità, compassione, crudeltà, insomma tutto ciò che fa di noi quelli che siamo. La sua filosofia di scrittore e il suo interesse primario sono centrati sui personaggi: «Non si può scrivere buona narrativa sulle idee. La si può scrivere soltanto sui personaggi». ha dichiarato in un’intervista, raccomandando di scrivere science FICTION e non SCIENCE fiction.

    Una volta raccontò di aver creduto, da ragazzo,

    « in una società stratificata, con una netta divisione fra le persone per bene e quelle che invece formavano la plebaglia (..) Un’ideologtia ridicola, naturalmente, e queste mie opinioni sono poi mutate drasticamente (..) tutto cresce continuamente e cambia».

    Non credetegli. Anche se rispetto alla produzione matura i suoi primi racconti sono easy, anche se sono popolati di giovani più o meno simpatici che incontrano ragazze per bene, ciò che anche allora Sturgeon sentiva era molto di più di quello che pensava o credeva di pensare. Non gli sono mai piaciute le regole, le norme: ha scritto racconti commoventi che hanno fatto imbestialire i patrioti (Il Tuono e le Rose), ed è sempre stato in prima linea nell’infrangere i tabù del sesso e del genere: il suo romanzo Venere più X narra di una civiltà utopica del lontano futuro i cui membri – tutti monogenere e dotati di organi sessuali sia maschili che femminili – possono fecondarsi vicendevolmente e partorire. Il romanzo è del 1960 e il tema costò all’autore la mancata redditizia pubblicazione a puntate su riviste specializzate.  Venendo ai racconti di questo primo volume, sono juvenilia, scritti tra il 1937 e il 1940, ma sono già sturgeoniani nel gusto del rovesciamento, del punto di vista inconsueto e dell’attenzione ai personaggi. Dovrete pazientare sino ai prossimi volumi per sentire davvero i brividi, per chiudere il libro guardandolo accigliati come se il malessere che provate fosse colpa sua. Ma anche in questa prima raccolta avrete qualche assaggio: Le mani di Bianca è uno dei racconti più sgradevoli che abbia letto. Altro che cannibali… All’epoca (1939) fece il giro delle principali fanzine ma nessuno lo comprò; uno dei direttori dichiarò che non avrebbe comprato nulla da chi aveva immaginato una storia del genere. Negli Stati Uniti, si sa, sono un po’ troppo puritani, e così il racconto fu pubblicato in Gran Bretagna nel 1947, dopo aver vinto il concorso bandito dalla rivista Algosy. Il secondo classificato fu Graham Greene. La storia è questa: un giovanotto non tanto sveglio si innamora delle mani di una ragazza, si trasferisce a casa sua con il consenso della madre e alla fine la sposa, certo che quelle mani sapranno elargirgli il piacere estremo…. Perché è così sgradevole? Beh, attaccata a quelle mani c’è Bianca, una creatura idiota, inetta e sbavante, che la madre è costretta a imboccare e che il giovanotto considera un’appendice indesiderata ma di poco conto. La madre intuisce che c’è qualcosa che non va nella faccenda, ma è così stanca di sacrificarsi per Bianca che rinuncia a capire… Certo, il racconto è – anche – crudele. Ma E Se….? Se un uomo fosse così pazzo – solo, disperato – da desiderare davvero le mani di Bianca, cosa sarebbe disposto ad accettare? Cosa proverebbe, come vedrebbe il mondo? Oltre a Bianca in questo volume ci sono IT, (no, non è stato King a inventarsi il titolo…) racconto horror abbastanza inconsueto, che tra l’altro, dice molto su com’è fatta la gente, Helix il gatto, il Malhout , Il Massimo degli Egoisti, c’è un racconto paradossale come Cambiapelle che comincia così:

    Quando strisciai sotto il letto, trovai le pantofole. Dentro c’erano ancora i miei piedi. Ne posai uno sulla mensola del caminetto e andai nell’altra stanza,…

    maturitaMa i migliori devono ancora essere pubblicati: Uragano (1955) che sembra la storia di un uomo ucciso per errore e riaggiustato dagli alieni, in maniera da funzionare meglio di prima. In realtà sta parlando della nostra solitudine e del bisogno d’affetto e della necessità di fidarsi e della paura di farlo, e di quell’emozione misteriosa – forse sacra – che è l’amore (non l’attrazione, non il desiderio, nemmeno la fascinazione) tra due persone. Sei Tu! (1969) che tenta di spiegare perché alle volte un rapporto sentimentale non funziona; o Modo di pensare (1953) che mi ha perseguitato per mesi dopo che l’ho letto. Non so dire perché. É una storia per metà realistica (un giovane si innamora della ragazza sbagliata, lui è ingenuo e onesto, lei una furbacchiona egoista che alla fine lo fa morire attirandosi l’odio del fratello di lui…) e per metà fantastica (il fratello ha trovato una bambolina per il voodoo…). Beh, stavolta la DAS è: Quanto male si può fare a una persona che si odia? Quanto la si deve odiare per farle davvero molto male? Ma anche il bisogno e la dedizione possono essere pericolosi. Lo dimostra Segmento luminoso (1955), storia di un uomo non molto intelligente che sapeva aggiustare tutto, anche le persone. Potrete leggere il meraviglioso Scultura Lenta (1970) che racconta di due persone infelici e di un bonsai. Avanti, siate sinceri, anche voi – nonostante tutto – pensate che ridurre una pianta a bonsai sia un atto di violenza, un capriccio dettato soltanto dall’arroganza. Beh, leggetelo. Dopo che l’ho letto io ho cominciato a comprendere quanto rispetto richiede un bonsai: «Lei pensa che due alberi fragili, curvi e malati abbiano mai fatto bonsai l’uno dell’altro?» O come L’altra Celia (1957). Anche qui la DAS è assurda: supponiamo che un tizio, che abita in una squallida pensioncina, si annoi e per svagarsi cominci a spiare la vicina, una ragazza qualunque, nè bella nè brutta, piuttosto sbiadita. Fa un buchetto nel muro e… Cosa vedrà? E dopo aver visto cosa farà? É proprio vero che ogni vita, anche la più ripetitiva e misera, è degna di essere vissuta? E se sì, perché ognuno si danna l’anima per tenersela, nonostante la sua ordinarietà, la noia, il dubbio che sarà sempre uguale? E se un ragazzo sveglio, pazzo, simpatico, in realtà fosse così ingenuo e bambinone (le sue qualità migliori) a causa di una alterazione ormonale? Dovremmo curarlo? Ce ne sarebbe grato? Come si sentirebbe dopo? E se, spinto a crescere, andasse molto oltre, fino ad averne abbastanza? Maturità (1947) significa: «è abbastanza».  O Twink, (1955), che racconta di un padre telepate in contatto mentale con la figlia mentre lei sta nascendo; mi è particolarmente caro perché opera un rovesciamento sottile: normalmente sono i padri ad essere tagliati fuori dall’esperienza della gravidanza e della nascita. Qui, invece, il padre conosce la figlia prima della madre – che, durante il parto cesareo, è incosciente – e si sente in debito perché sa di aver avuto di più della moglie. Il racconto potrebbe irritare qualche femminista ortodossa: Come! Questi maschietti esagerano, anche del parto si vogliono appropriare! Ma non è così, il parto è davvero un momento che divide inesorabilmente: madre e figli c’erano, il padre no. E Se… Se tutti – madri, padri e figli – ne fossimo più coscienti? Forse potremmo guardare in faccia con sincerità rancori e rivendicazioni cui non sappiamo nemmeno dare un nome.  Insomma, quando leggiamo fino in fondo uno dei suoi racconti, non quelli divertenti e spiritosi ma quelli scomodi, che parlano di noi anche se non sembra, e soprattutto anche se preferiremmo non ascoltare, ricordiamoci di cosa ha dichiarato l’autore (1976):

    «io scrivo anche per chi è ossessionato da paure varie, in modo patologico, come lo siamo tutti: qualcuno che ha paura del buio (..) o che si sente solo e ha desideri che non può soddisfare».

    Personalmente ho imparato che Sturgeon scriveva per me – oltre che per se stesso – e lo ringrazio nell’unico modo in cui si può ringraziare uno scrittore onesto: continuando a leggere.

    Condividi!

    • Facebook
    • LinkedIn
    • Tumblr
    • Pinterest
    • Stampa

    Correlati

    Tag: FantascienzaistantaneeraccontiRecensioniTheodor Sturgeon

      Potresti trovare interessante anche...

    • Due romanzi di Gregory Benford Dicembre 2, 2015
    • La guerra mondiale n° 3 di Jacques Spitz Settembre 27, 2016
    • Ricordando la fantascienza Maggio 21, 2013
    • Retrofuturo #3 – Il padrone del mondo Aprile 28, 2013
    • Articolo precedente Morbide guance
    • Articolo successivo Parti in fretta e non tornare
    • Facebook

    • In primo piano

      • L’Era degli scarti di Marco Armiero02/08/2023
      • Torino Nouvelle Vague di Franco Ricciardiello01/12/2023
      • Un Drago per Ted Sturgeon12/07/2022
      • Silenziosa sfiorisce la pelle di Tlotlo Tsamaase09/18/2022
      • Specchi neri di Arno Schmidt05/11/2022
      • Le tre stigmate di Palmer Eldritch di P.K.Dick03/02/2022
      • Immaginari alterati di Aa.Vv.01/21/2022
      • Noi di Evgenij Zamjàtin10/17/2021
      • La distopia secondo Stanisław Lem: Ritorno dall’universo.10/08/2021
      • La città condannata di Arkadij e Boris Strugackij08/01/2021
    • Ultimi articoli

      • La pista di ghiaccio di Roberto Bolaño
      • L’Era degli scarti di Marco Armiero
      • Un giorno come un altro di Shirley Jackson
      • Una seconda natura di Michael Pollan
      • Epepe di Ferenc Karinthy
      • Torino Nouvelle Vague di Franco Ricciardiello
      • Il villaggio dei dannati di John Wyhdham
      • Un Drago per Ted Sturgeon
      • Mostrology di Licia Troisi
      • La città dell’Orca di Sam Miller
      • I fratelli di Serapione (tomo 1) di E.T.A. Hoffmann
      • La cartolina di Anne Berest
      • SS-GB, I Nazisti occupano Londra di Len Deighton
      • Fanta-Scienza 2, a cura di Marco Passarello
      • The Revelation di Bentley Little
      • 1793 di Niklas Natt Och Dag
      • Silenziosa sfiorisce la pelle di Tlotlo Tsamaase
      • Imprevisti e altre catastrofi di Glauco Maria Cantarella
      • La chiocciola su pendio di Arkadij e Boris Strugackij
      • RELAZIONI Amanti, amici e famiglie del futuro a cura di Sheila Williams
    • Tag

      Antologia biografia biologia Cina cinema cyberpunk distopia donne evoluzione Fantascienza fantastico fantasy Fascismo giappone gotico horror Istantanea istantanee J.G.Ballard Mappe Napoli narrativa americana narrativa cinese narrativa fantastica Narrativa francese narrativa giapponese narrativa inglese narrativa italiana Narrativa russa narrativa statunitense narrativa tedesca Nazismo P.K. Dick Poliziesco recensione Recensioni Redazionale Seconda guerra mondiale Speciali steampunk Storia della scienza Storia naturale letteratura fantastica Thriller ucronia Vampiri
    • Archivio

    • I nostri redattori

      • Andrea D'Urso
      • Claudia Cautillo
      • Consolata Lanza
      • Davide Mana
      • Emilio Patavini
      • Enrico Barbero
      • Franco Pezzini
      • Giulio Maria Artusi
      • Gordiano Lupi
      • Massimo Citi
      • Massimo Soumaré
      • Melania Gatto
      • Morgana Citi
      • Nicola Parisi
      • Sara Passannanti
      • Silvia Treves
    • Leggere altrove

      • Carmilla
      • Corriere della Fantascienza
      • CS_libri Torino, il catalogo
      • Flanerì. Rivista di cultura e narrativa
      • L'Indice dei libri
      • LIberi di scrivere
      • Rivista fralerighe
      • Sagarana
    • Letture raccomandabili in scienza e letteratura

      • Crack, dis/connessioni letterarie Crack, dis/connessioni letterarie
      • La natura delle cose La natura delle cose
      • MUFANT – Museolab del Fantastico e della Fantascienza di Torino MUFANT – Museolab del Fantastico e della Fantascienza di Torino
    • Home
    • In primo piano
    • Articoli
      • Recensioni
      • Interviste
      • Speciali
        • Retrofuturo
        • Alia Evo 5.0
    • Archivio
    • Chi siamo
    • LN Bookstore

    © Copyright 2023 LN | librinuovi.net. Newsroom Theme by WPBandit.

     

    Caricamento commenti...
     

    Devi effettuare l'accesso per postare un commento.