Christopher Barzak
La vita segreta dei corvi
Elliott
€ 18,50
trad. E. Nobile
La vita segreta dei corvi, (titolo originale One for Sorrow, che allude a una filastrocca) racconta del quindicenne Adam che vive nella [i[Rust Belt1, in una cittadina di provincia in Ohio. un ragazzino solitario, studioso, bravo in atletica che proviene da una famiglia con pochi mezzi e la reputazione di essere un po’ strana: suo padre è un carpentiere rozzo e di poche parole, spesso senza lavoro, la madre è confinata su una sedia a rotelle a causa di un incidente d’auto provocato da Lucy, una vicina, che per «rimediare» lascia il marito e si stabilisce da loro, in sostanza è un’impicciona che li parassita emotivamente. Il fratello di Adam è un diciassettenne scoppiato, che fuma canne e studia poco a scuola ma storna da sé l’attenzione mettendo continuamente Adam nei guai:
Andy però non è mai stato bravo a fare i collegamenti. Non ha mai visto i segni, i fantasmi e le ombre. In realtà era un ragazzo cieco e sordo. Sfortunatamente non era muto, e viveva nella stessa casa con me.
Lo scenario della vicenda – che visto con gli occhi di Adam spesso vira in atmosfere fantastiche e crepuscolari – è costituito da piccole cittadine del Mid-West, disseminate di vecchie fabbriche abbandonate, abitate da poveracci che tirano a campare e da un piccola borghesia chiusa e un po’ bigotta, un mondo chiuso, soffocante e malinconico.
La vita di Adam, già provata da varie disgrazie, viene sconvolta dall’assassinio di un compagno di scuola, Jamie Marks, un ragazzino molto intelligente ma disadattato e chiuso, in buoni rapporti soltanto con Adam e con Gracie, la ragazza che ha trovato il suo corpo e che ha in comune con Adam una sorta di seconda vista.
La relazione con Jamie, che con il ragazzino vivo era una semplice conoscenza non ancora divenuta amicizia, con la morte si trasforma in un vincolo insinuante e ineludibile, Jamie è fantasma infreddolito che cerca in Adam conforto e calore vitale. In sua compagnia Adam impara a entrare e uscire da un mondo sospeso, uno spazio morto nel quale attendono i fantasmi che non si sono sentiti di attraversare il tunnel che porta dall’altra parte. Jamie è uno di loro, sempre alla ricerca di calore, vivo soltanto fino a che ha ricordi da bruciare per scaldarsi o fino a che Adam sarà disposto a regalargli i suoi.
La relazione parassita, gentilmente e disperatamente vampirica, tra Adam e Jamie, colorata di omoerotismo adolescenziale, si contrappone a quella più «normale» tra Adam e Gracie, che potrebbe essere letta come la prefigurazione di un futuro adulto, mentre Jamie rappresenta un passato più autoreferenziale. Giustamente, però, la storia di Barzak è volutamente ambigua e Adam sembra non poter fare a meno né dell’uno né dell’altra, rimanendo per buona parte del libro sospeso tra una vita sempre più fantasmatica, vissuta in una copia parallela e più sbiadita, opaca ed entropica della nostra realtà, in un paesaggio scandito da vecchi edifici industriali dismessi e da binari ferroviari semidimenticati. La scelta che ha di fronte il ragazzo pare essere tra la maturità e una eterna adolescenza da fantasma – più sensibile ma più fragile ai venti della vita. Ma questa è soltanto una delle possibili letture, che mi piace immaginare tutte contemporanee e affiancate, tutte ugualmente «vere» nel senso più profondo della letteratura fantastica.
E in fondo, come pensa Adam, come anch’io penso guardandomi indietro: «la disperazione più grande era non sapere a volte, anzi spesso, se ero migliore adesso di allora». Fortunatamente noi adulti ce lo chiediamo soltanto qualche volta. Fortunatamente spesso abbiamo il buon senso di non rispondere.
La critica anglosassone ha sottolineato i riferimenti e le eventuali somiglianze al giovane Holden, guidata da una vaga somiglianza di stile e da un riferimento dell’autore: proprio il romanzo di Salinger Adam legge nei giorni trascorsi a casa di Gracie dopo la fuga da casa. Indubbiamente entrambi i testi rispecchiano il passaggio tumultuoso a difficile dall’infanzia alla vita adulta, ma, per quanto mi riguarda, le somiglianze finiscono qui. Il romanzo di debutto di Barzak (già autore di numerosissimi racconti) è una piacevole sorpresa proprio per la sua diversità: una rappresentazione dell’adolescenza come alienazione e perdita di punti di riferimento, come l’esplorazione dolorosa di un altro mondo, incomprensibile e fatto d’ombre, pauroso e pericoloso ma anche seducente e capace di avvincere come una vecchia sirena.