Enrico Brambilla Arosio
Il rettile più veloce del mondo
PeQuod
€ 15,00
Si può leggere il libro dall’inizio alla fine – come ho fatto io – senza capire che diavolo c’entra il titolo con il romanzo. Possibilissimo che la spiegazione si nasconda in qualche risvolto del romanzo e che sia io, lettore disattento, a non averla riconosciuta. In ogni caso questa sarebbe la prima domanda che farei all’autore se mai dovesse capitarmi di presentare il suo libro.
Questo Rettile è il quarto romanzo di Enrico Brambilla Arosio. Questa volta un «giallo storico», come ammonisce la prima di copertina.
E, effettivamente, il primo capitolo è ambientato ai tempi della guerra di Ottaviano e Marcantonio. Dopo di ché brusco salto ai nostri giorni nell’Italia del Sud, in compagnia dell’immancabile Catello, il personaggio – tormentone di Brambilla Arosio, del commissario Quinto Quintale, di un ambiguo inglese e di una galleria di personaggi tutti, in un modo o nell’altro, fortemente caratterizzati.
Si legge con la stessa sensazione con cui si considera una mano a ramino, cioé cercando le somiglianze, i legami, le affinità, le storie. Meditabondi, si considera la donna di picche cercando di stabilire se sia più utile collocarla accanto alla donna di cuori o al fante di picche. Se il problema di molta letteratura poliziesca, infatti, è quello di costruire intrecci rachitici, con Brambilla Arosio ci troviamo in una situazione sostanzialmente opposta.
Tra scelleratezze possibili, narrate e ipotizzate, delitti realmente compiuti, personaggi oscuri, donne ambigue, criminali incalliti e proprietari terrieri rapaci il lettore rischia continuamente di deragliare, ingarbugliando i molti fili che l’autore gli affida, in un gioco di specchi, rimandi e riferimenti che si è costretti a inseguire senza perdere un momento la concentrazione.
Se a questo si aggiunge la lingua – contaminata, sfuggente, barocca e imprevedibile – il risultato è un romanzo in salita che se, molto alla lontana, può apparire collocarsi nel filone del «nuovo» giallo vernacolare italiano, è in realtà di esso una parodia o, meglio, una caricatura. A partire (o a finire) da uno scioglimento che in apparenza rispetta perfettamente le regole del genere, ma soltanto in apparenza…
Insomma un giallo che non è un giallo con un legame molto vago con il lontano passato.
Sarebbe interessante sapere quale magia ha fatto sì che apparisse in copertina la scritta «giallo storico»?
Nonostante questo un libro che merita leggere, nonostante l’editore si sia adoperato a rendere improba la lettura utilizzando un’interlinea omicida. Il risultato è che Il rettile più veloce del mondo è uno di quei libri che il lettore benintenzionato non solo faticherà a rintracciare nell’esorbitante produzione contemporanea ma poserà con ogni probabilità pochi istanti dopo, avendo constatato che scivolare leggendo da una riga all’altra è praticamente certo…