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    Magazzino

    C. Dunne – L’amore o quasi

    • di sara
    • Marzo 8, 2007 a 12:32 pm

    Catherine Dunne
    L’amore o quasi
    Guanda
    € 15,50
    trad. E. Kampmann

    L’amore o quasi è l’atteso epilogo di un altro romanzo della scrittrice dublinese, La metà di niente romanzo di per sé completo ma felicemente continuato in questo nuovo libro.
    La metà di niente – esordio felice di C. Dunne – raccontava con un attenzione (quasi certosina) ai dettagli, la fine del matrimonio tra Ben e Rose; un epilogo per Rose inatteso, abbandonata dal marito e con tre figli adolescenti a carico, senza poter contare sul sostegno economico di un lavoro o su quello del coniuge. Rose rappresentava la figura centrale della narrazione e la presa di coscienza di essere a lungo stata «la metà di niente» («niente» è il marito Ben) era il nucleo chiave del primo romanzo. Una donna improvvisamente abbandonata, posta di fronte ad un rifiuto («non ti amo più») senza alcuna possibilità di intervento in una decisione già pensata e presa dal marito.
    Come un’istantanea su un piccolo pezzetto di mondo domestico, la Dunne ha ritratto con estrema lucidità il percorso di Rose che, dopo lo smarrimento, riesce a trovare in se stessa e nei suoi figli le risorse per tentare di ricostruirsi una vita. Così viene lasciata Rose al termine del primo romanzo.
    Ne L’amore o quasi Rose, dopo anni di sacrificio e di lotte, è riuscita finalmente a ricrearsi un certo equilibrio sia professionale – come direttrice di una società di cathering – sia personale, mentre come madre ha dovuto affrontare le ovvie crisi di crescita dei suoi figli senza poter contare sull’ex- marito ma solo su se stessa e sulla solidarietà femminile.
    Improvvisamente però il passato di Rose suona alla sua porta. Ben, il marito che otto anni prima l’aveva abbandonata scomparendo nel nulla torna per sistemare alcune questioni economiche e per rivedere i suoi figli ignorati per otto anni. In particolare l’interesse dell’ex-marito è concentrato sulla villa in cui Rose e i suoi figli vivono da sempre.
    Inizia quindi una lotta interna a Rose ma anche una lotta puramente pratica; la lotta di una donna che cerca di guardare in faccia i fantasmi del suo passato per non concedergli spazio nel suo futuro e che tenta di mediare con i figli affinché le sue decisioni non debbano influenzare quelle di chi non ha perso un marito ma è stato piuttosto tradito/abbandonato da un padre.
    Una serie di prese di coscienza e di astuzie porteranno Rose a vincere su Ben sia a livello pratico-burocratico sia a livello personale e Rose, nell’arco della narrazione, riuscirà ad aprirsi nuovamente ad un amore, anzi a quello che lei definisce «L’amore o quasi».
    Tutto si incastra alla perfezione nel romanzo della Dunne e forse l’unico punto di domanda è proprio questa perfezione che porta ad una pacificazione forse non così semplice nella realtà di molte famiglie, ma certamente si tratta di un contesto – quello narrato dalla Dunne – in cui i protagonisti e in primo luogo la protagonista hanno un profondo senso delle cose e una profonda maturità.
    Si tratta di una lettura molto piacevole nella quale prevale, ovviamente, il punto di vista femminile.
    Alla Dunne non sfuggono i dettagli che vengono anzi raccontati con minuzia così come con minuzia e lucidità vengono raccontati le emozioni e i conflitti interni dei suoi protagonisti.
    Le sue figure femminili costituiscono un buon esempio di una categoria di donne forti e tenaci, la cui tenacia nasce da debolezze superate e che si costruisce lentamente e faticosamente nel tempo. Così come in fondo capita a molti di noi.

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