Iain Banks
Complicità
(Tea)
Il Banks narratore utilizza da sempre due firme: «Iain M. Banks» per i romanzi di genere fantastico – nei quali alterna o mescola la fantascienza canonica, il fantasy e l’horror – e «Iain Banks» per i romanzi mainstream. Il lettore di Complicità, quindi, sa di doversi aspettare un mondo tanto simile al nostro da non esserne virtualmente distinguibile. Infatti il luogo e il tempo sono quelli della Scozia degli anni Novanta: il basso profilo di Major dopo la sbornia patriottico-liberista di Maggie. Cameron Colley, cronista che si llude ancora di poter fare, prima o poi, giornalismo d’assalto, viene contattato da una misteriosa «talpa» pronta a rivelare un international connection che lega esponenti politici e dei servizi segreti a personaggi del mondo della finanza e del commercio di armi. Tenendosi in piedi a sigarette e piste di coca, Colley segue l’esile traccia e, nel frattempo, rivive episodi importanti della sua vita il rapporto con un amico d’infanzia ancora molto importante, la relazione coinvolgente con una donna sposata, ricordi di famiglia. La storia di Colley potrebbe snodarsi lineare, raccontando una vita sull’orlo dei quarant’anni, le speranze residue di rendere il mondo migliore, le disillusioni. Banks, però, è un narratore di un genere diverso, la sua è sempre una narrativa estrema, che non risparmia ai lettori angoscia e incubi, eppure mai gratuita e soprattutto mai a tesi. La storia di Colley si complica molto presto, intrecciandosi a una serie di omicidi «militanti» che ha per vittime giudici troppo clementi con gli stupratori, uomini d’affari senza scrupoli, imprenditori troppo legati al loro profitto, tutta gente che Colley, a suo tempo, aveva denunciato nei suoi articoli…
Violenti, imperdonabili perché loro per primi non sanno perdonarsi, i personaggi di Banks chiedono a chi legge il coraggio di non distogliere lo sguardo e si sforzano di guardare in profondità, tentati di dare, come in Complicità, risposte – inaccettabili per la moralità e la sensibilità comune ma umane – a problemi etici ormai ineludibili. Il lettore onesto non potrà non riconoscersi nell’indignazione disperata e fredda di qualcuno di loro e, contemporaneamente, nello sforzo altri di mantenersi all’interno del patto sociale, della «giustizia» collettiva.
Esplorare con la scrittura le strade sbagliate, le conclusioni non condivisibili, per evitare di metterle in pratica. Anche a questo serve la buona narrativa. E quella di Iain (M.) Banks è buona davvero.