Dalla parte dell’ombra di Annemarie Schwarzenbach (Il Saggiatore) è, almeno apparentemente, un libro non autobiografico: una raccolta di materiali, soprattutto articoli e fotografie, scritti per molti quotidiani e riviste nel periodo tra il 1933 e il 1942. Che il giornalista, il buon giornalista, e Schwarzenbach lo era, debba essere obiettivo, registrare gli avvenimenti, presentarli al lettore mantenendo ben distinti i fatti dalle opinioni, che possono ovviamente essere espresse, ma non sovrapposte agli avvenimenti, è indiscutibile. Eppure questa giornalista è riuscita molto spesso nel miracolo di fornire ai lettori informazioni, opinioni onestamente espresse, e in più, la lucida capacità di vedere oltre di un narratore.
Proveniente da una delle più facoltose e antiche famiglie svizzere ma schierata contro il capitalismo e il nazismo, Annemarie, ribelle per carattere e per necessità, fu sempre un personaggio controverso e in qualche modo scandaloso. Androgina e seducente, amata ed inafferrabile, sradicata e nomade per vocazione, amica di Klaus ed Erika Mann ma non sufficientemente decisa e impegnata per i due fratelli, dotata come scrittrice ma incapace, nella sua breve vita, di scrivere un romanzo davvero di valore; fragile e di salute precaria, Annemarie ebbe più volte problemi di droga, tentò ripetutamente il suicidio, sposata ad un diplomatico gay, ebbe legami sentimentali tempestosi con diverse amiche e compagne di viaggio. Morì a soli 34 anni per un incidente in bicicletta.
Una lunga lista di peculiarità, più che sufficienti a trasformarla in uno di quei personaggi dei quali la vita è molto più interessante e «artistica» della produzione letteraria. Invece, Annemarie era davvero una scrittrice e non smise mai di scrivere e di fotografare il mondo; viaggiare e scrivere, le due cose che contavano veramente nella sua vita erano indissolubilmente legate: l’abilità narrativa e la capacità visionaria si nutrivano di tutto ciò che incontrava nel viaggio e lo sradicamento e la lontananza dalle coordinate note, sostenevano e la sua capacità di «vedere».
Gli articoli raccolti in Dalla parte dell’ombra sono stati scritti in mezzo mondo: Europa, Asia, Africa, Nord America. I temi sono diversissimi, dal congresso degli scrittori di Mosca del 1934, alla vita nei villaggi persiani, dalla situazione politica ed economica negli Stati Uniti nel 1937-38, all’occupazione nazista della Polonia, dall’emozione remota e cristallina della vista dell’Hindu Kush, alla prima mondiale de Il grande dittatore di Charlie Chaplin… Un affresco coloratissimo, ampio migliaia di chilometri, dipinto a grandi pennellate e infiniti, minuti dettagli, che scandisce per chi legge il pulsare continuo di esistenze individuali, e insieme il respiro affrettato della cronaca e quello profondo e inarrestabile della storia che, entrambe, forgiano le vite degli umani. Il distacco partecipe del viaggiatore permette ad Anne di registrare con mano ferma e vista acuta gli scioperi di Pittsburgh e la vita quotidiana dei contadini Turckmeni, le giornate sempre uguali delle donne borghesi afghane – confinate all’interno delle case e sotto quella che noi chiamiamo burka e Anne, invece, chador – il diffondersi virulento del nazismo in Germania, in Austria, nelle Repubbliche baltiche, l’immensità remota dell’Afghanistan, dell’Iran, dell’Asia profonda, dove il tempo sembra sgocciolare lento e indifferente ai sussulti dell’Occidente che pure incalza.
Dalla parte dell’ombra chiede di essere letto in ordine cronologico, Non saprei indicare brani migliori di altri, ma soltanto pezzi che, per ragioni personali, hanno trovato in me maggiore assonanza. I capitoli dedicati all’Afghanistan colpiscono ovviamente per l’argomento; in me hanno suscitato emozioni profonde per la mancanza di orizzonti e la vita essenziale, per i silenzi e le solitudini possibili. Forse consiglierei, fra i tanti articoli, quello dedicato alla prima de Il grande dittatore, che è (anche) una riflessione su quanto spesso la «sinistra» e le forze democratiche continuino a confondere la forza dirompente della satira feroce che non guarda in faccia nessuno con quella solo consolatoria della caricatura, che mette moralisticamente alla berlina ciò che non comprende invece di illuminarlo con la luce paradossale dell’umorismo.
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Annemarie Schwarzenbach, Dalla parte dell’ombra, Il Saggiatore Saggi tascabili 2010, pp. 414, € 12,50, a cura di T. D’Agostini
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