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    La pista di ghiaccio di Roberto Bolaño

    • di Silvia Treves
    • Febbraio 12, 2023 a 7:53 pm

    «In La pista de hielo (1993) parlo della bellezza, che dura poco e finisce quasi sempre in modo disastroso» Roberto Bolaño, Autoritratto

    Primo romanzo del cileno Roberto Bolaño, La pista di ghiaccio si svolge nella città di Z, sulla Costa Brava, nell’arco di un’estate. Tre voci maschili si alternano nel raccontare il proprio punto di vista: Remo Morán, scrittore ed esule cileno dopo il golpe di Pinochet e attualmente imprenditore, Gaspar Heredia, poeta messicano immigrato clandestinamente in Spagna, che Morán – un tempo suo amico – ha assunto per gestire un campeggio estivo, ed Enric Rosquelles, funzionario catalano e braccio destro di Pilar, la sindaca socialista di Z.

    Altri personaggi acquistano importanza nel corso della vicenda: Nuria Martí, giovane e talentosa pattinatrice esclusa dalle olimpiadi a causa dei giochi di potere della federazione sportiva; la ventenne Caridad, che abita nel campeggio e gira per la città portando un coltello sotto la maglietta; Carmen, ex cantante d’opera ormai caduta in povertà, che sopravvive cantando nei bar della zona e viene ospitata da Caridad nella sua tenda; il Carajillo, anziano e amabile dipendente del campeggio.

    Nel gioco delle testimonianze, i personaggi vengono riflessi l’uno nello sguardo degli altri ed è grazie a questo rispecchiamento obliquo che impariamo a conoscerli:

    “Quelli sciacalli mascherati da giornalisti dicano pure ciò che vogliono. L’unico peccato di Pilar, se mai ne ha avuti, fu di riporre in me, sempre di più, la sua fiducia […] Ero io il motore del Comune di Z, ne ero muscoli e cervello […] Ero oggetto di invidie e di rancori, perfino da parte di persone della mia cerchia. So che segretamente molti dei miei subalterni mi odiavano” (Rosquelles, p. 21)

    “Gasparin aveva diritto a fare colazione, spuntino, pranzo e cena al Cartago […] A volte mi informavo dai camerieri: è venuto a mangiare il guardiano?, cena o no il guardiano?, da quanto non vedete il guardiano? E a volte, ma meno spesso, domandavo: scrive il guardiano?, lo avete visto riempire di scarabocchi il margine di un libro?, guarda la luna come un lupo, il guardiano? Insistevo poco, questo sì, perché non avevo tempo…! (Morán, p. 23)

    “Un’atmosfera di strana dignità le ammantava, proteggendole. La ragazza era silenziosa e buia. La vecchia, al contrario, era loquace e aveva il colore della luna, di una luna a schegge che veniva giù […] Allora la vecchia cominciò a cantare […] una voce coltivata […] cantava in viarie lingue, frammenti minuscoli che inanellava senza difficoltà, battiti d’ala per il mio solo piacere. E dico il mio solo piacere perché la ragazza rimase tutto il tempo assente. (Heredia, p. 43)

    Roberto Bolaño

    Enric è arrogante e vittimista: «Il mio aspetto fisico, forse, vi fa ridere. Non importa. Una volta faceva tremare la gente. Sono grasso, non supero il metro e sessantatré e sono catalano». È disposto a tutto per compiacere l’amata Nuria, fino a derubare il comune e ingannare Pilar. È lui a far costruire la pista di pattinaggio nell’ormai deserto Benvingut, il luogo nel quale tutti i personaggi prima o poi entrano:

    “… illuminato da un’enorme vetrata che correva ininterrotta da un lato e dava su un patio che, affacciandomi, scoprii molto più in basso del giardino all’entrata […] Scesi. I gradini erano di marmo e le pareti erano decorate da bassorilievi di gesso che l’incuria aveva reso irriconoscibili […] la mia attenzione adesso era concentrata su una porta a due ante […] Era da lì che arrivava la musica e anche un’aria gelida che mi asciugò di colpo il sudore sul viso. Dentro, illuminata da quattro riflettori appesi a travi gigantesche, una ragazza pattinava su una pista di ghiaccio… (Heredia, p. 68)

    Elegante, elusivo, surreale, La pista di ghiaccio gioca anche la carta del thriller, un noir molto particolare nel quale l’unico cadavere compare a due terzi del romanzo e chi legge è più interessato a scoprire come reagiranno gli altri personaggi che a individuare gli eventuali colpevoli, perché l’oggetto di studio di Bolaño sono le emozioni e le inquietudini dei protagonisti, le loro tristi storie d’amore e la difficoltà a costruire relazioni umane.

    I ricordi narrati dalle tre voci sembrano alterare il flusso del tempo: pochi minuti occupano pagine, come la scoperta della pista di ghiaccio, molti anni vengono compressi in poche righe, come la prima evocazione dell’amicizia fra Heredia e Morán.

    L’indice del romanzo costituisce da solo una sorta di racconto, costituito dal susseguirsi dei nomi di chi narra e delle prime parole del capitolo:

    Remo Morán La prima volta che lo vidi fu in calle Bucareli

    Gaspar Heredia A volte, quando mi avvicinavo al cancello del campeggio

    Enric Rosquelles Come credete che mi sentissi quando capii

    Nella narrazione filtrano atmosfere rarefatte e talvolta fantastiche:

    “Invece mi addormentai, seduto sul divano, e sognai delle donne-uccello che si aggrappavano fuori vicino al balcone, e mi osservavano attraverso i vetri battendo silenziosamente le ali nell’aria calda e umida. A poco a poco le riconobbi, c’erano Lola e Nuria e altre donne di Z […] sentii la sua voce, proprio quando il gruppo di donne-uccello si alzava in senso opposto alle nuvole che scendevano a coprire il paese. (Remo Morán p. 158)

    Ma anche resoconti prosaici sull’incapacità dei turisti di mantenere i bagni puliti.

    Stampato in poche copie, senza distribuzione, La pista di ghiaccio è stato recuperato negli anni Dieci di questo secolo da editori di vari paesi, dopo il successo delle opere più mature di Bolaño. Pertanto, ha ricevuto giudizi discordi che vanno dall’apprezzamento entusiastico, alla buona recensione, al giudizio sommario e all’accusa avere una trama rudimentale, tre voci molto simili tra loro e personaggi di contorno privi di vita. Le ragioni di tali oscillazioni sono, ovviamente i confronti assurdi con le ultime opere.

    Personalmente, ritengo La pista di ghiaccio una buona prova, grazie al tratteggio di protagonisti sfaccettati – e che, senza polemica, si distinguono benissimo fra loro; ognuno spicca nello sguardo degli altri e per le proprie insufficienze emotive. Nuria, in particolare, vive per pattinare, quello è il suo spessore, per il resto si concede poco a chiunque: una ragazzina egoista e determinata.

    Nell’insieme i personaggi di Bolaño emergono come individui bizzarri: concentrati su loro stessi, meschini, talvolta aggressivi, confusi, generosi e a loro modo struggenti, proprio come sono gli umani.

    Roberto Bolaño, La pista di ghiaccio, Adelphi 2018, ed. or. 1993, pp. 198, € 17,00, Trad. Ilide Carmignani

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