Racconto pieno di atmosfera, La compagnia perfetta trasporta il lettore in un borgo montano delle Alpi Lepontine. Le case, gli alpeggi, i pianori, le rocce coperte di licheni, i paesani intenti al lavoro nei campi, tutto scorre nitido, ma piccoli particolari alimentano l’impressione che la realtà sia mutata.
Reduci da una catastrofe ambientale che, tra l’altro, ha fortemente diminuito la fertilità umana e animale, gli abitanti di Cranpiolo hanno, come quelli di molte altre zone, reagito alla crisi ricostruendo forme di collettività basata su pochi principi base di rispetto ambientale, ampia condivisione e lotta alla sterilità. La gente del paese dà vita a una sorta di comune agricola utilizzando conoscenze antiche, energie rinnovabili del vento e del sole e strumenti, come i droni, che permettono loro un buon controllo del territorio. La strada della sostenibilità è comunque ardua e richiede sacrifici e soluzioni creative, oggi difficili persino da immaginare. Orso, biologa e io narrante, è parte della comunità e collabora come ricercatrice con un paio di università, cercando erbe ricche di fitoterapici.
Il racconto scava in profondità nei personaggi, nei “doni” che alcuni di loro, come Orso, possiedono, e nei rapporti sociali, senza fare sconti e senza coltivare illusioni e buonismi: se la comunità regge non è perché la gente è buona, ma perché ha capito che l’unica via è mediare tra le necessità di tutti e quelle di ognuno. Orso è un buon esempio di cosa occorre per sopravvivere ai tempi del disastro climatico: energia, conoscenza, ambizione, empatia.
Il tema delle alternative alla famiglia mononucleare binaria è stato affrontato variamente nella fantascienza e nel mainstream del secolo scorso e torna molto attuale in questi anni. Qui Romina Braggion ne propone una versione interessante, nella quale trovano posto gli affetti e il dovere e le diversità divengono parte integrante della società. Per darle sostanza l’autrice lavora anche sul linguaggio, trovando termini insieme espliciti e quotidiani per designare nuovi ruoli. Nel racconto le famiglie sono realmente un ponte tra gli individui e la comunità, un tentativo di democrazia dal basso fattibile, almeno, in una comunità ristretta.
Il racconto è pieno di idee che sarebbe bello esplorare in un romanzo, perché già nelle 47 pagine di La compagnia perfetta emergono biotecnologie in sé sostenibili ma pericolose e indizi di una geografia italiana mutata dalla crisi climatica, che si mescola alla storia antica del pianeta. Come sarà, ad esempio, la Bologna del futuro? Il mondo di Romina Braggion è di notevole spessore e l’autrice, per ora, ne ha raccontato solo una piccola parte.
Il link al sito di Romina Braggion: https://rominabraggion.blogspot.com/
Letto in queste settimane, infine, La compagnia perfetta ci mostra, evocando un futuro difficile ma non distopico, quanto sia necessario cambiare il modo di pensare e rifiutare di «tornare alla normalità».
Romina Braggion, La compagnia perfetta, Delos Digital coll. Futuro Presente, a cura di G.Abbate e E. Di Fazio, pp. 47, cop. Tithi Luadthong
NOTA: Romina Braggion sta attualmente lavorando a un progetto ambizioso, La Metà del Mondo, che si propone di raccogliere in un contenitore unico, raggiungibile dalla homepage del suo blog, i profili delle tante autrici di fantascienza, che nel mondo letterario non hanno la visibilità che meritano. Si tratta di un lavoro di documentazione di grande interesse e in continua espansione, partito trattando autrici contemporanee, italiane e non.
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