Martin Amis è figlio di Kingsley, membro di spicco della new wave fantascientifica britannica, autore di fantascienza, satira e critica letteraria inglese. Qui Martin presenta 5 racconti e un saggio, Come l’autore stesso suggerisce nell’introduzione, alcuni almeno dei racconti “devono qualcosa“ a qualcuno: riecheggiano alla lontana temi già esplorati da altri (Borges, Ballard) e questo è il novum di Amis, nonché la caratteristica unificante della raccolta, i protagonisti si muovono in un universo PN, post nucleare, nell’era della deterrenza atomica.
L’olocausto nucleare può essere già avvenuto, come in Gli Immortali, nel quale pochi sopravvissuti esorcizzano la fine imminente illudendosi di vivere per sempre, osservati da un vero Immortale che riflette sulla propria vita senza fine e senza scopo. Oppure quello del pericolo atomico può essere divenuto un retropensiero consueto e onnipresente, tanto da non essere più percepito come tale: in Intuito al Flame Lake si accenna alle testate nucleari solo di sfuggita, ma la paura è sospesa nell’aria e la realtà, incomprensibile e violenta, pare “normale” soltanto alla percezione distorta del ragazzo schizofrenico.
Si può anche vivere nell’era nucleare con consapevolezza come fanno i due protagonisti di Bujak e la forza forte: uno convinto del valore dell’ultima vendetta possibile: distruggere il nemico che ha lanciato per primo i missili atomici, e l’altro, giovane pacifista terrorizzato dalla violenza e convinto dell’inutilità della Rappresaglia.
L’Universo di Amis è, come dice Bujak, einsteiniano: nessuno dei personaggi può dimenticarlo perché sono (siamo) tutti pedine in una partita che avrà soltanto due possibili perdenti: Loro (le armi nucleari) o noi stessi.. Il problema è che l’Universo non è più a misura di umani: la realtà è soltanto una buccia sottile, oltre c’è soltanto il Nulla… le distanze vuote tra un sole e l’altro ci schiacciano, le galassie si allontanano alla velocità della luce. Poi, suggerisce Amis, al Big Bang seguirà il Big Crunch e il tempo si riavvolgerà, oscillando in eterno tra nuovi inizi e nuove morti.
Il saggio iniziale è incisivo e i racconti scritti senza sbavature. Bujak, il primo, è anche il migliore. Lettura godibile per appassionati e non di sf.
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Martin Amis, I mostri di Einstein, Mondadori Omnibus, 1988, pp. 128, traduzione Andrea Kerbaker e Sarah Thorne, reperibile usato o c/o Delos Store
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