Un libro singolare quello di Yang Yi, Un mattino oltre il tempo, Fazi editore. In apparenza un libro di autore cinese, probabilmente pubblicato all’estero, dedicato al giorni di Tien An Men. Due studenti di campagna catapultati nella capitale a cercare un’affermazione nella turbinosa Cina contemporanea. Due amici che, iscritti all’università, finiscono per interessarsi troppo a temi e problemi come la democrazia, la libertà di opinione, il futuro del loro paese e, come milioni di loro contemporanei, hanno visto morire ogni speranza in un mattino di giugno.

Liu Qiao (Yang Yi)
In apparenza, dicevo, perché il libro è stato scritto in giapponese e ha ricevuto, caso unico nella storia della letteratura nipponica per un autore non di madrelingua giapponese, il premio Akutagawa, un premio vinto, tra gli altri, da Kobo Abe, Murakami Ryu, Oe Kenzaburo, Inoue Yasushi e Yu Miri. Insomma, un romanzo scritto da un’esule che, dalla propria patria di adozione, racconta l’amara disillusione di chi ha sognato una nuova Cina per poi doverla abbandonare, come tanti altri hanno fatto.
Un romanzo scabro, sincero e dotato di una inattesa grazia che lo rende una lettura non solo gradevole ma anche appassionante. Consiglio gli interessati al personaggio dell’autore (nome reale: Liu Qiao) un passaggio sull’intervista pubblicata sul Japan Times. Ultimissima nota, l’editore italiano riferisce che l’autrice «Inizialmente non conosce nemmeno una parola di giapponese: si appassiona alla lingua ascoltando ripetutamente «una cassetta della cantante Matsuda Seiko, raccolta casualmente dall’immondizia». Non c’è motivo per dubitare sull’attendibilità di questa notizia – anche se l’autrice non la cita nel corso dell’intervista – e, in ogni caso, direi che è confermata l’utilità delle canzonette d’amore, se non altro per apprendere una lingua.
Yang Yi, Un mattino oltre il tempo, Fazi Le vele 2010, pp. 204, € 19,00, trad. Gianluca Coci
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