Piccolo avvertimento: Brothers è un romanzo in due parti (il che spiega il doppio anno di prima pubblicazione), e questa è la prima parte. Ci tocca accontentarci anche se l’Editore non è chiarissimo nello spiegarlo, e chissà quando leggeremo la seconda parte, non ce lo comunica. Altro mistero che non viene chiarito, perché il titolo è in inglese? Boh. Per fortuna che anche mutilo, Brothers è di succulenta lettura. L’avvio non fa presagire tanto di buono, con un insistito chiacchiericcio a proposito di culi (il termine non è mio, cito) e una comicità un po’ grossolana, ma superato lo sconcerto e proseguendo nella vicenda, ci si accomoda presto in prima fila per assistere da spettatori soddisfattissimi alle vicende di Li Testapelata e di suo fratello Song Gang. Figli rispettivamente della vedova Li Lan e del vedovo Son Fanping, quando i due si sposano diventano fratelli, senza una goccia di sangue in comune ma legati per la vita da un amore infrangibile. Anche i genitori si amano, e per Li Lan, il cui primo marito era un buono a nulla morto affogato in un gabinetto pubblico, comincia un periodo di felicità, serenità, autostima, quale non sognava nemmeno potesse esistere. Bisogna dire che Son Fanping, insegnante di scuola media, è una persona straordinaria, e un personaggio talmente ben costruito e convincente che certe volte verrebbe da applaudirlo a scena aperta. Ha tratti che ricordano Fugui di Vivere! e Xu Sanguan di Cronache di un venditore di sangue, è inguaribilmente ottimista, pieno di attenzioni e delicatezze verso i familiari, coraggioso, leale, coerente, sempre pronto a rialzarsi e tornare a combattere. Un eroe positivo ma modesto, del tutto spontaneo. Per i due bambini è un modello. Tanta è la sua premura per Lin Lan che la convince a farsi ricoverare in ospedale a Shangai per curare una ricorrente emicrania che la tormenta. «Dopo la partenza di Li Lan per Shangai, da noi a Liuzhen arrivò la Rivoluzione culturale». Così è annunciata la bufera che comincia come uno scoppio di tuono, impazza per alcuni anni poi si spegne lasciando dietro di sé rovine e cadaveri. Visti attraverso gli occhi bambini di Li Testapelata e Song Gang gli avvenimenti, che li coinvolgono distruggendo la loro recente famiglia, raggiungono livelli di sublime assurdità. Raramente ho trovato una rappresentazione così potente della stupidità, della prepotenza, della inaccettabile ingiustificata ottusità. In questo romanzo scorrono fiumi di lacrime, dato che seguiamo i protagonisti dall’infanzia alla prima adolescenza li vediamo piangere, asciugarsi il moccio, singhiozzare, ma anche sbavare di golosità per gli spaghetti ai tre sapori e il gelato di soia verde, soprattutto per le caramelle mou Coniglio bianco. Come sempre nei romanzi di Yu Hua, ci scorre davanti la vita in tutte le sue accezioni anche più crude, la Storia incalza e non risparmia nessuno, ma il tono rimane vagamente fiabesco, incantato, capace di abbassarsi al livello di ogni minimo personaggio. Si arriva alla fine completamente immersi nel mondo della «nostra Liuzhen», anche noi golosi di caramelle mou e spaventati dai ragazzacci che picchiano esercitando la «gamba–che–spazza». Speriamo solo che l’Editore non ci faccia aspettare troppo la seconda parte: anche se dimenticare Li Testapelata e la sua famiglia non sarà facile, conoscere il suo destino tra un paio d’anni è uno spreco [*]. O ci toccherà rileggere tutto da capo.
[*] La seconda parte del libro, Arricchirsi è glorioso – Brothers seconda parte, è uscito nel 2009, sempre per Feltrinelli editore.
Yu Hua, Brothers
Feltrinell, ed. 2008, pp. 248, € 16,00, Trad. S. Pozzi
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