Senza luce [Lightness], di C.A.Higgins, ed. originale 2015 e traduzione italiana di Annarita Guarnieri per il numero 1641 della rivista, è uscito nell’aprile 2017.
Di questo libro ho sentito parlare in modi tutt’altro che positivi da più lettori, a cominciare dal dato di fatto che praticamente tutta la vicenda si svolge rispettando l’unità aristotelica, ovvero secondo l’unità di tempo, luogo e azione, una modalità di azione letteraria che venne a suo tempo polemicamente attaccata dai romantici tedeschi. Non credo che tutti i critici del romanzo della Higgins fossero seguaci dei romantici tedeschi di fine ‘700 / inizio ‘800 ma che, semplicemente, si siano stancati e sfiancati di un dialogo pressoché interminabile – e apparentemente senza sbocchi – che continua per N pagine.
Il problema del dialogo, anzi il problema del DIALOGO è un elemento che suscita non poche discussioni nell’ambito della sf – e non solo. «Show don’t tell» è una dittatura che estende il suo potere anche sul terreno del dialogo e non sono pochi gli autori, anche importanti, che affermano che «Va bene, se solo elimini un po’ di dialoghi e inserisci un po’ più di azione».
Onestamente non ho nulla contro i dialoghi, purché appaiano reali, ovvero condotti da personaggi ben caratterizzati. In questo senso Senza luce ha uno spessore “teatrale” che non si può sottovalutare e che costituisce gran parte del suo fascino. Il duello verbale condotto da Ivan e Ida per una buona età del libro funziona egregiamente – a mio parere – e scolpisce i personaggi con un rilievo non comune. Ciò che, viceversa, non funziona troppo bene è lo sfondo: un terrorismo che raggiunge vertici e risultati inattesi, la sostanziale debolezza dell’ipotesi di una tecnologia giunta all’autocoscienza e l’incongruenza di un sistema politico mai ben chiarito. In sostanza è l’insieme della vicenda a risultare incerta e a tratti vagamente assurda e non tanto il ritmo, che mantiene comunque un suo valore teatrale innegabile.

C.A.Higgins
In sostanza – ed è questo l’aspetto curioso – a rendere criticabile e/o intollerabile il libro non è tanto la sua dimensione di piéce, dove personaggi entrano ed escono da un palcoscenico a bordo di un’astronave, ma il mondo che circonda tale palcoscenico, troppo evidentemente un fondale di poco spessore. In ogni caso una lettura non indegna, in attesa del seguito e della maturità espressiva di un’autrice comunque interessante.
C.A.Higgins, Senza luce, Mondadori Urania 1641, pp. 300, € 6,50, trad. Annarita Guarnieri
Idem e-book formato epub, € 3,99
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