Uomini senza donne di Murakami Haruki è un’antologia uscita in Giappone nel 2014 e tradotta e pubblicata in Italia da Einaudi nella traduzione di Antonietta Pastore nel 2015. Si tratta di sette racconti che hanno come tema centrale il complesso – spesso ansiogeno o deludente – rapporto tra uomini e donne. Il racconto finale della raccolta che dà il titolo alla raccolta, Uomini senza donne, una semplice storia di una perdita, divenuta in seguito definitiva, dà perfettamente il mood della raccolta e consiglio di leggerlo per primo, ignorando volutamente l’ordine prefissato dall’autore:
In ogni caso è così che diventi uno dei tanti uomini senza una donna. In un attimo. E una volta che lo sei diventato, la loro solitudine ti si attacca addosso per sempre, è un colore che ti entra dentro. Come una macchia di vino su un tappeto chiaro.
La nostalgia è probabilmente la chiave dell’intera raccolta, ma si tratta di una nostalgia particolare, il dolore senza volto di ciò che non è si vissuto, un amore smarrito o possibile ma irrealizzato, ciò di cui racconta Tanimura in Yesterday, perduto nel ricordo di una serata trascorsa con Erika, una ragazza che all’epoca non sapeva di amare e che tuttora, probabilmente, non ama ma che è rimasta confitta nella sua memoria. Il tentativo di afferrare ciò che ci è vietato per sempre e definitivamente – ciò che il nostro rivale provava per la donna che abbiamo amato – è il tema di Drive my car, che è anche la storia breve e sterile del rapporto tra Kafuku e Takatsuki, due uomini che hanno condiviso la stessa donna ma non trovano le parole per raccontarla. Organo indipendente racconta la storia dell’innamoramento definitivo e senza speranza di Tokai, un tombeur de femmes che, superficiale nei problemi di cuore, viene abbandonato come un semplice oggetto. Tokai si lascia morire, ma nel farlo trova la ragione della sua esistenza. Un racconto tragicamente scandito e folle, ma probabilmente uno dei migliori della raccolta.
Shararazād è la storia di un’interminabile attesa e di brevi momenti di intimità.
Ma la prospettiva davvero insopportabile per lui […] era di non poter più passare insieme a loro momenti di intimità. […] Perché le donne offrivano un tempo speciale che annullava la realtà, pur restandovi immerse.
Un racconto senza risposte, fatto interamente di interrogativi sussurrati in solitudine. Kino è un racconto curioso: una storia di gatti, serpenti, apparizioni, ricordi, jazz e solitudine. Si chiude con il protagonista che finalmente comprende la profonda solitudine della propria vita. Samsa innamorato è un piccolo pezzo di bravura e la storia di un amore improbabile. Gradevole ma, onestamente, nulla più di questo.
In ogni caso credo meriti aggiungere anche questa antologia al lungo elenco dei libri di Murakami Haruki. In attesa del prossimo romanzo, si sussurra un “mostro” di duemila pagine.
Murakami Haruki, Uomini senza donne, Einaudi Supercoralli 2015 [ed. or. 2014], pp. 222, € 19,00, trad. Antonietta Pastore
Idem Einaudi Super ET 2016, pp. 232, € 12,00
Idem ebook, € 8,99
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