Murakami Haruki
Tutti i figli di Dio danzano
Einaudi
€ 11,00
trad. G. Amitrano
Murakami è il traduttore in giapponese di Raymond Carver ed è possibile a tratti cogliere l’impronta dell’autore americano in questi sei racconti, nel gusto per il particolare, il dettaglio, il momento, l’attimo di sospensione prima che un sentimento e una frase siano pienamente compiuti e vissuti.
Chi conosce il Murakami autore di fantastico – anche se di un fantastico del tutto peculiare – ritroverà qui il particolare amore dell’autore per le solitudini e per i luoghi che rivelano ai protagonisti un’anima inattesa e sottilmente inquietante. Basti pensare allo strano club deserto di Thailandia o alle strade deserte e battute dal vento di Hokkaidô di Atterra un ufo su Kushiro, la spiaggia solitaria dei fuochi di Paesaggio con ferro da stiro o lo stadio deserto di Tutti i figli di Dio danzano, racconto che dà il titolo all’antologia. Ma il registro scelto da Murakami per questi brevi storie è dimesso, familiare, introspettivo.
I protagonisti dei racconti sono uomini e donne più o meno consapevolmente alla deriva, vittime di un’irreparabile frattura delle loro esistenze o in attesa di un cambiamento definitivo che li muterà profondamente. Individui quieti e solitari chiamati a trovare o ritrovare un posto nel mondo, obbligati a ritrovare un’attitudine e un approccio personale per affrontare gli eventi, creature che si riscoprono deboli e spaventate ma che fanno appello alla dignità dei gesti e dei pensieri quotidiani, pur scoprendo quanto il mondo che li circonda può essere alieno, incontrollabile e minaccioso.
A testimonianza dell’oscura violenza della realtà Murakami inserisce in ognuno dei racconti il ricordo del grande terremoto di Kôbe del 1995, descritto già dall’incipit del primo dei racconti, Atterra un ufo su Kushiro: «immagini di banche e ospedali crollati, strade piene di negozi avvolti dalle fiamme, ferrovie e autostrade fatte a pezzi». Il terremoto come caos ultimo, definitiva perdita di senso del reale.
Murakami è un autore di fantastico del tutto peculiare, ho scritto. Probabilmente si potrebbe ridefinire il suo approccio al fantastico nei termini di «irrazionale», ossia di intervento dell’«anima delle cose» nel quadro della realtà quotidiana. Un animismo letterario sembra ricollocare il meno apparentemente «giapponese» tra gli autori nipponici contemporanei nel solco della tradizione letteraria del Sol Levante.
Un’antologia piccola ma non modesta, in conclusione, consigliabile a chi già ama Murakami come a chi desideri compiere i primi passi nel mondo di uno dei più interessanti e sorprendenti scrittori contemporanei.