Jack Barron e l’Eternità, ha per protagonista un ex-sessantottino, giunto al successo grazie a un programma basato sulle telefonate degli ascoltatori. Il fallimento dei suoi ideali politici lo ha trasformato in un individuo cinico in cui la lotta ai valori tradizionali si è trasformata in semplice insofferenza per ogni valore o per ogni sistema etico. E la grandezza del romanzo sta proprio qui, nell’esplorare l’amarezza livida e disincantata del protagonista, che è anche il fallimento di una generazione nata per fare la rivoluzione e finita col correre in carriera senza alcuna remora morale.
Jack Barron ci racconta, ma illuminandoli di una luce più cruda e meno vischiosa e casareccia, dei tanti personaggi televisivi che capita di vedere in TV, divenuti semplici interpreti di una vita definitivamente normalizzata. Scava dolorosamente nella mutazione dell’ormai lontanissima leggerezza dell’immaginazione al potere, negli appannati ricordi di Woodstock, nel sogno irrancidito della vita on the road.
Il perfidissimo capitalista che compare nel romanzo può, a tratti, sembrare fin troppo caricato e l’intero sistema politico può apparire attraversato da un livello di violenza quasi inverosimile, ma la realtà raccontata nel testo è quella del traffico di organi e di esecuzioni capitali televisive e in questo caso l’impeto di Spinrad coglie egregiamente il bersaglio, rendendo pura rappresentazione del reale un insieme di accorti artifici drammatici.
Gli stessi utilizzati in un altro romanzo, Il pianeta Sangre, dove Spinrad appare meno politicamente limpido, ma lasciando al fariseismo del lettore ancora meno scampo.
Ciò che ha di veramente meritevole Jack Barron e l’Eternità – e che rimane a lungo nella memoria – è la sensazione di freddo, di distacco, la paura di fermarsi a considerare il proprio destino, l’orrore per il vuoto e per l’orgoglio allucinante che ha retto i pensieri di chi voleva cambiare il mondo e ha finito per esserne assorbito e digerito. Come ha affermato Spinrad, la sf può essere metafora ma non è allegoria né simbolo e le sue linee sono interamente proprie e, come ogni letteratura, non è un buon veicolo per sagge riflessioni e acute disamine. Racconta, soltanto e addirittura.
Norman Spinrad, Jack Barron e l’Eternità, Mondadori Urania 2016, pp. 262*, € 3,99 [e-book], trad. Roberta Rambelli
Norman Spinrad, Jack Barron e l’Eternità, Fanucci 1973, pp. 338*, fuori commercio, trad. Roberta Rambelli
* Stessa traduttrice, editore diverso e assai differente il numero di pagine. Ognuno tragga la conclusioni che preferisce.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.