Una premessa. Jeff VanderMeer ha due pregi enormi, che potrebbero farmi chiudere gli occhi di fronte a difetti e mancanze che, comunque, mi sforzerò di segnalare. Il primo è una capacità davvero rara di evocare paesaggi e descrivere ambienti naturali, comunicandone quelli che – in mancanza di parole più adeguate – definerei equilibrio e bellezza; l’altro è un’attenzione altrettanto rara all’uso del linguaggio. E io, biologa e attenta all’uso delle parole per professione e per piacere, sono in un certo senso il target ideale per quest’opera. Quindi leggetemi, datemi quel po’ di credito che si può dare a un lettore di lungo corso, ma state in guardia. Non temete invece per eventuali spoiler.
La trilogia dell’Area X (o della Southern Reach) è una terna di romanzi strettamente legati fra loro, che si svolgono nello stesso universo – proiezione in un futuro estremamente prossimo del nostro. L’opera nel suo insieme è di difficile collocazione; per cavarmela in maniera accettabile potrei definirla new weird, in quanto il suo autore è appunto uno dei più noti rappresentanti del genere e ha contribuito a definirne i canoni. In realtà si tratta di un’opera ambiziosa e composita che probabilmente resta un unicum anche nel panorama di un genere dai confini estremamente fluttuanti.
La storia di VanderMeer si svolge in un luogo fittizio, costruito sul ricordo dei vagabondaggi dell’autore lungo le coste paludose della Florida settentrionale. Qui, trent’anni prima, è avvenuto un inspiegabile cambiamento ambientale: una larga striscia di costa, comprendente alcuni paesi, un’isola e due fari, è stata sigillata da una barriera invisibile e impenetrabile; le autorità l’hanno chiamata Area X (A-X) e, per non allarmare (troppo) la popolazione, hanno parlato di disastro ambientale e promesso successive bonifiche. All’interno della zona, l’ecosistema – foreste, radure, laghi e mare aperto – cancella la maggior parte dei segni di presenza umana e si sviluppa selvaggio e incontaminato, rigoglioso e ricco di biodiversità, come se la Natura avesse detto agli umani: “ora basta!” e avesse riaffermato, almeno lì, i propri diritti.
Quando la prima spedizione, formata da scienziati di vaglia di varie discipline naturali e umane, varca il confine in un punto nel quale è stata individuata una “porta” va incontro a un disastro. Da allora, periodicamente, la Southern Reach (SR) – l’organizzazione governativa che studia l’A-X – presidia il varco e invia spedizioni con esiti alterni per i coraggiosi esploratori ma nell’insieme inconcludenti. Dopo ecenni, solo due questioni sono accertate: 1. Nella zona isolata la natura sembra troppo viva e gli esploratori avvertono questo eccessivo rigoglio quasi con paura, tanto che qualcuno di loro ritiene l’intera A-X come il camuffamento multiforme di un’unica entità diffusa; 2. l’A-X agisce in profondità sugli umani, pare spiarli, entrare in loro, trasformarli in maniera irreversibile… I pochi ricercatori che ne escono sembrano copie sbiadite di loro stessi, non ricordano quasi nulla e/o soffrono di forme letali di cancro.
Nel primo libro, Annientamento, seguiamo una dodicesima spedizione – dopo 11 fallimenti – tutta femminile e diretta da una psicologa; una delle esploratrici è una biologa ed è con i suoi occhi che studieremo l’A-X. Il luogo ha qualcosa di ipnotico, la sensazione di entrare in un territorio dove lo spazio e il tempo sono diversi da quelli sperimentati fuori è tangibile, presto le quattro donne divengono ansiose, ognuna sospetta delle altre. Un punto dell’Area, definito anomalia topografica, viene percepito in maniera diversa dalla biologa, che si ostina a considerarla una torre, e dalle altre che invece lo vedono come una sorta di pozzo. Riflettendo sulle proprie esperienze precedenti la biologa afferma:
…credo che il mio unico dono, o talento, stsse nel fatto che i luoghi lasciavano un’impronta su di me e io riuscivo facilmente a fondermi con loro.
Scelta dalla S-R proprio per questo talento, la biologa riuscirà ad avvicinarsi più di tutti all’essenza dell’A-X e, scendendo all’interno dell’anomalia, potrà leggere una lunga sequela di versetti di sapore biblico “scritti” sulle pareti dalle ife di un fungo sconosciuto.
Il secondo volume, Autorità, invece, ci porta all’interno della S-R.. È un momento di svolta per l’organizzazione: mentre la topografa, l’antropologa e la biologa della dodicesima spedizione sono tornate dall’A-X, la direttrice – che le ha ha guidate come psicologa – non ha fatto ritorno. Il romanzo comincia con lo scontro tra Grace, la sua fedelissima vice, e John Rodriguez, il nuovo direttore incaricato. Controllo – questo è il soprannome che John si è scelto – fronteggia con notevole difficoltà l’aperta ostilità di Grace, l’indifferenza rassegnata degli studiosi imprigionati in un routine decennale e il difficile compito di interrogare le tre sopravvissute; per risolvere almeno qualcuno dei misteri, Controllo si concentra sulla più lucida, la biologa – che gli chiede di essere chiamata «Uccello Fantasma» – e sui materiali raccolti durante le spedizioni precedenti: faldoni, campioni, video e centinaia di brevi appunti scritti dalla direttrice. Seguendolo, anche il lettore impara a conoscere l’A-X e il suo impressionante confine e scopre i piccoli e grandi segreti della S-R e delle fazioni che se la disputano. Dopo trent’anni nessuno ha saputo rispondere ad almeno una delle domande fondamentali sulla formazione dell’A-X: chi/cosa, da dove, come e perché. Una temporanea alleanza tra Controllo e la “biologa” rilancia il gioco e guida il lettore verso il terzo volume.
Accettazione è un romanzo strano, costruito con estrema attenzione, che si muove lungo la linea del tempo, seguendo le storie personali dei protagonisti e presentandoci in profondità Saul, il guardiano del faro ai tempi del collasso dell’A-X. Nel presente della narrazione Controllo e Uccello fantasma si muovono in un paesaggio che cambia a grande velocità, rivelandosi sempre più alieno; le loro scoperte e i loro incontri permettono al lettore attento di riannodare molti fili. Non mancano atmosfere inquietanti, scene he lasciano immaginare sviluppi terribili e descrizioni ammalianti dei paesaggi in continua evoluzione. C’è posto perfino per legami affetttivi inaspettati.
Sulla riuscita della trilogia i pareri sono molto discordi: quasi tutti sono d’accordo sul buon esito del primo romanzo e, con mia notevole sorpresa, sul minore interesse suscitato dal secondo. Il volume finale ha lasciato delusi molti lettori che speravano di trovare un posto preciso per ognuno dei numerosissimi indizi seminati dall’autore.
Personalmente ritengo che la trilogia vada considerata un unicum di ottima qualità e attentamente orchestrato, capace di offrire soddisfazioni ai lettori che apprezzano i dettagli, facendo loro esclamare “ah, ecco! Ora capisco perché quel particolare è stato introdotto nel primo volume”. Ma la trilogia non è un rebus e nemmeno un poliziesco, rimettere i dettagli al loro posto non è il suo vero pregio, anzi talvolta è un suo limite: i troppi conti che finalmente tornano distolgono l’attenzione dall’insieme, che è di grande livello. I tre volumi mettono in scena persone e luoghi e raccontano bene le une e gli altri. Le passioni della biologa, i suoi difetti e la sua scontrosità, il complesso legame tra la direttrice e la sua vice, i fallimenti di Controllo e i suoi rapporti con l’invadente parentado, la storia di Saul, i personaggi meschini e quelli con una piccola perla di grandezza, sono esempi di umanità che spiccano contro uno sfondo che sfida la nostra possibilità di capire. VanderMeer, però, sottolinea sempre la nostra umana capacità di comprendere, trascendere, adattarci.
Tra gli altri meriti del libro ci sono descrizioni di grande respiro di notti stellate contro un cielo che diventa sempre più alieno, crepuscoli silenziosi eppure colmi di vita, e ogni sorta di ecosistemi dell’A-X ; da lettori possiamo semplicemente chiamarli paesaggi e goderceli. Non c’è nulla di apocalittico nella trilogia perché VanderMeer non è interessato a come la vita finisca ma a come persista attraverso il cambiamento.
Quidi sì, La trilogia è new weird, ed è anche ecofantascienza. La natura che descrive non è quella che gli scrittori di solito descrivono per spiegare i nostri sentimenti. Vive di vita propria noi siamo solo un granellino. Leggendo i volumi uno dietro l’altro, senza giocare alla caccia all’indizio, alla fine ci tornerà in mente anche che là dentro, ma anche là fuori (mentre noi stiamo chiusi nelle nostre case e città) sta davvero in agguato una vita diffusa, enormemente più grande di noi e inarrestabile, rispetto alla quale siamo piccoli, limitati, impotenti nonostante tutta la nostra tecnologia.
Siamo astronauti, – disse Uccello Fantasma nel silenzio del tardo pomeriggio. – I membri delle spedizioni erano tutti astronauti.
E non è ciò che potremmo dire di tutti noi che viviamo?

Jeff VanderMeer
Per ampliare il punto di vista sulla trilogia potreste legger un interessante articolo di David Tompkins apparso in Los Angeles Review of Books un paio di anni fa (https://lareviewofbooks.org/article/weird-ecology-southern-reach-trilogy/#!). Si tratta di qualcosa di più di una recensione, l’autore oltre a fare molti riferimenti azzeccati ad altre opere (L’inevitabile – e in qualche modo complementare – Picnic su ciglio della strada, ma anche il meno ovvio Solaris di Lem, le opere di Lovecraft) e tra le altre questioni confronta utilmente l’Area X con il concetto di iperoggetto1, elaborato dall’ecofilosofo Timothy Morton. Davvero meritevole di lettura.
1. Gli iperoggetti sono «eventi o sistemi o processi troppo complessi, troppo massicciamente distribuiti attraverso lo spazio e il tempo perché gli umani riescano ad afferrarli»[rad. mia]. Buchi neri, l’isotopo dell’uranio 238U (emivita = 4,5 miliardi di anni), processi come il riscaldamento globale del pianeta, eventi come le estinzioni di massa delle specie sono iperoggetti, contemporaneamente estremamente reali e astrazioni capaci di distorcere enormemente i nostri concetti di causalità, spazio e tempo.
Jeff VanderMeer, Annientamento, Einaudi Supercoralli 2015, pp. 186, € 16,00, trad. Cristiana Mennella
Idem, e-book, € 7,99
Jeff VanderMeer, Autorità, Einaudi Supercoralli 2015, pp. 292, € 17,00, trad. Cristiana Mennella
Idem, e-book, € 9,99
Jeff VanderMeer, Accettazione, Einaudi Supercoralli 2015, pp. 288, € 17,00, trad. Cristiana Mennella
Idem, e-book, € 9,99
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