Metrofaga di Richard Kadrey, è un romanzo edito da Shake – edizioni Underground dove si racconta di Johnny, un ex-poliziotto, che vive di piccoli traffici e di espedienti nella California dei primi decenni del prossimo secolo. A suo modo è un tipo abbastanza pulito anche se ha amicizie pericolose. Ciò che Johnny non sa (e che non può sapere) è quanto il suo DNA sia importante per le Triadi – le mafie internazionali che dominano l’economia mondiale – e anche per ciò che resta del potere più o meno legalmente costituito. La California in cui Johnny si sforza di sopravvivere è un incubo socio-criminale sul quale si allunga l’ombra di un’epidemia letale originata da un virus nato in un laboratorio militare.
Curioso (e ammirevole) come in una vicenda dalla tinte tanto fosche Kadrey riesca a conservare leggerezza e gusto per lo sberleffo. A differenza di altri autori, Kadrey non si preoccupa di apparire politically correct (magari sovversivo, questo sì) e muove i personaggi secondo logiche che appartengono più alla loro origine ed al loro personale temperamento che a esigenze di copione. Da segnalare anche il ritmo, veloce senza essere parossistico o autocaricaturale. Ancora due notazioni, l’una per i nomi e soprannomi dei personaggi, (particolare che in un romanzo di tema fantastico è tutt’altro che secondario), nomi che si attaccano come francobolli al lettore e non lo mollano più (mai che capiti di pensare: e questo chi era già?) e l’altra per il personaggio di Imbroglio, padrino immortale – in senso letterale – e figlio di buona donna davvero memorabile.
Richard Kadrey, Metrofaga (tit. or. Mitrophage), Shake edizioni Underground, 1997, pp. 224, € 10,97, trad. G. Giobbi
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