Il libro che presento questa volta è Scacco al tempo di Fritz Leiber, pubblicato volta da Mondadori in Urania nel febbraio 1986, ristampato del 1993 e successivamente in Urania Collezione nel 2013. Leiber fu un autore decisamente insolito ed eclettico anche per le letterature fantastiche e scrisse un po’ di tutto, dalla fantascienza più canonica all‘heroic fantasy condita di ironia, al gotico più genuino, spesso riuscendo a raggiungere un livello di profondità e un respiro che eccedono le classificazioni banali, come in questo romanzo, scritto durante la guerra, vittima di molte traversie editoriali, uscito in due versioni, una più breve e una più lunga, questa appunto, pubblicata nel 1953 come The Sinful Ones (I peccatori, un titolo appioppato dalla Universal Publishers and Distributors), condito di scene pornosoft che il povero Fritz mai si era sognato di scrivere e, finalmente, ripubblicato in una versione molto simile a quella originale.
Il tema ha poco a che fare con la sf e molto con il racconto filosofico, mentre i paesaggi quasi sempre notturni, le scogliere di cemento e il mare di auto che costituiscono lo spazio di Chicago, gli interni pieni di ombre e il fiume buio, sono inconfondibilmente neogotici. Il protagonista, il trentenne Carr Mackay, impiegato non troppo ambizioso con fidanzata decisa a fargli far carriera, potrebbe essere uno di voi: vive alla giornata, trascorre i giorni immerso nel torpore del solito tran tran senza nemmeno rendersi conto di un profondo malessere esistenziale, che si denuncia solo occasionalmente, con una sensazione di estraneità al mondo, di solitudine, di futilità. Una sensazione familiare, che tutti abbiamo provato, l’impressione che gli altri – tutti, gli amici, l’amante, i genitori e non solo i mille estranei che incontriamo ogni giorno – recitino un copione sempre uguale in una commedia logora, e che si aspettino che noi stiamo al gioco, recitando una parte che non conosciamo.
È per questa ragione, forse, che loro – gli altri – sembrano così soddisfatti, privi di domande e di angosce, mentre noi – unici svegli in un mondo di sonnambuli – portiamo, soffrendo, il peso della solitudine e della consapevolezza. Queste sono solo fantasie solipsistiche, che un paio di giornate serene bastano a disperdere… Ma se invece fosse TUTTO vero? Se il mondo fosse davvero un meccanismo cieco, una grande giostra meccanica, e noi e pochi altri fossimo patetici pupazzetti malauguratamente destati alla coscienza? E i “risvegliati”, si limiterebbero ad assistere impietositi al balletto sempre uguale dei compagni oppure approfitterebbero del loro nuovo potere per infierire, per macchiarsi di peccati imperdonabili?
Fritz Leiber, Scacco al tempo, Mondadori Urania 2013 [rist.], pp. 252, € 5,90, trad. Giampaolo Cossato e Sandra Sandrelli.
Idem e-book, formato per Kindle, € 3,99
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