Ci sono talenti che segnano la vita di chi li possiede facendone un predestinato, soprattutto se uniti ad altri pregi, come un aspetto gradevole e un’ottima memoria. Alan Bennett, autore di La pazzia di Re Giorgio e di Nudi e crudi, ce lo dimostra con garbo e ironia in La cerimonia del massaggio (Adelphi, 2002, ed. or. 2001), foto di gruppo dell’avvenimento mondano per eccellenza: il funerale.
Per la verità la cerimonia non è un vero funerale, occasione troppo triste e, se vogliamo, anche un po’ inelegante, bensì una «celebrazione», una funzione ben più chic che consente, a inumazione avvenuta da tempo, di ricordare il morto e dirne ogni bene senza versare troppe lacrime. Il defunto in questione è Clive Dunlop, massaggiatore talentoso che possedeva «la mano del guaritore» e che la morte, una morte piuttosto misteriosa avvenuta sei mesi prima in Perù, ha strappato trentaquattrenne all’affetto dei suoi numerosissimi cari. Alla celebrazione di Clive partecipa la migliore società di Londra: star della televisione, giornalisti, ecclesiastici, scrittrici, artisti, architetti, editori, intervistatori, alti funzionari dello Stato, cantanti, medici, e tutti i relativi consorti.
Chiunque, vedendo l’assortimento di Vip avrebbe potuto pensare che Clive fosse un gran festaiolo. Ma non era poi vero, e il misterioso assembramento di celebrità testimoniava più che altro della sua discrezione. Infatti, molti dei presenti si conoscevano tra loro e in pratica tutti conoscevano Clive ma non tutti sapevano che lo conoscevano anche gli altri, e se ne resero conto solo una volta seduti, guardandosi attorno.
Se ne accorgono, va aggiunto, non soltanto con sorpresa ma anche con irritazione, oltre che con preoccupazione crescente. Perché spesso Clive, oltre che ai muscoli e alle articolazioni e, naturalmente, alle anime dei suoi clienti, dava sollievo ad altre parti sensibili dei loro corpi… Per questo tanti lo amavano, a loro modo, modi diversi e peculiari che Clive, da quel professionista paziente e discreto che era, ricordava benissimo, senza mai fare confusione, Anche Padre Jolliffe, il giovane officiante, lo conosceva piuttosto bene…
Così, quando l’intraprendente religioso, un prete moderno che delle funzioni non disdegna l’aspetto scenografico, invita i presenti che desiderino farlo a dire qualche buona parola su Clive, a condividere qualche ricordo con gli alti suoi amici, nessuno si tira indietro. Si comincia con l’abilità insospettata del defunto in cucina, la sua passione per il giardinaggio, la sua amicizia disinteressata…. Commovente. Ma forse Padre Jolliffe è stato un po’ incauto, pensa l’arcidiacono Treacher che, su ordine del vescovo, segue la cerimonia per valutare le prestazioni del parroco in vista di un’eventuale promozione.
Tutti i torti non ha, il severo arcidiacono, perché de mortuis nihil sive bonum ma… A proposito, di che cos’è morto, esattamente, Clive?
Spassoso, acuto, causticamente pietoso verso le umane debolezze. Da non perdere.
Alan Bennett, La cerimonia del massaggio
Adelphi Pba 200216, pp. 95, € 9,00, trad. Giulia Arborio Mella, Marco Rossari
idem e-book, 2012, € 4,99
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.