Harry Bernstein
Il muro invisibile
Piemme
€ 16,50
trad. C. Lenzi
Harry Bernstein è nato nel 1910 e ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2006.
No, non avete letto male e non c’è nessun errore di battitura. Harry Bernstein, cittadino inglese di origine ebraica, ha esordito alla bella età di 96 anni. Quanto basta, probabilmente, a muovere perlomeno una certa curiosità.
Conoscendo l’editoria di questi anni è inevitabile una certa diffidenza. Di autori men che mediocri promossi in base a qualche motivo del tutto extraletterario sono piene le classifiche (taroccate) dei best-seller. E un vegliardo semicentenario esordiente sembra l’ennesima trovata per spuntare qualche segnalazione in più dai media.
Ho ricevuto il libro in omaggio dall’editore, accompagnato dalla raccomandazione del promotore: «questo è un libro che merita». L’ho guardato senza nascondere scetticismo: «sono in circolazione da troppo tempo per bermela tanto facilmente».
Ho lasciato passare qualche mese dall’incontro prima di iniziare a leggere, senza molte illusioni, il romanzo.
La vicenda è ambientata in un quartiere operaio e ha inizio negli anni immediatamente precedenti alla Grande Guerra. Protagonista e io narrante il piccolo ‘Arry, membro della comunità ebraica che abita un lato della strada. Nelle case di fronte, altrettanto misere e abitate da gente che fa esattamente la stessa vita, vivono i cristiani. «Il muro invisibile» divide le due comunità, accomunate dalla condizione sociale e materiale ma tenute separate da un tessuto persistente e impossibile da rimuovere di sospetto e di pregiudizi.
Per il piccolo ‘Arry non c’è nulla di strano in quella situazione: loro, gli ebrei, sono diversi e probabilmente migliori dei cristiani che bevono, non rispettano il sabato e non hanno pudore né timore di Dio. Ulteriore prova della miseria morale dei cristiani il fatto che i loro figli non perdano occasione per insultare lui e suoi fratelli e sorelle gridando:«Sporchi, maledetti ebrei!» e organizzando agguati per aggredirli e picchiarli. Basta saperlo, pensa il piccolo ‘Arry, basta girare a largo da certi posti ed evitare alcune strade. Il padre di ‘Arry è un poco di buono. Lavora tutto il giorno ma lesina i soldi per la famiglia e si beve gran parte della paga al pub. Una delle sue sorelle maggiori, Lily, ha una simpatia – corrisposta – per uno dei giovanotti cristiani dell’altra metà della strada, Arthur. Anche a lui, ‘Arry, Arthur è simpatico. Anche se è cristiano li difende quando escono da scuola ed è sempre gentile e paziente con tutti loro.
Ma per la madre di ‘Arry, l’unico vero (ed eroico) genitore a prendersi cura di loro, l’idea di un matrimonio misto è semplicemente ripugnante. Un’ebrea che sposa un cristiano è morta alla sua gente e al suo Dio. Un’idea che la terrorizza.
Queste le premesse del racconto di ‘Arry/Harry Bernstein, il seguito è consigliabile leggerlo. Altre caratteristiche del libro: una scrittura vivace e diretta, uno sguardo insieme divertito e pietoso, la capacità di rendere nitidamente caratteri, storie e comportamenti.
Non si tratta di un’ennesima trovata.
«È un libro che merita».
Era vero, alla fine.