Alle bancarelle di libri usati non so proprio resistere. Neanche cinque minuti dopo una scorribanda in libreria.
L’ultima volta che ho ceduto, scavando fra i volumi ho rinvenuto e debitamente acquistato il 301° Classico Urania dell’aprile 2002, Ombre del male di Fritz Leiber.
Proprio su LN-LibriNuovi, Davide Mana ha dedicato all’autore un intervento in due puntate (che potete trovare qui e qui), appassionante e appassionato. Consiglio caldamente di leggerlo. E poiché anch’io adoro Leiber, mi permetto di aggiungere una postilla all’ottimo commento di Mana su questo romanzo.
Il titolo originale, Conjure Wife è molto più intrigante del vago Ombre del male, che suggerisce un Male maiuscolo che nel romanzo non esiste. In Conjure Wife il male è quello che ben conosciamo: il frutto banale ma pur sempre avvelenato della nostra umanissima avidità di potere, successo, lunga vita e giovinezza, possesso.
La trama
1940 o giù di lì. John Saylor, professore di sociologia in un piccolo college del New England, è felicemente sposato da una decina d’anni con Tansy, amante e intelligente compagna di vita. Colti e progressisti, i due spiccano nell’ambiente ristretto e provinciale costituito dai docenti e dalle loro consorti. Con notevoli sforzi hanno sempre tenuto a freno la loro vena trasgressiva, tanto che John è riuscito a far carriera e sta per ottenere l’ambita cattedra. La vita potrebbe proseguire così per molti anni se una sera Saylor non cedesse al desiderio di esplorare lo spogliatoio della moglie assente. Qui, in mezzo a cosmetici e bigotteria, scopre fialette e scatoline di contenuto allarmante: unghie, capelli, polveri strane, erbe inconsuete e taccuini pieni di incantesimi. La conclusione di Saylor – che ha condotto studi etnologici sulla magia amerinda, proprio con l’impareggiabile aiuto di Tansy – è che la moglie pratichi regolarmente la stregoneria.
Durante un difficile confronto, Tansy gli rivela che da anni produce amuleti e usa incantesimi protettivi per parare gli attacchi magici delle altre mogli che, a colpi di sortilegi, favoriscono la scalata accademica e sociale dei coniugi. Incredulo e profondamente razionale, John riesce a convincere la moglie di soffrire di una forma inconsueta di nevrosi; per sancire la «guarigione» di Tansy i due bruciano tutto l’armamentario di incantesimi, amuleti, e ingredienti magici.
Purtroppo, con decorrenza immediata, gli avvenimenti dimostrano a John che la sua fiducia nella ragione è mal riposta…
Con abilità e senso dell’umorismo Leiber descrive l’ambiente accademico soffocante, sessista e perbenista conosciuto di persona insieme alla moglie Jonquil; nel mondo apparentemente tranquillo del college, il corpo docente è 0 con un’unica notevole eccezione – tutto maschile e le consorti vivono una sorta di forzata sorellanza fatta di inviti a cena, partite di bridge e chiacchiere; sotto la superficie, la lotta tra le mogli è senza esclusione di colpi mentre i mariti, ignari ma non innocenti, vivono nel mondo asettico del sapere.
Passo dopo passo, Leiber giustappone due differenti versioni della realtà: quella razionale, logica e normale nella quale crediamo (o meglio gli uomini credono) di vivere e quella analogica, simbolica, tipica del pensiero magico, nella quale si muovono le donne. Funzionano entrambe, a quanto pare, ma quella delle donne è in grado di colpire più in profondità.
Oltre che per il piacere della lettura (che Leiber offre in questo come in molti altri testi), il romanzo merita l’attenzione dei lettori anche a 70 anni dalla prima pubblicazione per tre ottime ragioni:
1) Conjure Wife è tuttora una delle storie horror moderne più inquietanti e convincenti, un vero modello, ed elabora con efficacia il tema dell’uso della magia, in particolare della stregoneria “nera”, che oggi è spesso trattato in maniera banale, con duelli fra maghi e streghe seducenti;
2) Conjure Wife introduce di fatto nel genere fantastico la categoria dell’Urban Fantasy, (un termine molto più recente del romanzo) separandola dal fantasy ad ambientazione rurale come The Lord of the Rings; lo sfondo dell’Urban Fantasy è la metropoli o comunque la città: in sostanza il fantastico entra più o meno discretamente nel nostro mondo invece di svolgersi al di fuori di esso. Questo genere di storia ha una lunga tradizione alle spalle – anche Dracula, da un certo punto della vicenda in poi, rientra nella categoria – ma Leiber fu sicuramente un pioniere (basta pensare a Fantasma di fumo del 1942 e a La ragazza con gli occhi famelici del 1949). Oggi il termine viene usato anche per indicare quel genere di racconti ambientati in versioni alternative del nostro mondo dove semplici umani vivono fianco a fianco con vampiri, licantropi, mutaforma, fate, elfi e superumani talentosi.
3) Conjure Wife tocca temi potenti e, per l’epoca molto innovativi, come lo squilibrio di potere tra i sessi, la paura degli uomini per la sessualità femminile e l’indifferenza arrogante che l’universo maschile riserva a qualunque fenomeno che contrasti o si ponga al di fuori del senso comune. A una prima lettura la storia di Leiber pare ambigua, come se ricalcasse in termini letterari uno stereotipo misogino: gli uomini sono esseri razionali mentre le donne sono streghe che pasticciano col soprannaturale. Ma, situati negli anni in cui scritto il romanzo, la prosa elegante e l’umorismo sottile che lo percorre fanno sospettare una messa in scena teatrale molto consapevole: le donne non hanno accesso alle posizioni prestigiose degli uomini, quindi, per acquisire potere in proprio, sono costrette ad allearsi con forze oscure e insidiose.
Estremizzando questo punto di vista, il romanzo contrappone due modi di esplorare la realtà e di trasformarla: uno è astratto, normativo (A-N) e formale, ed è utilizzato soprattutto dagli umani XY; l’altro è Sperimentale, Empirico (S-E) e induttivo, ed è tipico delle persone XX. Questo punto di partenza non ha nulla di nuovo, in realtà: sono secoli (millenni?) che gli XY lo ripetono alle XX e sono secoli che un buon numero di XX ci crede, tanto da tenersi lontano da linguaggi formali come la matematica e da rivendicare il metodo S-E come profondamente XX. La trama del romanzo, però, indica che il metodo S-E non solo funziona, ma protegge gli XY dalle varie trappole create dal metodo A-N e dai meccanismi di potere che ne derivano. Mia suocera, che è saggia e ha imparato a vivere, direbbe che le XX lo sanno benissimo: sono secoli che agiscono a insaputa degli XY per proteggerli da loro stessi.
4) Conjure Wife sotto le vesti di una novella horror, nasconde un nocciolo duro di narrativa di speculazione e propone ai lettori una riflessione filosofica accostando il metodo scientifico e quello analogico della magia.
L’idea più forte del romanzo è che la stregoneria, benché priva di una sovrastruttura teorica esplicita ed eminentemente sperimentale (le donne imparano le procedure magiche in parte da donne adulte disposte a svelare i propri segreti, in parte per tentativi ed errori) sia comunque una scienza e quindi possa essere formalizzata con un linguaggio adeguato.
I passaggi di questa formalizzazione sono essenzialmente due e adottano metodologie di analisi di alcune discipline.
1) analisi diacronica, ovvero storico-comparativa: raccogliendo un numero sufficiente di varianti di un medesimo rituale magico, è possibile risalire alla fonte, cioè alla sua versione iniziale che, con il trascorrere del tempo e passando di mano in mano, si è trasformata. Questo genere di studi è tipico della linguistica.
2) Per «inventare» un nuovo rituale magico, occorre scriverlo sotto forma di un sistema di equazioni, indicando i passaggi mancanti con un gruppo di incognite. Risolto il sistema avremo la cosiddetta formula magica, formalizzata nei suoi numerosi passaggi. Inutile dire che questo modo di procedere è tipico dell’algebra.
Ed è proprio questo che John Saylor cercherà di fare per salvare Tansy…
Spero di aver dimostrato in maniera sufficiente che Conjure Wife NON è la solita storia a base di streghe seducenti e bacchette magiche. La sua longevità (il romanzo continua a essere ristampato e la sua capacità di rivolgersi a una vasta audience è indicativo della miscela di generi che rappresenta. Senza contare che è stato trasposta per il cinema più o meno una volta a ventennio:
Weird Woman (1944) del regista Reginald Le Borg, con Lon Chaney, Jr. e Anne Gwynne.
Burn Witch Burn, in italiano La notte delle streghe (1962) del regista Sidney Hayers, con Peter Wyngarde e Janet Blair
Witches Brew (1980), diretto da Richard Shorr e Herbert L. Strock. Con Teri Garr, rimarchevole perché Lana Turner vi recitò per l’ultima volta. e Richard Benjamin
Un’ ulteriore versione dovrebbe partire sotto la direzione di Billy Ray, anche sceneggiatore.
http://www.conceptualfiction.com/conjure_wife.html
http://www.blackgate.com/2014/02/15/lust-women-and-the-devil-seven-decades-of-fritz-leibers-conjure-wife/
storia editoriale della novella, con l’analisi delle varie edizioni rivolte a diverse generazioni di lettori.
http://www.unz.org/Pub/Unknown-1943apr-00009?View=PDF
Versione integrale di Conjure wife che comprende una sorprendente prima pagina inesistente nella versione di Urania.
http://blog.worldswithoutend.com/2013/11/forays-into-fantasy-fritz-leibers-conjure-wife-and-the-beginnings-of-urban-fantasy/
Siamo sinceri, ma dove lo trovate un altro romanzo fantasy che tiri in ballo analisi formale, linguistica, scienze sperimentali, sociologia e…
Beh, date un’occhiata a questi, tanto per cominciare:
Jack Vance, I linguaggi di Pao
Samuel Delany Babel 17
Samuel Delany, La ballata di beta due
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