Elizabeth Moon è un’autrice sessantennne texana è stata autrice di numerosi romanzi, alcuni dei quali apparsi su Urania negli anni compresi tra il 2000 e il 2006. Urania colloca i suoi romanzi di sf nel sotto-sottogenere della military space opera. E qui si ha già l’impressione che per tenere dietro alle sotto-sotto divisioni della sf ci vorrebbe Linneo… Comunque, a farla breve, la signora Moon ha scritto alcuni romanzi di ambientazione militare, ovvero (come Star Trek, a pensarci bene) con protagonisti ufficiali e marinai della flotta stellare. Questo significa automaticamente che E. Moon è una guerrafondaia dotata di un allarmante feticismo per gradi e uniformi? Difficile a dirsi. Comunque sembra interessante notare – anche se so che si tratta di un’affermazione pericolosa – che a capo dei suoi marinai e marines c’è un personaggio femminile: Heris Serrano. Chi ha detto che alle bambine non interessa giocare alla guerra? Il problema è che i maschi vogliono sempre comandare…
Questo Non umano (tit. orig.: Remnant population, 1996), comunque, ha ben poco di militare. Protagonista è Ofelia, una vedova ormai non lontana dalla vecchiaia che vive (non felicemente) nella casa del figlio e della nuora su un pianeta di recentissima colonizzazione. Quando arriva l’ordine di abbandonare il pianeta Ofelia riflette a lungo, molto a lungo. L’idea di abbandonare il suo orto e i suoi animali per andare a sbattersi in qualche altro posto sperduto in compagnia del figlio ottuso e della stupida nuora non l’alletta per nulla. La compagnia dalla quale dipendono non dà molta importanza ai coloni, considerati più o meno come carne da cannone, nessuno quindi si prende il disturbo di andarla a cercare quando la nave se va, lasciando a terra Ofelia ben nascosta nella boscaglia.
Le pagine che seguono sono tra le più ricche di humour e di umana simpatia che possa capitare di leggere in un romanzo di sf. Ofelia, infatti, non è un’esperta di apparecchiature e di strumenti tecnologici, ma riesce comunque a mantenere in efficienza i macchinari lasciati dalla Compagnia e la sua condizione di unico essere umano sul pianeta le regala sì qualche apprensione ma anche un’enorme serenità. Le case vuote e abbandonate, il silenzio, l’ambiente alieno potrebbero terrificare molta gente ma non lei. Ha troppo da fare per mantenere in vita le piante e gli animali portati dalla Terra, troppo occupata a cercare di far funzionare apparati che in precedenza aveva bellamente ignorato, troppo impegnata a girare per le case abbandonate e a godersi la sua solitudine.
Nei panni di Robinson al femminile incontrerà ovviamente i suoi Venerdì, nella forma di alieni dall’organizzazione sociale tribale, e avrà così modo di dimostrare che ben poche doti come un moderato e intelligente pragmatismo rendono possibile risolvere felicemente le situazioni più delicate.
Irresistibile il racconto del primo contatto con i cacciatori alieni, dove Ofelia, con il suo mix di cautela, curiosità e umanissima impazienza riesce a venire a capo di una situazione complessa e ricca di sfumature.
Insomma, difficile non simpatizzare per Ofelia, donna piena di fantasia e di fantasie ma anche realistica e, se necessario, dura e decisa.
Un romanzo brillante e divertente scritto utilizzando un punto di vista inconsueto: una piccola lettura intelligente e piacevole.
Elizabeth Moon, Non umano, Mondadori Urania 1420, 2001, pp. 296, disp. usato c/o Amazon.it, trad. Antonella Pieretti
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