Arrivare alla parola fine di un libro e provare un sottile senso di perdita non è – ahimè – un’esperienza comune. Eppure può accadere. Vi invito a fare la prova con Agenti della Noosfera di Christopher Evans, titolo edito dalla Nord (e purtroppo esaurito).
Nel Sistema Solare di un remoto futuro, dove pianeti e satelliti sono stati variamente terraformati e abitati, la sopravvivenza dopo la morte è divenuta possibile. Si tratta di un aldilà sintetico, la Noosfera, al quale i viventi possono accedere mentalmente per ottenere dagli antenati consulenze, consigli, suggerimenti e reprimende. Passare nella Noosfera all’età di cento anni, anche se il corpo potrebbe sopravvivere ancora, preserva dal fatale cinismo cui è destinato un semiimmortale ed è considerato un obbligo sociale di natura ferrea, più o meno la base della convivenza civile. Potete quindi immaginare cosa può accadere se esponenti molto in vista del governo della Noosfera cercano di sottrarsi a questo dovere. Da qui la rottura e – come nella fiaba – il lungo e contorto viaggio per giungere alla ricomposizione.
Ma non è soltanto l’intreccio complesso a rendere il romanzo di Evans felicemente riuscito, lo è anche l’ambientazione coerente e decisamente caratteristica, la descrizione delle bizzarre società germogliate sui pianeti del nostro sistema (che ricordano da vicino le pirotecniche sociologie dell’Ammasso di Alastor o di Big Planet di Jack Vance), la cura dedicata ai minimi particolari, ai personaggi secondari, ai luoghi ed ai nomi. Non vi sono cadute né debolezze: si entra nel mondo della Noosfera e si è destinati a uscirne solo alla parola fine. Ma non dovete pensare a una sorta di Guerre Stellari combattuto tra Marte, Plutone e Callisto. Evans affronta il problema del potere in termini che hanno poco di consolatorio anche per il lettore italiano. Leggendolo vengono alla mente parole come terrorismo di stato, strategia della tensione, servizi segreti deviati. E anche nella Noosfera – come nel nostro disgraziato pianeta – i mezzi di comunicazione adempiono felicemente al loro ruolo di anestetici sociali, svanita ogni mistificazione sulla libertà di informazione.
Da questo punto di vista il finale giunge forse un po’ troppo repentino e, almeno in parte, consolatorio. Ma, d’altro canto, si parla di un romanzo di sf, sia pure intelligente, mica di letteratura. La letteratura, quella vera, si occupa dei dolori degli scrittori da fanciulli, mica delle bugie dei telegiornali, cosa vi credevate?
Christopher Evans, Agenti della Noosfera
Nord 1997, pp. 338, € 11,36
Trad. G. Zuddas
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