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    TerraNova

    Angeli di seta

    • di Melania Gatto
    • Settembre 10, 2013 a 7:42 pm

    angeli di seta
    Maureen McHugh, autrice di Angeli di seta (ed. or. 1992, tit. or. China Mountain Zhang, trad. Anna Martini), Fanucci Solaria, è invece un’autrice poco nota al pubblico italiano e questo suo romanzo è il primo della sua produzione, in genere di ottimo livello. Angeli di seta si svolge in una Terra del prossimo futuro dove a seguito di una devastante crisi economica e della susseguente rivoluzione socialista gli Stati Uniti sono divenuti un protettorato politico ed economico della Cina Popolare. L’usurato American Way of Life è stato così sostituito dal puritanesimo (post)comunista e dall’organizzazione della società per clan e famiglie, come è tipico dell’Estremo Oriente. La popolazione autoctona americana, bianca e nera, è vittima del cortese e mai dichiarato razzismo cinese che concede soltanto ai sinoamericani le migliori opportunità. Ispanici, WASP, neri e le altre enclave statunitensi hanno ritrovato un relativo benessere ma la guida politica degli Stati Uniti è ormai definitivamente in mano ai cinesi. In questo mondo Zhang, sinoamericano di madre ispanica e quindi «impuro» ha l’enorme difetto di essere omosessuale. Non in modo episodico ma definitivo ed esclusivo, tanto da convivere da tempo con un altro giovane, Peter. Zhang conduce la sua vita senza particolari ambizioni. Lavora bene, è stimato e non sogna di abbattere il sistema o di restaurare la vecchia democrazia americana. Gli basta lavorare e vivere la propria vita. Tuttavia quando il capo cantiere comincia ad accarezzare l’idea di prenderlo come genero e gli presenta sua figlia, San-xiang, la situazione per lui si fa improvvisamente insostenibile. Questo il punto di partenza della vicenda di Zhang, un evento tragicomico che tuttavia lo spingerà a farsi domande sul suo mondo e sul suo modo di vivere, fino a raggiungere una maggiore considerazione di se stesso, tanto da rischiare l’ostilità del regime per motivi politici, cancellando così i timori e le paure dettate dalla propria polarità sessuale e dalla sua condizione di impuro. Intrecciata alla vicenda principale altre storie secondarie, quella di un gruppo di coloni nelle nuove comunità marziane, quella di San-xiang e quella di Angel, una pilota di aquiloni, vicende che hanno punti di contatti tra loro e con i percorsi di Zhang ma che hanno come principale scopo quello di fornire ulteriori elementi di conoscenza del mondo dominato dal capitalismo comunista cinese (l’antinomia è nei fatti, non nelle mie parole). Autrice attenta e sensibile, McHugh riesce a rappresentare le peculiarità del mondo ipotizzato attraverso i comportamenti e le psicologie dei suoi personaggi, creando un universo non soltanto coerente e ricco di sfumature ma anche decisamente realistico, un elemento non così comune nella letteratura di speculazione.
    Maureen_McHughMcHugh, come diverse altre autrici, sceglie nel romanzo un punto di vista «maschile», puntando sulla particolarità di un punto di vista omosessuale, quasi a sottolineare la diversità e l’anomalia di uno sguardo femminile sulla realtà politica e sociale. L’omosessualità maschile diventa così lo strumento di una partecipazione incompleta e problematica alla realtà sociale e produttiva, incarna una possibilità di integrazione costantemente in pericolo che spinge a sviluppare punti di vista personali e non convenzionali. Le perplessità e le riserve di chi è esterno al mondo delle interazioni sociali «forti»: potere, carriera, autoaffermazione, trovano così un interprete particolare. In McHugh come in altre autrici – di sf o meno – che hanno utilizzato questo peculiare approccio, la difficile condizione del maschio omosessuale rappresenta una metafora particolarmente efficace della condizione femminile, esposta anch’essa a diffidenze, resistenze, fino alla possibilità, mai del tutto cancellata, di essere «scoperta» e allontanata. L’immedesimazione di autrici e lettrici risulta così solo superficialmente parziale ma ben più completa a un livello profondo, tanto più che il rapporto con il proprio sesso, un rapporto non facile e mai scontato, viene a essere «allontanato», agevolandone la ridefinizione ad autrice e lettrici. Una curiosa immedesimazione per straniamento, ovvero attraverso uno dei meccanismi più tipici della sf. Un meccanismo che permette a McHugh di utilizzare a tratti un registro tipicamente femminile di partecipata e malinconica ironia, divenuto qui elemento di giudizio disincantato e antiretorico piuttosto che sigillo di rassegnazione alla sconfitta. Davvero un’autrice da non perdere d’occhio, sperando nella traduzione delle sue opere successive.

    Maureen McHugh, Angeli di seta
    Fanucci Solaria, 2002, pp. 352, € 10.00
    Trad. Anna Martini

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    Tag: FantascienzaistantaneeRecensioniMaureen McHughOmosessualità

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