Proveniente dall’est europeo e pubblicato per la prima volta nel 1968, il romanzo La Voce del Padrone è considerato uno dei capolavori di Stanislaw Lem. Un testo narrato in prima da un geniale matematico che, pur avendo partecipato al Progetto, è costretto ad ammettere il sostanziale fallimento del tentativo di comprensione dell’enigmatico messaggio giunto dalle stelle. Per giungere a questa conclusione – già preventivamente ammessa all’inizio della sua lunga confessione – il protagonista racconta dei numerosi e vani tentativi di giungere a un’interpretazione del messaggio alieno e degli assurdi e incomprensibili biofatti nati dall’interpretazione parziale di esso. Narra degli scienziati coinvolti nel Progetto, delle loro debolezze e meschinità come delle interminabili incomprensioni ed equivoci che li contrappongono. Racconta dei tentativi di creare nuove e temibili armi interpretando parti del messaggio e del maliconico fallimento del progetto. Ancora una volta, come accade in Solaris, l’intelligenza umana si mostra sostanzialmente impotente e incapace di comprendere le dimensioni, il senso e le intenzioni di altre creature.
…L’uomo è riuscito a staccarsi, a ricordare, a compatire gli altri, a immaginare gli stati d’animo e i sentimenti… cosa per fortuna non vera. In questi tentativi di pseudoimmedesimazione e di trasfert riusciamo a intravedere in modo vago e imperfetto solo noi stessi. […] Siamo come lumache, attaccate ognuna alla propria foglia.
Una desolata ammissione dell’impossibilità di afferrare e comprendere l’infinito universo che ci circonda, narrato in un libro profondamente toccante.
Stanislaw Lem, La voce del padrone
Bollati Boringhieri Varianti, 2010, pp. 243, € 16,00, trad. V. Verdiani
idem, e-book, € 9,99
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