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    Magazzino

    Wu Ming – Manituana

    • di Enzo Baranelli
    • Giugno 17, 2007 a 7:16 pm

    Wu Ming
    Manituana
    Einaudi Stile Libero
    € 17,50

    Ammazziamoli tutti. Dio riconoscerà i suoi
    [Abate di Citeaux parafrasato da Wu Ming].

    Wu Ming, il collettivo, ora allargato, conosciuto come Luther Blissett, autore dell’ottimo Q, ha prodotto Manituana. Produrre è la parola adatta, sebbene sia merce non protetta, di cui è consentita la riproduzione totale per scopi non commerciali (chi conosce il collettivo saprà che si batte per il copyleft, l’open source ecc.).
    Produrre: Arte o Techne? Mi pare che fosse il titolo del tema che non ho fatto alla maturità classica (pre-riforma).
    Il nuovo romanzo di Wu Ming è un’infame accozzaglia di narrativa sospesa tra l’ultimo dei Mohicani e un pastiche di Dickens prima e seconda maniera, con un aggiunta di romanzo storico aggiornato al tempo del cyberspazio. Gli autori (godibile e ricco di spunti il loro sito che troverete facilmente googolando) confezionano un buon prodotto: l’artigianato si eleva ad arte o almeno tenta. Manituana narra le avventure di un gruppo di Mohawk fedeli a Re Giorgio, mentre sta scoppiando la Guerra d’Indipendenza Americana. Sangue. Morte. Punizioni. Magia. Climax. Anticlimax e finale catartico (o forse no). Come sia andata a finire poi la Storia penso che lo sappiano tutti: avete presente l’esercito degli Stati Uniti ubiquo sul globo terraqueo, no? Manituana si concentra sullo «sterminio di molti mondi possibili». La risposta, ovvia, di un lettore di Philip K. Dick è «se questo mondo vi sembra terribile, è perché non avete visto gli altri».
    Francamente, lasciando da parte l’amato Kindred, preferisco Chandler e Thompson a Sakihenakenta, Warraghiyagey, Uraghqudira, Kanenonte, Tekarihoga ecc. (se volete leggere il libro abituatevi…). Che per arrivare ad avere Hollywood (dove Chandler e Faulkner hanno lavorato per guadagnarsi da vivere), la CIA, che così tanto ci diverte, l’FBI di J. Edgar Hoover, James Ellroy, Salinger, Pynchon, DeLillo ecc. siano stati sterminati mooolti mondi è cosa ovvia.
    Quando uno degli autori è stato concepito, sono morti migliaia di spermatozoi che non sono arrivati alla cellula uovo: molti esseri possibili.
    Certamente, da una lato abbiamo un’elisione innaturale e motivata da fini utilitaristici (perché devo pagare le tasse all’Inghilterra?), dall’altra abbiamo un fenomeno fisiologico (più o meno come la morte naturale).
    Manituana è un buon romanzo che zoppica con dignità verso un finale scontato.
    È ora di metterci una pietra sopra: i fasti di Q non saranno eguagliati. Forse un colpo di genio porterà il capolavoro definitivo (qui siamo un gradino sotto 54, precedente lavoro del collettivo, quindi il trend non è in crescendo…), ma a quel punto il gruppo di autori, raggiunta la vetta, dovrà sciogliersi (ho capito solo ora il senso della battuta…). Attendiamo fiduciosi.

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