Edward P. Jones
Il mondo conosciuto
Bompiani
€ 18,50
trad. A. Silvestri
Lo scenario di questo romanzo è il profondo sud degli Stati Uniti d’America e più precisamente una contea immaginaria della Virginia nell’anno 1841. Siamo a 20 anni dalla Guerra di Secessione, dopo la quale – nel 1863 – Abramo Lincoln porrà fine alla schiavitù.
Molte cose sono già cambiate: sono anni in cui è possibile incontrare schiavi liberati che, paradossalmente, possiedono a loro volta schiavi che lavorano per loro e per loro producono ricchezza.
È un periodo confuso, nel quale gli antichi pregiudizi non solo permangono nei bianchi, ma si insinuano nelle teste dei negri liberi che iniziano il loro periodo di relativa prosperità, mentre le leggi in vigore sono ancora nella loro più intima essenza decisamente razziste.
L’eroe di questo romanzo si chiama Henry Townsend, un nero liberato che incarna i contrasti del suo tempo. Con lui e intorno a lui vivono, soffrono, godono di rari momenti di gioia, e muoiono un numero infinito di personaggi, quasi tutti di colore.
Il mondo conosciuto (premio Pulitzer 2004) è soprattutto una galleria di ritratti di gente nera, con i loro problemi, i loro sentimenti, le ansie e le paure di esseri umani che debbono imparare a vivere in un mondo che si annuncia diverso da ieri, ma che non ha ancora chiaro quale sarà il suo domani.
L’uomo che è riuscito a disegnare, con tratti sicuri e incisivi, tutto questo è lo scrittore di colore Edward P. Jones.
Qualcuno ha voluto accostare la sua opera a quella di William Faulkner ma, al di là della coralità comune a entrambi, dobbiamo constatare come Faulkner appaia più «datato», a volte più prolisso, sempre piuttosto involuto e farraginoso. E.P. Jones è al contrario essenziale, icastico: tratta di un argomento che lo tocca da vicino eppure rimane distaccato, realistico e mai indulge alla facile commozione.
Il mondo conosciuto può essere considerato un capolavoro, un libro che riesce a prendere a schiaffi, senza mai parlarne, i razzisti di allora e di oggi; quelli di allora si possono non accettare ma comprendere, quelli di oggi sono soltanto degli imbecilli.