
Uno degli ultimi libri letti è Torino magica di Vittorio Del Tufo, Piccola Biblioteca Neri Pozza, 2020.
NON si tratta di uno dei tanti volumi dedicati alla città nera, uno dei tre vertici di un triangolo bianco che comprende Torino, Praga e Lione, o un altro triangolo magico (nero) che comprende Torino, San Francisco e Londra, quanto un tentativo di ragionare più o meno storicamente sulla storia mitica e reale della città e sul suo passato remoto e prossimo. Non mancano i riferimenti alla cronaca recente – l’incendio del cinema Statuto nel 1983, per esempio, dove morirono sessantaquattro persone – o allo strano caso di Diabolich (sic!) che negli anni ’50 attirò su di sè l’attenzione di media e forze dell’ordine, o dei rapporti dell’artista Lorenzo Alessandri, un raffinato surrealista, sempre in odore di satanismo (peraltro da lui recisamente rifiutato) o, ancora, del libro di Giorgio De Maria, Le venti giornate di Torino (del quale ho parlato qui) pubblicato una prima volta nel 1977 e recentemente ristampato da Frassinelli, ma tutto ciò senza dimenticare i rapporti pressoché secolari dei Savoia con le confessioni ostili alla Chiesa, la presenza costante e tollerata, quando non spinta alla ribalta della massoneria – dalla Loge de Saint Jean la Mystérieuse alla loggia Ausonia, nata nel 1859 – alle controverse e mai definite simpatie della famiglia reale nei confronti di maghi e negromanti.

Un libro che tenta, anche se in un modo umorale e in qualche caso semplicemente disordinato, di raccogliere e riunire un’interminabile serie di saggi sulla «Torino magica», – da Giuditta Dembech a Peter Kolosimo a Massimo Introvigne a Enrico Bassignana – fornendone una versione in qualche modo “postmoderna”, citandoli ma solo raramente sorridendone, senza allineare né prove né smentite, ma limitandosi a raccontare fatti piccoli e grandi, con un certo, innegabile humour. Onestamente resto dell’idea che il dizionario di Massimo Centini, Torino magica fantastica leggendaria, oltre 300 voci sui misteri della città, sia di gran lunga più utile, anche se sicuramente meno immediatamente leggibile, per farsi un’idea delle tradizioni di Torino. Con tutto ciò resta il “mistero” di Torino, città nata all’incrocio tra due fiumi e che è
«una città malinconica, austera, inquietante […] Una città, diceva Italo Calvino, che invita alla logica e, attraverso la logica, apre la strada alla follia.».

Vittorio Del Tufo, Torino magica, Neri Pozza, piccola biblioteca, 2020, pp. 297 + note e bibliografia, € 13,50
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