In prima di copertina c’è scritto «racconti soprannaturali per il nuovo millennio». Curioso, il termine soprannaturale riferito alla letteratura è tipicamente di inizio secolo, bizzarro anacronismo. Il sottotitolo dell’edizione originale è: A Tribute to H.P.Lovecraft. Un piccolissimo arbitrio che dovrebbe mettere sull’avviso il lettore.
L’antologia presenta (in alto, prima riga della copertina) Ballard, Burroughs, Campbell e altri. Vado a leggere: il racconto di James Ballard (7 pagine) intitolato Prigioniero dell’abisso di Corallo è stato scritto nel 1967, ovvero l’anno successivo a The Crystal World. Pur suggestivo, non è di quelli che lo hanno reso famoso e, a parte l’ambientazione marina, non ha apparenti legami con H.P.Lovecraft. Passo a William Burroughs, vale a dire il mito di Ballard. Il suo racconto: Muore il vento, muori tu, moriamo tutti è un eccellente esempio di metaletteratura del tipo confusione-tra-realtà-e-fantasia, carico di ironia / simpatia nei confronti della cultura americana di massa. Nel racconto c’è un mostro (che ricorda più la Blondie di Hairspray che un invasore alieno) e un finale con una battuta in corsivo, come nel racconto Aria Fredda, di HPL. Ramsey Campbell: un racconto mediamente satanico, povero di tensione. Parentele con HPL: una setta di scombinati satanisti che possono (volendolo intensamente) ricordare gli adoratori degli Dei ciechi e idioti di HPL.
Gli altri della copertina sono autori poco noti al pubblico italiano (ma lodevolmente una scheda a pagina XIX ce ne ragguaglia) e nella maggior parte dei casi avrebbero anche potuto rimanere poco noti. Citerò solo le punte, in positivo e in negativo.
Divertente e all’altezza della sua fama il racconto di Alan Moore, Il Cortile, una rivisitazione dei miti di Chtulhu condotta attraverso il traffico di droga. Inconsueto anche se non sublime il racconto di Michael Gira, Estratto dalla bocca del consumatore, discreto ma deludente nel finale il racconto di R.M.Price, Percorso Perverso, canonico il racconto di Don Webb, Il rumore di una Porta. Degli altri (i peggio) segnalo Sognatori nelle tenebre di Peter Smith, un racconto davvero innominabile per lo stile soffocante e la pochezza della storia, Ipotetica Materfamilias di Adele Olivia Gladwell, dove l’autrice (da sola o in collaborazione con il traduttore) riesce a scrivere «… la cappa pesante dell’aria sospesa in modo meschino e patetico» «Il tramonto disperato» «Il pendolo di un folle innalzato sulla scena» e qui mi fermo per non ricopiare tutto il racconto. Davvero un esempio di orrore indicibile. Ambiziosissimo infine Lovecraft in cielo di Grant Morrison, un racconto che mi ha istantaneamente ricordato (e non è un bel ricordo) quei fumettoni d’avanguardia sf – me n’è venuto in mente uno che si chiamava il Robota Nervoso – Dio, CHE BRUTTO! – la cui caratteristica principale era di essere non solo incomprensibili ma anche sgraziati, pomposi e culturalmente ricattatorî. Davvero non male, un ottimo esempio di orrore cosmi(comi)co.
Da aggiungere un piccolo particolare, appreso solo di recente:
Il volumetto italiano è del 1997 e, a parte la prefazione piuttosto irritante di Daniele Brolli che non apprezza evidentemente il soggetto (ma allora perché occuparsene?), è stato pesantemente massacrato rispetto all’edizione originale del 1995 che pretendeva di riproporre. Questo andrebbe ricordato al di là di ogni valutazione sul materiale presente o meno. Mancano del tutto i fumetti, su tutti lo straordinario adattamento visuale di The Call of Cthulhu da parte di John Coulthart, e questo sarebbe stato ancora comprensibile nei limiti dei costi e del formato grafico della collana di tascabili Einaudi. Però manca pure un buon terzo dei testi, non escluso quello di un nome popolare come Brian Lumley (cfr. HorrorMagazine)
Vale la pena di spendere del vile denaro – sia pur poco, se acquistandolo usato – per entrare in possesso di questa antologia? Direi di no. I racconti belli non sono abbastanza belli da riscattare l‘orripilante atrocità dei più brutti. Nel suo insieme l’antologia è mutilata, storta, deforme e insensata, vanamente ambiziosa e del tutto inutile. Forse l’unico modo serio per celebrare Lovecraft non è quello di pubblicare antologie, ma rileggersi in pace ciò che ha scritto. É questo che vi suggerisco di fare.
(N.d.r.: tutti gli aggettivi in corsivo sono stati tratti da testi di HPL. Mi è parsa una vendetta minima nei confronti dei suoi malaccorti fan).
Ballard, Burroughs, Campbell, Conway, Webb, Moore e altri, Saggezza Stellare, Einaudi Tascabili Stile Libero, pp. 188, € 6,71 [c/o Libraccio € 3,62]
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