Costellazione familiare, di Rosa Matteucci, è il racconto di una perdita, in apparenza. La perdita della madre e, in precedenza, del padre, narrati con «il consueto, lucido puntiglio e con quella lingua ardita e immaginosa che è soltanto sua», come recita la seconda di copertina. La madre, in particolare, è un soggetto poco comune:
…Aborriva il parafernalia di melensaggini da donnetta piccolo borghese, compresa la sottomissione servile al marito e ai figli. La funzione della maternità, a suo avviso, faceva della donna un mero contenitore biologico, equivalente a un sacello usa e getta, e non era mai stata una libera scelta. Per questo motivo, e non perchè fosse una Crimilde, detestava i pargoli, le facevano ribrezzo.
In compenso ella ha un’inesausta passione per i cani, le cui esigenze prevalgono costantemente su quelle della figlia, disprezzata per le sue bieche esigenze umane come mangiare e per la sua adolescenza maldestra e intollerabile, dotata com’è di «due tettone enormi, escrescenze che disgustarono mia madre, teorica del seno-coppa-di-champagne» e per il suo carattere timoroso, furtivo, incerto e disgraziatamente proclive a preferire il padre, individuo capace di rovinare più e più volte la famiglia con le scommesse e il gioco d’azzardo ma che ama sinceramente la figlia.
La protagonista, la figlia poco amata e ancor meno apprezzata dalla madre, conduce una vita misera e disordinata, continuando a disprezzare il proprio corpo e talvolta animata e insieme ridicolizzata dalla frase della madre: «Ricordati che sei una bambina tedesca». Si aggrega a un gruppo psicodrammatico dedito all’astrologia – La Costellazione familiare – guidato dal «facilitatore» Renato Wok, vaga per la campagna in compagnia del cagnetto materno e nel frattempo elabora mentalmente a getto continuo immagini salvifiche della morte della madre, dopo la dipartita del padre in un incidente automobilistico.

Rosa Matteucci
Il tempo passa e finalmente Raffaella, madre recalcitrante, viene ricoverata in un ricovero per anziani, dove non si dà comunque per vinta e lascia che il suo carattere indomito e superbo prevalga sulle abitudini del mesto luogo:
Ogni pomeriggio, verso le diciassette e quaranta, mia madre centellinava l’aperitivo, come sua sempiterna abitudine. Volle anche patatine, mandorle salate e olive, tutto un repertorio di porcheriole atte a suscitare la sete. Era talmente malridotta, in ogni caso, che poteva soddisfare qualunque suo desiderio.
Giunge infine il giorno della scomparsa della madre, che lascia la giovane prostrata e confusa. Ma un’appartenente al gruppo della Costellazione le dimostrerà che, in fondo, sua madre in qualche modo bizzarro e personale l’amava e che, nonostante tutto, lei era importante.
Un romanzo esagerato, in qualche caso confuso e disperato, come è costume di Matteucci, ma che tra un sorriso e l’altro riesce a rappresentare la profonda ambiguità del rapporto tra madre e figlia. Un romanzo che regala una curiosa, divertita tristezza.
.
Rosa Matteucci, Costellazione familiare, Adelphi Fabula, 2016, pp. 167, € 16,00
.
idem, ed. in e-book, € 7,99
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.