Coniugare il legal thriller con la sf non è la prima cosa che viene in mente a qualcuno, naturalmente, ma ci ha pensato Robert J. Sawyer, abile artigiano, con questo Processo Alieno, Fanucci Solaria Collezione.
Capita che un’astronave aliena sbarchi sulla Terra dei nostri giorni. Il contatto ravvicinato sembra essere felice, gli alieni per quanto inevitabilmente singolari non appaiono minacciosi, l’umanità si prepara a un’era di felice collaborazione intersistemi quando…
… un giornalista scientifico viene trovato massacrato in maniera grottesca, a metà tra la cerimonia e la lezione di anatomia e l’unico possibile assassino è uno dei componenti della missione aliena.
Inevitabile il processo – ed è davvero abile Sawyer nel rendere possibile e credibile l’istruzione del procedimento a danno di un esponente di una razza aliena – e altrettanto inevitabile la necessità per l’avvocato difensore di collaborare con uno degli scienziati che hanno fatto parte del gruppo di primo contatto per arrivare a salvare la pelle all’alieno. I risultati dell’inchiesta saranno davvero molto particolari, dal momento che l’omicidio del giornalista si rivelerà come il prodotto collaterale di un complicato intrigo che coinvolge la sopravvivenza di due razze intelligenti.
Ho riletto ciò che ho scritto. Lo so, dà l’idea di un’altra versione del retro di copertina del libro. E il bello è che nessuno mi ha pagato per scriverla. D’altro canto non si può raccontare troppo di un giallo, sarebbe quantomeno poco educato. Segnalo comunque che Sawyer si è sforzato di conferire credibilità ai propri alieni e alla loro civiltà e ha fatto sicuramente almeno due centri. Il primo col personaggio del difensore dell’alieno Hask, l’avvocato Dale, un nero obeso, affezionato alle cause che riguardano minoranze oppresse, anche quando queste hanno torto. Il secondo polemizzando con perfida ostinazione contro qualsiasi finalismo applicato alle teorie darwiniane. Secondo Sawyer soltanto i fondamentalisti interpretano la teoria dell’evoluzione come prova della volontà di Dio di rendere l’uomo sempre più perfetto. Citando S. J. Gould, Sawyer ci ricorda che l’evoluzione procede secondo leggi fissate unicamente all’ambiente, senza alcun riguardo per fissazioni tipicamente umane (e non solo umane, come scoprirete nel romanzo) come la ricerca della perfezione o la volontà di un possibile Dio Padre.
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Robert J. Sawyer, Processo alieno, Fanucci Solaria 2001[ed. orig. 1997], pp. 330, prefazione di R.J.Sawyer, postfazione di Sandro Pergameno, trad. Giorgia Gatta, disp. c/o e-bay.
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